E’ impressionante sentire Crosetto che dà della testa di cazzo a Berlusconi (qui). Certo non per il linguaggio da trivio che è ormai segno distintivo delle classi dirigenti, ma per il fatto che il capo, esaltato e difeso oltre ogni ragionevolezza in pubblico, in privato viene disprezzato sia dai suoi onorevoli così come dalle onorevoli escort.
Anche questo ci fa capire che il Berlusconi santino, feticcio offerto all’adorazione delle plebi televisive, oltre che degli interessi reali o immaginari, non è che un paravento dietro il quale si nasconde un establishment fallimentare che vuole mantenere la sua stretta sul Paese. E che si prepara, dopo molti anni, a ripararsi non più dietro la sua immaginetta, ma dietro la sua lapidazione. I segni ci sono tutti, dalla comparsa di succedanei, alla rinascita di zombies della prima repubblica come Cirino Pomicino, grande traghettatore di anime morte e il terrore dei guitti che cercano un’altra compagnia di giro.
E ancora adesso di fronte a questo spettacolo avvilente e indecente, mentre il Cavaliere resiste, pensando principalmente alla sua roba, la grande informazione, almeno quella che non è direttamente o indirettamente sotto le grinfie dell’unto, ostenta una prudenza che don Abbondio sembra un’eroe, offrendo la prova provata che ormai la farsa servile è la vera chiave di lettura di questo Paese. Miseria e ignobiltà. Ma del resto anche il mondo dell’informazione fa pienamente parte dell’establishment e ne ha le movenze.
Inutile dire che non sarà questa tutta questa bella gente a salve il Paese dalle conseguenze di ciò che in fondo esso stesso si è cercato, pensando che la tempesta era lontana o forse non sarebbe mai arrivata. Un po’ come per le alluvioni. Sarà il temibile fondo monetario internazionale a dirigere le operazioni di sfascio presentato come risanamento, esattamente come è accaduto nell’Asia dell’ est nel 1997 e in maniera analoga in Argentina e in Ecuador.
Secondo Stiglitz le istituzioni internazionali non apprezzavano le politiche dei governi orientali che avevano costruito floride economie basandosi sulla massima distribuzione del reddito in contrasto con l’ideologia e la pratica liberista. Le “riforme strutturali” richieste proprio dall’ FMI come condizione indispensabile per il salvataggio finirono per avvantaggiare la speculazione dei creditori esteri causando ulteriori danni.
Mai come ora occorrerebbe una classe dirigente, politica e non, credibile per ridare dignità contrattuale a questo Paese e invece siamo al gran finale dei morti viventi, ma anche a quello dei viventi morti che vorrebbero affidare a qualche tecnico di gran nome, magari uno della Goldman Sachs, della Trilateral e del Bilderberg le famose, scontate riforme di macelleria, destinate a dare il colpo final a ogni recupero di produttività. E oltretutto prive di qualsiasi immaginazione. Del resto in ogni farsa come si deve ci vuole un personaggio di contrasto, quello vestito da signore a cui tutti si rivolgono prima di accorgersi della sua pochezza. Ma non è per questo la farsa è finita.
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