Se per il neo sindaco di Trapani, Vito Damiano, “parlare di mafia significa farle pubblicità” allora non ha considerato l’effetto boomerang. La frase pronunciata dall’ex generale dei carabinieri, in una scuola media, ha scatenato il putiferio e ha costretto l’assessore regionale alla pubblica istruzione a rimediare a uno svarione. A schierarsi contro sono stati subito procuratori della Repubblica, presidenti di Tribunale, presidi, il mondo del sociale e perfino alcuni politici della stessa area di appartenenza.
L’assessore regionale Mario Centorrino, sembrava d’accordo con la posizione di Damiano, sindaco di una città dove la mafia è ancora molto forte. Nel giorno della Festa della Repubblica aveva fatto diramare una nota, tramite l’ufficio stampa della Regione, in cui esplicitamente appoggiava la condotta dell’ex uomo del controspionaggio italiano: “Sono orgoglioso delle affermazioni del sindaco di Trapani, Vito Damiano, sull’inopportunità di parlare di mafia nelle scuole, e sulla opportunità, invece, che in tutti gli istituti di istruzione della Sicilia si realizzino progetti educativi per la diffusione della cultura della legalità”. Da qui il suo augurio perché un modello didattico di tal fatta, da lui definito virtuoso, possa essere preso ad esempio.
Ma si è scatenato un finimondo sui social network e Centorrino ha smentito le dichiarazioni precisando che si era trattato di “mero errore di trascrizione”. Puntuale allora la rettifica: “Nelle scuole bisogna parlarne”.
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