Pagine

venerdì 9 marzo 2012

Milioni di euro pubblici per gli amici della “stretto”

Milioni di euro pubblici per gli amici della “stretto”: Il ponte sullo Stretto di Messina non sarà realizzato. Ma allora perché si mantiene in vita la società Stretto di Messina - non certo esempio di società per azioni – nonostante le ristrettezze dei tempi. Il senatore Giampiero D’Alia – messinese, coordinatore regionale e presidente dei senatori UdC - lo chiede in un’interrogazione parlamentare al presidente del Consiglio Monti ed al suo  ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera.

Nell’interrogazione D’Alia scrive: “Con la ricapitalizzazione della Società ‘Stretto di Messina’, per 61, 3 milioni di euro, si sarebbero potuti acquistare 6 treni per ovviare alla situazione sempre più drammatica dei pendolari siciliani.



Numeri alla mano – dice il Senatore – un treno pendolare completo, doppio piano, con una capienza di 1000 posti costa circa 10 milioni di euro; un locomotore utilizzato per trasporto passeggeri pendolari, media percorrenza, ne costa 3; una carrozza utilizzata per gli stessi scopi 1″. “Precisando che le operazioni di ricapitalizzazione della società sono operazioni già previste e per i quali i soci avevano da tempo assunto l’impegno (i versamenti, a valere su un aumento di capitale deliberato nel 2003, sono stati corrisposti da Anas per 53,3 milioni e Rfi per 7,9 milioni di euro) è anche vero che l’azione appare irragionevole, vista la volontà politica di non procedere con l’opera. Significativo, su questo fronte, il definanziamento di 1,7 miliardi da parte del Cipe, che ha preferito spostare le risorse su altri interventi”.

 Nonostante il definanziamento del Cipe, lo scorso dicembre la società ‘Stretto di Messina spa’ ha incamerato oltre 61 milioni di euro. Soldi pubblici, naturalmente. “Purtroppo – ancora D’Alia – la mancanza di un pronunciamento ufficiale sul destino del Ponte consente ancora alla ‘Stretto di Messina’ di continuare la sua mission al punto da pubblicare nel dicembre scorso un bando per ottenere un mutuo bancario da 12 milioni”. D’Alia invita a fare chiarezza su tutto questo ed “alla luce delle risultanze emerse da più parti sulla non fattibilita’ della struttura, chiede se non sarebbe opportuno accantonare definitivamente l’opera e sciogliere la ‘Stretto di Messina’”. nuovosoldo

Nessun commento:

Posta un commento