Avevano messo in piedi un sistema di reciproca copertura che consentiva loro di risultare in ufficio pur essendo lontani del posto di lavoro: 17 impiegati presunti assenteisti del Comune di Reggio Calabria sono stati arrestati e posti ai domiciliari all’alba di oggi dalla Guardia di finanza.
L’accusa è per tutti di truffa. A fare luce su un malcostume che nelle stanze di Palazzo San Giorgio coinvolgerebbe in tutto 95 dipendenti comunali, perché tanti sono i dipendenti comunali che risultano indagati, sono stati gli esiti dell’operazione “Torno subito” coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e condotta dal Comando provinciale della Guardia di finanza. E’ emerso infatti che, tra quanti risultano coinvolti nell’indagine, c’era chi non si presentava nemmeno sul luogo di lavoro, pur risultando regolarmente in servizio, grazie alla ‘protezione’ di altri colleghi che strisciavano il badge per ‘conto terzi’, così come non mancavano anche quanti si concedevano lunghe pause caffé da un bar all’altro della città o accompagnavano e prelevavano, sempre rigorosamente in orario d’ufficio, i figli a scuola. E, ancora, c’era anche chi si allontanava per fare la spesa tornando in ufficio dopo ore, con tanto di buste cariche di masserizie.
A consentire la ‘libera uscita’ era, come dimostrano i video realizzati dai finanzieri in oltre un mese di appostamenti, il metodo della timbratura attuata da alcuni dipendenti che, con in mano tre o quattro badge a testa, provvedevano a passarli all’esame del lettore ottico. In questo modo, sempre secondo quanto emerso dalle indagini, ogni gruppo di impiegati aveva la possibilità di rimodulare la giornata lavorativa assentandosi dall’ufficio liberamente e secondo le proprie esigenze. Alcuni impiegati, inoltre, arrivavano la mattina con due o più ore di ritardo senza neppure dover timbrare il badge, grazie al collega che aveva provveduto in precedenza ed al quale il favore veniva restituito nel momento dell’uscita pomeridiana.
Un andazzo ‘strano’ che aveva insospettito qualche anno addietro l’allora sindaco facente funzioni di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa (oggi presidente della Provincia), sorpreso dalla presenza numerosa di dipendenti all’esterno del palazzo comunale o a passeggio assieme a loro congiunti sul corso principale. Era stato lo stesso Raffa a segnalare l’anomalia alla Guardia di finanza, fiamme gialle dando il via all’indagine. E tutto questo in un comune sciolto per ‘contiguita’ mafiosé nell’ottobre del 2012 e governato attualmente da una commissione della quale fanno parte il prefetto Vincenzo Panico, il vice prefetto Giuseppe Castaldo e Carmelo La Paglia che è subentrato dopo le dimissioni del precedente commissario, Dante Piazza. Adesso tutte le persone coinvolte rischiano una condanna da uno a cinque anni di reclusione, oltre alla possibile perdita del posto di lavoro.
Gli impiegati del Comune di Reggio coinvolti nell’operazione “Torno subito” e posti agli arresti domiciliari per assenteismo sono Paolo Di Blasi, Natale Ateneo, Beniamino Arco, Giovanni Cutrupi, Consolato Erbi, Manuela Crisalli, Domenico Squillace, Antonino Pellicanò, Roberto Quartullo, Paolo Campolo, Pietro Errigo, Rosanna Trimboli, Cataldo Iozzi, Saverio Foti, Pino Scopelliti, Carmelo Frega e Giuseppe Criserà. (stampalibera)
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