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sabato 5 gennaio 2013

Formazione in Sicilia. Il caso Genovese: Centinaia di milioni agli enti e lavoratori senza stipendio. Dietro le società che forgiano futuri parrucchieri, estetisti o fabbri si nasconde un opaco carrozzone di sprechi e parentele sospette con la politica

Centinaia di milioni di euro, investiti ogni anno per formare estetisti, parrucchieri e fabbri, volatilizzati nei mille rivoli dei rapporti tra la Regione Sicilia e le società accreditate. Il risultato è che a decine di dipendenti non viene pagato lo stipendio nonostante la Regione accrediti ogni anno milioni di euro alle società nate con il solo scopo di formare e preparare i giovani al mondo del lavoro. È il settore della formazione professionale in Sicilia, un imponente carrozzone lungamente finanziato dalla politica, che ne ha gradualmente occupato ogni casella utile, ma che adesso rischia di fare crac.

“Nella formazione professionale sono accadute cose strane. Come l’azienda alla quale la Regione ha dato 20 milioni per gli stipendi dei lavoratori, ma quei lavoratori non li hanno ricevuti” è la lapidaria descrizione fornita dal neogovernatore Rosario Crocetta, che ha approfittato dell’intervento natalizio all’Assemblea Regionale siciliana per puntare nuovamente il dito su uno dei settori simbolo dello spreco reiterato di denaro pubblico. Il riferimento diretto del presidente era allo Ial Sicilia, azienda della Cisl nata nel 1963, che oggi propone corsi di formazione per insegnare “i segreti del mestiere” ai giovani aspiranti artigiani. “Abbiamo rilevato gravi criticità nella gestione dei 185 milioni di euro già erogati dalla Regione Siciliana a taluni enti e destinati al pagamento dei lavoratori sino al maggio 2012: non si comprende, dunque perché in taluni casi ai dipendenti non venga erogato lo stipendio addirittura per ben 13 mensilità” aveva detto il neo assessore Nelli Scilabra, ordinando un’ispezione allo proprio allo Ial Sicilia, i cui dipendenti lamentavano stipendi non pagati addirittura da un anno. ..
(IL FATTO QUOTIDIANO)

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