Per intervento dell’Autorità giudiziaria i giovani occupanti dello stabile sono stati sgombrati e denunciati.
Lo spazio sociale che i ragazzi del “Pinelli” avevano riattivato perché diventasse bene comune torna, ufficialmente, nella piena disponibilità dell’Autorità portuale che potrà utilizzarlo per le sue politiche di sviluppo che ne prevedono, anche, la gestione privata.
Vale la pena ricordare, brevemente, alcuni passaggi di questa esperienza di autogestione.
1) Una lucida valutazione del Comitato antifascista cittadino fa si che la risposta ad una provocazione della destra estrema non fosse lo scontro fisico ma l’occupazione di uno spazio pubblico da decenni abbandonato dall’Amministrazione cittadina.
2) L’occupazione non è simbolica, ma diviene, sin da subito, operativa producendo concerti, mostre, attività culturali, dibattiti ed altre iniziative alle quali hanno partecipato personaggi della cultura italiana e tantissimi messinesi.
3) Gli occupanti hanno messo il dito sulla piaga, dimostrando che il Re è nudo. Il patrimonio cittadino è stato abbandonato, dalle Amministrazioni che si sono succedute, nel più completo sfacelo, a dimostrazione dell’assoluto disinteresse per Messina.
4) L’evidenza è così chiara che sia la Prefettura che la Questura assumono un atteggiamento dialogante. Lo stesso giornale cittadino la “Gazzetta del Sud” partecipa con il suo Direttore ad un dibattito dentro il “Pinelli”, non potendo fare a meno di dare atto delle ragioni degli occupanti, pur mantenendo riserve sulla legalità formale dell’occupazione.
5) L’occupazione continua ad oltranza ed il teatro diviene punto di riferimento non simbolico per tutte le vertenze cittadine: assemblea degli operai della Triscele, concerto dell’orchestra del “Vittorio Emanuele” sono esempi tra gli altri.
6) Il 14 febbraio lo sgombero.
Oggi una decina di giovani, che sono stati identificati dalle forze dell’ordine, tornano a casa con una denuncia in tasca, rei di avere provato ad invertire lo status quo.
E’ immediatamente all’ordine del giorno la difesa legale di questi ragazzi e della loro esperienza e per questo è necessario costituire un collegio di difesa che abbia, anche, caratteristiche nazionali, così come sarà necessario costituire un gruppo di mutuo soccorso capace di raccogliere fondi per le prime necessità e che sia capace di collegarsi ed allearsi, ottenendone la solidarietà, con chi, ancora, si sente Cittadino a Messina, sapendo che la battaglia continua e che sono tanti gli spazi da riattivare in città.
Per finire, all’Autorità giudiziaria, dimostratasi solerte nello sgomberare il “Pinelli”, è possibile chiedere di aprire un fascicolo anche sulle responsabilità di chi ha consentito in passato il degrado dello stabile procurando danno a tutta la comunità messinese?
Nessun commento:
Posta un commento