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mercoledì 10 aprile 2013

Renato Accorinti: Nubi su Palazzo Zanca


MESSINA – Venerdì scorso il Comune ha inviato al ministero degli Interni i chiarimenti richiesti per accedere al Fondo di Rotazione, che dovrebbe (ma è evidente che il condizionale è d’obbligo) far arrivare a Messina 50 milioni di euro.

Sull’argomento interviene, con una nota, il candidato sindaco Renato Accorinti, che sottolinea come “le recenti vicende del bilancio comunale obbligano tutti, innanzi tutto, ad un atto di responsabilità e di trasparente e totale verità verso i cittadini messinesi. A causa della scellerata gestione degli amministratori e dei partiti che si sono succeduti alla guida della città negli ultimi decenni, le finanze municipali versano in una crisi profonda, senza precedenti e, forse, di irrimediabile default”.
Disco rosso per il Piano di rientro elaborato dal Comune, che Accorinti definisce “fragile, incerto in alcuni elementi di entrata, incoerente con le rischiosità effettive in alcune voci di uscita e di accantonamento. Perché, a fronte di un debito potenziale di oltre 200 milioni, ne sono accantonati solamente 70? Naturalmente, non tutto il debito potenziale si trasformerà in debito effettivo, ma resta da vedere se una decurtazione di circa due terzi abbia un fondamento nell’evoluzione storica del contenzioso o se non sia una scelta arbitraria, volta a far quadrare conti che in piedi non possono stare”.



Per Accorinti e il suo staff, il rischio di default non è scongiurato, “mentre sicuramente non ci sono le risorse per garantire la corresponsione delle spettanze già maturate nell’anno 2012 (il cosiddetto salario accessorio) per i dipendenti comunali. Di fronte a questa situazione non interessa a nessuno sapere se il commissario abbia o meno chiarito responsabilità e competenze col Ragioniere Generale. Siamo certi che il commissario vorrà essere fedele al mandato che si era prefisso: un’incisiva operazione di chiarezza sui conti del Comune. In base a questa operazione, non potremmo comprendere se, ricorrendone le condizioni, il Commissario non volesse dar corso alla dichiarazione di dissesto. Se il Comune è in dissesto, il dissesto va dichiarato. Occorre avere il coraggio della verità. In assenza di questo coraggio, proseguendo con la politica della “polvere sotto il tappeto”, l’agonia di Messina potrebbe protrarsi all’infinito, addossando ai cittadini tutti i costi effettivi di un dissesto (tariffe al grado massimo, sospensione dei servizi, ulteriori gravi rischi per l’ occupazione, ricorrenti crisi di liquidità), senza la possibilità di “ripartire da zero”.

Se necessario, invece, -conclude Accorinti- il dissesto consentirebbe una sapiente gestione politica e negoziata del debito comunale e (entro i termini di una legislatura) di pianificare il rilancio dell’economia cittadina”.
nuovosoldo

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