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lunedì 21 novembre 2011

Stare all'aperto riduce miopia

Uno studio presentato all'American Academy of Ophtalmology, ipotizza che la perdita dell'attitudine da parte dell'uomo di rivolgere il proprio sguardo verso l'orizzonte o comunque in lontananza sarebbe alla base dell'aumento di casi di miopia negli ultimi 40 anni.

Dal 25 per cento del 1972, infatti, si è passati a una percentuale del 42 sul campione mondiale, con punte dell'80 per cento in alcune zone dell'Asia – ad esempio Singapore – dove non a caso gli spazi antropizzati hanno stravolto più che altrove l'ambiente naturale.



Tutto ciò è legato all'aumento esponenziale del lavoro terziario, oltre che a uno stravolgimento delle abitudini private, con l'ingresso prorompente nella nostra vita dei computer, che obbligano i nostri occhi a una messa a fuoco continua a breve/media distanza.

Per cercare di ridurre queste percentuali, i ricercatori Anthony Khawaja e Justin Sherwin dell'Università di Cambridge suggeriscono una maggior propensione alla vita all'aria aperta, che per ogni ora a settimana in più che vi si dedica garantisce una diminuzione della probabilità di miopia del 2 per cento. Chi è costretto all'uso delle lenti trascorre fuori casa in media circa 4 ore alla settimana in meno rispetto a chi gode di dieci diottrie.

Secondo i ricercatori, i motivi in realtà sono due; da una parte l'esposizione alla luce naturale, che a differenza di quella artificiale stimola nella retinala produzione di dopamina, un neurotrasmettitore che fra le altre cose limita la crescita del bulbo oculare; dall'altra, stare all'aria aperta costringe l'occhio a mettere a fuoco l'orizzonte o comunque oggetti più lontani.

I ricercatori, che hanno esaminato i casi di circa 11 mila bambini e adolescenti, sono convinti che non sono le ore passate in casa davanti alla tv, al computer o sui libri a determinare il problema, ma la mancata compensazione con un adeguato numero di ore passate all'aria aperta. L'importante, sostengono i ricercatori inglesi, è offrire ai nostri occhi un certo livello di variabilità visiva, in modo tale che il processo di messa a fuoco si “alleni” e si prepari ad ogni tipo di richiesta.

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