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venerdì 3 febbraio 2012

UNIVERSITA’ DI MESSINA NELLA BUFERA - Assunzione precari e Centro Interdisciplinare, chiesto rinvio a giudizio del Rettore dell’Università di Messina, Franco Tomasello e del direttore amministrativo dell’Ateneo, Giuseppe Cardile per abuso d’ufficio e falso

Due inchieste avviate nel 2009 dalla Guardia di Finanza che vedono coinvolte il Rettore dell’Università di Messina, Franco Tomasello ed il direttore amministrativo dello stesso Ateneo Pino Cardile. Per entrambi il sostituto procuratore Camillo Falvo ha chiesto il rinvio a giudizio per le ipotesi di reato di abuso d’ufficio e falso. La prima vicenda riguarda l’assunzione a tempo determinato all’Università di nove persone che non erano in possesso dei requisiti richiesti. Il sostituto Falvo, per questo fascicolo, ha chiesto che venga processata per abuso d’ufficio anche il capo area degli organi collegiali e servizi amministrativi e documentali dell’Università Maria Ordile mentre ha chiesto l’archiviazione per l’ex direttore amministrativo dell’Ateneo Salvatore Biliardo e per il dirigente dell’Ufficio coordinamento di sviluppo Elio Vigorita. Nel 2008 il consiglio d’amministrazione dell’Università, seguendo le indicazioni della finanziaria appena approvata dal governo, decise di stabilizzare nove precari in possesso del requisito temporale previsto dalla legge e cioè aver maturato un periodo di 36 mesi lavorativi, anche non continuativi, nell’ultimo quinquennio.



Secondo l’accusa gli indagati attestarono falsamente che i nove precari avevano maturato il requisito temporale, il tutto a scapito di soggetti che avrebbero avuto diritto a quella stabilizzazione. Per raggiungere questo scopo il consiglio d’amministrazione dell’Università approvò delle modifiche al regolamento in materia di stabilizzazione del personale a tempo determinato. In sostanza venne eliminato il requisito temporale dell’ultimo quinquennio dando via libera all’ingiusta assunzione di nove persone. La seconda vicenda, per la quale è stato chiesto il rinvio a giudizio solo del Rettore Tomasello e del direttore amministrativo Cardile per falso e abuso, riguarda la mancata istituzione ed attivazione del “Centro Interdisciplinare di Chirurgia comparata” per il quale l’Ateneo di Messina aveva ottenuto 480.000 euro stanziati dal Ministero dell’Università nel 2005. Secondo quanto accertato dagli investigatori Tomasello e Cardile con una relazione avrebbero indotto in errore il Senato Accademico facendo si che venissero destinate le somme a finalità diverse da quelle indicate nel piano generale di utilizzo dei fondi comunicato al Miur. Secondo gli inquirenti l’obiettivo era quello di danneggiare il professor Giuseppe Cucinotta, responsabile e delegato per l’attivazione del Centro Interdisciplinare di Chirurgia comparata. Cucinotta, infatti, nel 2007 aveva denunciato all’autorità giudiziaria lo stesso Rettore Tomasello e l’ex preside di Veterinaria Battesimo Macrì. Secondo l’accusa Macrì e Tomasello esercitarono pressioni sul professor Cucinotta perché aiutasse il figlio dell’ex preside di Veterinaria a vincere un concorso per professore associato. Cucinotta però denunciò tutto ed il Rettore fu sospeso dalle funzioni per due mesi e Macrì nel luglio 2007 finì agli arresti domiciliari.

Università, tre richieste di giudizio Falso e abuso per il rettore Tomasello, il direttore Cardile e il funzionario Ordile.
Dall’inchiesta “madre”, quella su Veterinaria, a mano a mano che il tempo, e le indagini, passavano, emergevano nuovi filoni, tra un’intercettazione e un esposto. Adesso ci sono le carte giudiziarie di altre due storie. Una per la stabilizzazione di nove precari, secondo la Procura effettuata dall’ateneo in violazione di legge con il conseguente “ingiusto vantaggio patrimoniale” per i beneficiati, l’altra per la mancata creazione del Centro interdisciplinare di Chirurgia comparata, secondo la Procura una ritorsione per «arrecare un danno» al docente di Veterinaria Giuseppe Cucinotta, il quale con le sue denunce originò proprio l’inchiesta “madre” sulla facoltà universitaria che ha sede all’Annunziata. continua... Enricodigiacomo

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