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lunedì 12 dicembre 2011

MESSINA: «Errori diagnostici», due medici a giudizio per lesioni aggravate.

Presunti errori diagnostici su un paziente di San Pier Niceto, nel frattempo deceduto perché affetto da neoplasia cerebrale e carcinoma polmonare, patologie che non sarebbero state diagnosticati per tempo, sono alla base di due diversi procedimenti giudiziari avviati nei confronti di cinque medici per i reati di lesioni colpose aggravate in concorso e, nel secondo caso, di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici.



Dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Messina sono già stati citati in giudizio il chirurgo Bruno Franco Lo Forti, 58 anni, originario di Palermo e l’anestesista Sami Salem Shatani, 46 anni, originario di Tripoli, entrambi nel 2008 in servizio, quali operatori sanitari nella Casa di cura Cappellani di Messina. Devono difendersi dall’accusa di lesioni colpose aggravate nei confronti di Pietro Ruggeri di San Pier Niceto, nel frattempo deceduto, nelle rispettive qualità di chirurgo e anestesista con cui hanno avuto in cura Pietro Ruggeri, «per imprudenza ed imperizia, consistita nell’omesso esame del referto della radiografia praticata al torace il 18 luglio del 2007, da cui risultava una lesione polmonare apicale sinistra e nell’omessa comunicazione al paziente della necessità di un approfondimento diagnostico».

In particolare ai due medici che dovranno comparire in aula nell’udienza del 26 giugno, si contesta: all’anestesista di «aver omesso di controllare l’esito dell’esame radiologico effettuato dal paziente, non rilevando l’esistenza di una possibile neoplasia polmonare»; al chirurgo, che sottopose il paziente ad intervento operatorio, «l’omissione dell’esame della cartella clinica del paziente, da cui risultava l’effettuazione della radiografia al torace» e per questo avrebbe «omesso di riscontrare la lesione polmonare e di comunicare al paziente l’esito dell’esame da cui derivava la necessità di un approfondimento diagnostico». Secondo l’accusa sostenuta dal pubblico ministero Liliana Todaro, entrambi i sanitari avrebbero «concorso a determinare un ritardo diagnostico della patologia tumorale da cui è derivato un aggravamento della malattia».

Malattia che poi fu diagnosticata un anno dopo all’ospedale Fogliani di Milazzo, quando oramai il male era diffuso, e che di recente ha portato alla morte di Pietro Ruggeri. I familiari del paziente poi deceduto hanno ottenuto la citazione in giudizio quale responsabile civile della società proprietaria della clinica, Sanagroup spa di Palermo. Domani invece dinanzi al Gip di Messina dovranno comparire, convocati per la quinta udienza altri tre sanitari della stessa clinica, indagati oltre che per lesioni colpose, per falsità materiale commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici, con l’ipotesi di aver falsificato un referto radiografico che non fu mai allegato alla cartella clinica e fu consegnato al paziente dopo innumerevoli richieste, per i quali era stata chiesta l’archiviazione, a cui si sono opposti i familiari della vittima che per cinque volte hanno assistito al rinvio dell’udienza camerale nella quale si dovrà decidere se accogliere l’archiviazione o disporre l’imputazione coatta per un reato a rischio di prescrizione. LEONARDO ORLANDO - GDS

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