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domenica 11 dicembre 2011

MESSINA - I carabinieri del Noe hanno sentito dirigenti e funzionari, la Procura vuol far luce anche sulle responsabilità della Regione siciliana e di Sviluppo Italia: Portella Arena, l’indagine s’allarga Prima di Natale la conferenza dei servizi per il progetto di messa in sicurezza. Il nodo della riqualificazione

Nella landa brulla e desolata di Portella Arena spicca un vecchio cartello arrugginito che indica la data degli ultimi sondaggi geognostici effettuati dalla ditta Ecosud Srl, per conto di Sviluppo Italia: ottobre 2010. A distanza di più di un anno, da Palermo sono arrivati solo nei giorni scorsi gli atti relativi al progetto di messa in sicurezza del piede dell’ex grande discarica, finanziato con lo stanziamento di un milione duecentomila euro dalla Regione siciliana. Nella prossima settimana si dovrebbe tenere la conferenza dei servizi convocata dal dirigente comunale, responsabile del procedimento, l’ing. Salvatore Saglimbeni. Ma su Portella Arena ormai da mesi la Procura della Repubblica ha acceso i riflettori. L’iscrizione nel registro degli indagati del sindaco Buzzanca, dell’assessore all’Ambiente Elvira Amata e dell’ing. Saglimbeni risale alla scorsa estate. Da luglio i Noe (i carabinieri del Nucleo operativo ecologico) di Catania hanno effettuato una serie di accertamenti sul campo e hanno acquisito una corposa documentazione negli uffici di Palazzo Zanca. Sono stati sentiti dirigenti e funzionari e ora l’inchiesta sembra essere destinata ad allargarsi, viste le responsabilità dirette in questa vicenda del Governo siciliano e dei suoi organi tecnici. Se, infatti, si vogliono capire le ragioni della mancata messa in sicurezza delle aree collinari che sovrastano la riviera nord di Messina, si deve bussare alla porta di Sviluppo Italia, che già nel 2006 aveva avuto affidato l’incarico dalla Regione. Dell’assurdo stato di abbandono dell’ex discarica, si è detto e scritto infinite volte. E più volte la magistratura se ne è occupata, adottando provvedimenti anche drastici come l’apposizione dei sigilli nel 1998 – a seguito dell’alluvione che nel settembre di quell’anno provocò la morte di quattro persone e Portella Arena fu indicata come una delle concause dello straripamento dei torrenti Annunziata e Pace – e come il sequestro disposto nel 2010. Ogni volte, però, le aree sequestrate sono diventate facile preda di chi ha continuato a ritenere che Portella Arena fosse ancora una discarica e vi ha scaricato rifiuti e materiali di ogni genere. L’aspetto più preoccupante è legato alla presenza delle enormi masse di rifiuti nascosti sotto i vari strati del versante collinare e dalle quali si è più volte verificato lo sversamento del percolato che ha inquinato i terreni sottostanti e ha raggiunto perfino il letto dei torrenti e la spiaggia di Pace. A causa delle tracce di percolato rinvenute in un’area privata, è scattata la denuncia di una cittadina messinese che ha chiesto al Comune il pagamento di oltre 150 mila euro quale risarcimento dei danni subiti. Altri esposti sono stati presentati dal Wwf e dalle associazioni ambientaliste ed è per questo la Procura ha aperto un nuovo fascicolo. Ci si chiede oggi quale sarà il futuro di quest’immensa porzione verde, tra le più pregiate, e le più sprecate, del nostro territorio.

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