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martedì 4 giugno 2013

Quando i carnefici si fingono vittime: il filantropo killer di Eternit

eternit-processo-ansa-300x207 Ernest Schmidheiny a suo tempo creatore della Eternit è indignato per la condanna a 18 anni: non poteva sapere che il suo materiale era mortale, quindi non immaginava le migliaia di morti destinati a purtroppo a crescere col tempo. Sebbene l’asbesto fosse stato individuato come cancerogeno fin dal 1962 (anzi è stato il primo composto a ricevere questo lusinghiero riconoscimento ufficiale) le fabbriche del magnate svizzero improntate alla massima incuria e  insicurezza, hanno continuato ad avvelenare  fino all’86. Anzi a sottolineare la spasmodica attenzione alle vite degli altri che regna nelle salvifiche corporation, una società belga lo produce ancora in numerosi Paesi tra cui Russia, Tailandia, India, Cina, Egitto, insomma in quei luoghi dove la vita ha poco prezzo o si possono facilmente comprare le indulgenze.

Ed è naturalmente indignato anche Riva, che si finge vecchio e malato, vittima di un ingiustizia. Ed erano vittime anche i dirigenti della Thissen Krupp, naturalmente applauditi in quella tana di rampolli avidi e incapaci tenuti fuori dalle aziende a fare lobby, che è Confindustria. La sentenza sull’Eternit sarà anche storica, ma è il culmine di una storia di oltre un trentennio nel quale il profitto ad ogni costo altrui è divenuto il faro della civiltà, nel quale si è fatto in modo che le vittime introiettassero la figura del carnefice e nel quale, a causa della corruttela diffusa l’Italia è stata l’India dell’Europa.

I poveri miliardari vittime di questi maledetti morti, così modesto sacrificio alla legge del profitto incisa anche sull’ondulato eternit, piangono la grave ingiustizia e forse temono che le sentenze possano preludere a un giro di boa della storia. Non ne sarei così certo, perché tra questi casi quello di Schmidheiny è esemplare e inquietante. Dopo aver avvelenato Casale, Rubiera, Cavagnolo e Bagnoli con fabbriche senza alcuna sicurezza per gli operai e per gli abitanti, tanto che l’asbesto veniva sparato nell’aria, come fosse essenza di lavanda, il miliardario fu nominato nel 1990  consigliere capo per gli affari e l’industria per il segretario generale della Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo (UNCED). Alla faccia. E oggi -udite, udite – è presidente onorario del Word Business Council per lo sviluppo sostenibile. Certo è anche proprietario in Cile di 120 mila ettari di foreste che il popolo Mapuche reclama, svendute per quattro soldi da Pinochet al miliardario, ma insomma mica vogliamo togliere tutti gli sfizi a questo filantropo.
Magari non lo sappiamo, ma è un convertito, che tuttavia fa la vittima di fronte alla leggerezza e noncuranza con cui ha fatto soldi a palate con l’Eternit. Ma la questione è invece che quando il profitto diventa il primo comandamento si può essere assassini e filantropi allo stesso tempo.E quando si possiedono 2 miliardi di euro in sole posizioni finanziarie, si è filantropi per definizione. (simplicissimus)

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