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mercoledì 19 giugno 2013

La mappa nera dei tumori in Sicilia

Che rapporto c’è, in Sicilia, fra i morti di cancro e le industrie? Perché alle falde dell’Etna, soprattutto in una certa zona, i carcinomi alla tiroide sono più del doppio della media del Catanese e delle province limitrofe? Per quale ragione nella zona nord del Siracusano c’è un “triangolo maledetto” di leucemie e linfomi, fino al 30% in più rispetto al resto dell’Isola? Come mai nel meraviglioso “tacco” del sud-est siciliano c’è un esercito di malati di neoplasie al fegato e di bambini nati con malformazioni? E, infine, nel Vallone nisseno c’è un legame fra l’altissimo rischio di sviluppare un tumore e la presunta presenza di scorie radioattive?

Una lunga serie di domande, una rete fitta e spesso inestricabile, “buchi neri” che racchiudono le paure più ataviche dei siciliani. “Può sembrare assurdo più grande elemento di novità per la salute dei cittadini siciliani negli ultimi anni è la conoscenza”. L’ammissioneprovocazione è di Salvatore Sciacca, direttore scientifico del Registro tumori integrato delle province di Catania-Messina- Siracusa-Enna, uno dei quattro Rti istituiti in Sicilia; gli altri sono quelli di Palermo, Agrigento-Trapani e Ragusa- Caltanissetta.  da Lasicilia

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