Pagine

lunedì 10 dicembre 2012

ASSENTEISMO, IL VIDEO DELLA TRUFFA: BLITZ ALL’IACP DI MESSINA, 4 ARRESTI (I NOMI) E 76 INDAGATI

Quattro dipendenti dell’Istituto autonomo case popolari di Messina (Salvatore Cicero, Eugenio La Bella, Gaetano Sidoti e Antonino Novak) sono stati arrestati dalla guardia di finanza nell’ambito di un’inchiesta contro l’ assenteismo coordinata dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e dal sostituto Antonio Carchietti. Per loro il Gip ha disposto i ‘domiciliari’ per oltre 50 ore di assenze ingiustificate in un mese. Per altri 54 loro colleghi è stato emesso un provvedimento di obbliga di firma: dovranno presentarsi in caserma prima di andare al lavoro e all’uscita. Complessivamente nell’operazione ‘badge sicuro’ sono indagati 81 dei 96 dipendenti dell’Iacp di Messina. Le indagini sono state effettuate per un mese dalla guardia di finanza che si è servita anche di telecamere nascoste agli ingressi dell’istituto. I particolari sull’operazione sono stati resi noti durante una conferenza stampa che si è tenuta nella sede del comando provinciale della guardia di finanza con il procuratore aggiunto di Messina, Sebastiano Ardita, e il sostituto Antonio Carchietti. Tutti gli indagati sono accusati di truffa ai danni dello Stato. Sarebbero circa 1.500 le ore di assenze ingiustificate, in un mese, contestate agli indagati. Grazie alle telecamere nascoste agli ingressi dell’Iacp è stato possibile rilevare, sostiene la Procura di Messina, come gran parte del personale era solito assentarsi arbitrariamente dal posto di lavoro. Le indagini delle Fiamme Gialle hanno consentito di accertare che i dipendenti, a piccoli gruppi, si mettevano d’accordo tra loro affinché uno timbrasse i badge degli altri. Alcuni trascorrevano gran parte del tempo al bar, altri passeggiavano per le vie dello shopping insieme ai colleghi. In altre occasioni la pausa per il pranzo, fissata in 30 minuti, durava oltre due ore e qualcuno, dopo il pranzo, sceglieva di non tornare dietro la scrivania. Gli indagati, spiega la guardia di finanza di Messina, rischiano, “oltre al licenziamento, una condanna da uno a cinque anni di reclusione e una multa da 400 a 1.600 euro prevista per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato” e, se riconosciuti colpevoli, “saranno chiamati a risarcire il danno patrimoniale, pari agli stipendi dei periodi di mancata prestazione lavorativa e al danno all’immagine subita dall’amministrazione pubblica”. da GDS

da enricodigiacomo

Nessun commento:

Posta un commento