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sabato 18 febbraio 2012

MESSINA, L’ALLUVIONE DEL 1998: Pena definitiva per l’ing. Navarra. La Cassazione ha confermato senza rinvio la sentenza d’appello

Sono passati quattordici anni da quel disastro. L’alluvione assassina del 1998, che stravolse la città dopo quella del ‘96, senza che fosse cambiato nulla. E fu alluvione di morte anche allora, così come quelle più tristemente recenti di Giampilieri e Scaletta, e poi di Saponara. Solo ieri s’è consumato l’atto finale davanti alla Corte di Cassazione di una lunghissima vicenda processuale che si aprì dopo la tragedia, una maledetta serata in cui morirono quattro persone: Nino, Maria e Angela Carità, che si trovavano sul torrente Annunziata e stavano tornando a casa, come sempre, a bordo della loro Ford Fiesta, e poi il cingalese Simone Fernando Warnakulasurya, che si perse nella melma del torrente Pace, dopo essere sceso dall’auto per aiutare un congiunto in difficoltà. Il suo corpo non è stato mai più ritrovato. La IV sezione penale della Cassazione, dopo una lunga mattinata d’aula e un’interminabile camera di consiglio, solo nella tarda serata, erano le 23 passate, ha confermato senza rinvio l’unica condanna ancora in piedi che residuava dopo i tre gradi di giudizio, vale a dire quella decisa in appello il 29 ottobre del 2010 per l’ex capo del Genio civile di Messina, l’ing. Rosario Navarra Tramontana, a sei mesi di reclusione, con pena sospesa e non menzione.

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