Pagine

domenica 2 settembre 2012

I preti pedofili? Vittime di bambini assatanati di sesso

Non c’è davvero un limite alla vergogna, ma anche alla sua totale assenza in persone che si propongono come depositari dell’etica. Dopo il clamore per gli infiniti casi di pedofilia esplosi a ripetizione nella chiesa, ecco che finalmente un sacerdote  grida allo scandalo per questa ingiustizia. Peccato che nella sua grottesca visione delle cose le vittime siano i sacerdoti adescati da bambini e da ragazzini:  ”La gente crede che siano i preti a coltivare cattive intenzioni. Ma non è così. Nella maggior parte dei casi è il ragazzino a sedurre il sacerdote“. E aggiunge: “Storicamente le relazioni tra ragazzi e uomini maturi non erano considerati crimini, non si pensava così fino a 10 – 15  anni fa. Sono perciò incline a pensare che i sacerdoti non dovrebbero andare in prigione per questo”.


Così la pensa padre Benedict Groeschel, dell’ordine dei frati francescani del Rinnovamento,  da lui stesso fondato. Anzi non si è fatto scrupolo di dirlo  -papale papale – in un’ intervista al National Catholic Register, come riferisce l”Huffington Post (qui), Non stupirà apprendere che sia i francescani del rinnovamento, sia il Register, (rivista dei Legionari di Cristo americani)  siano su posizioni ultraconservatrici,  parti di quella galassia integralista e politicamente reazionaria che sta profondamente condizionando gli Usa. Ma sono pur sempre dentro la chiesa cattolica e il fatto stesso che certe inammissibili dichiarazioni  passino sotto silenzio, senza nemmeno una voce ufficiale di contrasto o un invito alla moderazione, dimostra ancora una volta la cattiva, anzi pessima coscienza delle gerarchie ecclesiastiche che da sempre hanno coperto  la pedofilia e imposto il silenzio con le autorità civili.



Il fatto che il Papa – protagonista in passato di un ‘occhiuta politica del segreto – si sia battuto il petto è stato interpretato come una definitiva condanna e soprattutto un’apertura della chiesa all’intervento delle autorità civili. Ma  si è trattato di un equivoco: il pentimento è stato un modo da parte della Chiesa proprio per rivendicare – in cambio  dell’autodafé – autonomia nel trattamento di questi casi, che poi così casi non sono. In un modo o in un altro, in toni ipocriti, evasivi o con le arroganti e deformi parole di Groeschel, la realtà è invece è che si pretende che i preti vengano considerati con occhio particolare, come altro rispetto alla società e rispondenti solo alle autorità religiose. Vuoi perché portano il peso della castità, vuoi in virtù della loro missione o perché sono vittime di seduzione, come nel grottesco parossismo del francescano opportunamente rinnovato. Un pentimento vero dovrebbe suggerire provvedimenti, richiami, magari una replica ufficiale. E invece un totale silenzio che fa sospettare segrete condivisioni: sedotti e abbottonati. (simplicissimus)

Nessun commento:

Posta un commento