Pagine

mercoledì 16 maggio 2012

Con Passera non è più Malinconico

Carlo Malinconico scacciato dalla porta del governo per le vacanze pagate a sua insaputa, rientra dalla finestra. E che finestra: da 25 milioni di euro l’anno. L’incarico conferitogli dal ministro Passera consiste nel commissariare  la gloriosa Fondazione Valore Italia, che dal 2005 si affatica a pensare come e dove realizzare una specie di esposizione permanente del made in Italy. Un impresa che naturalmente ha richiesto molto tempo, anni di riflessione, durante i quali però sono stati prodotti ben due convegni di mezza giornata, tra  febbraio e marzo  del 2007 in cui si è parlato di tecnologie digitali già vecchie di dieci anni. Ma anche molto denaro, tanto che al gruppo di lavoro destinato a concepire questa sorta di expò sono stati assegnati  la bellezza di 15 milioni a fondo perduto e senza alcun vincolo nello statuto
Però il gruppo guidato da Massimo Arlecchino, cinque pensatori tutti di osservanza fascio finiana, tra cui anche Umberto Croppi, mica è stato con le mani in mano: si è dato da fare e ha girato il mondo per vedere come sono organizzati altrove musei ed esposizioni, immagino in compagnia di mogli, segretarie, collaboratrici. Quindi non si sa se la scelta di Malinconico derivi dal voler creare una discontinuità con Arlecchino o dalla volontà di permettere all’ ex sottosegretario di farsi laute vacanze senza interventi di sconosciuti finanziatori esterni che – zac -staccano l’assegno prima che uno riesca a pensare.

Passera che è il regista  del recupero di Carlo il viaggiatore, balbetta di spending review , il nuovo totem verbale governativo, per giustificare la nomina, ma senza minimamente chiedersi la ragione di esistenza di questa Fondazione che è stata sette anni ad elaborare e ponzare, senza alcun risultato tangibile, se non per il gruppo di lavoro. Ed evidentemente al ministro premeva così tanto sistemare Malinconico che ha commissariato senza averne la facoltà che per un ente di diritto privato spetta al prefetto. Proprio questa è la cosa più spiacevole: la volontà pervicace e arrogante di non lasciare a piedi amici e compari incappati in “incidenti”  opachi e risibili, la permanenza di enti del tutto parassitari in un momento drammatico, la dicono lunga sulla qualità dei tecnici e sul loro spirito di casta.

Ecco dove si arena e agonizza il valore Italia: in orrendi carrozzoni inutili e mangiasoldi per sistemare i complici del sistema. E purtroppo nemmeno in questo c’è la minima traccia di innovazione.

Nessun commento:

Posta un commento