
Il comunicato che abbiamo pubblicato è una buona notizia per 20.000 precari, ma dubito che abbia suscitato la stessa sensazione per i giovani disoccupati che si vedono precludere ogni opportunità di concorso pubblico per accedere alla pubblica amministrazione.
Forse sarebbe opportuno valutare l’origine del problema precari nella pubblica amministrazione. È certo che i precari non sono stati scelti per qualità culturali e professionali o meriti; bensì per parentela, per amicizia – diretta o indiretta – con uno dei tanti politici che hanno costruito dei “vivai elettorali”.
Qualche domanda sorge spontanea, questi precari erano ignari o sono stati conniventi (per legittimo bisogno) con quei politici truffaldini?
E adesso che il “giocattolo” si è rotto per evidente inutilità (vedi formazione) si può legalizzare quella che è stata una pratica furba e raggirante la legge?
Credo che il presidente Crocetta ed il ministro Delrio, prima di trovare la soluzione, debbano chiedersi se la stabilizzazione dei precari sia coerente con la legge o se, viceversa, non sia un altro schiaffo per chi non ha accettato – o non ne ha avuto la possibilità – di essere connivente con i politicanti truffaldini.
Da molte parti si sente dire che molti di questi precari hanno goduto abusivamente, per tanti anni, di un lavoro, spesso inutile e dannoso per la società.
Come dargli torto.
GT (da nuovosoldo)
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