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lunedì 28 maggio 2012

IL PROCESSO D’APPELLO ALL’EX GOVERNATORE CUFFARO. LA CLAMOROSA RIVELAZIONE: “Tangenti per aprire cliniche a MESSINA”. Nuova intercettazione accusa Cuffaro

L'intercettazione risalente al ‘98 accuserebbe Cuffaro, già in carcere per scontare una condanna a sette anni, di avere incassato tangenti insieme al boss Michele Aiello per aprire nuove cliniche private in provincia di Messina. E’ quanto è emerso nel corso del processo davanti alla sesta sezione della Corte d’appello di Palermo, dopo il proscioglimento deciso dal Gup per “ne bis in idem” (doppio giudizio sugli stessi fatti). Il procuratore generale Luigi Patronaggio, che sostiene l’accusa, ha parlato di presunte tangenti che l’ex uomo politico e il manager sanitario Michele Aiello, pure lui condannato per mafia a 15 anni e 6 mesi, nel processo Talpe, avrebbero chiesto, per consentire l’apertura di cliniche private nel Messinese: questa accusa proverrebbe “da un imprenditore di quella provincia. Altro elemento arriva da un’intercettazione ambientale del 1998, realizzata nell’ambito di un’indagine contro la mafia delle Madonie. Uno degli indagati, Giorgio Liberto, avrebbe raccomandato ai compari di stare attenti alle microspie, ma poi avrebbe detto che in ogni caso “non c’è problema, c’è Cuffaro”. Il nome del presidente della Regione (all’epoca non ancora in carica) era stato trascritto per errore “Cupparo” e per questo l’indizio non era mai venuto fuori. Si tratterebbe di un riscontro molto importante, dato che è risalente a un periodo in cui non erano state nemmeno avviate le indagini sulle talpe in Procura. Tutto questo potrebbe voler dire che il sistema di “spionaggio” contro le indagini e gli inquirenti, messo su dall’ex governatore e da Aiello potrebbe essere datato anche agli anni ‘90, quando Cuffaro era assessore regionale all’Agricoltura.

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