PATH (Publish All Trials on Humans): un gruppo che ha aperto una pagina su Google, con l’obiettivo di "garantire che tutti i dati vengano pubblicati"; un dovere etico "nei confronti di chi dà il suo consenso per partecipare alla ricerca nella convinzione che i risultati siano a beneficio di tutti".
Progetto YODA (Yale University Open Data Access), promosso da un gruppo di eticisti e ricercatori di Yale: con la collaborazione e il finanziamento dell’Azienda Medtronic avrà l’accesso e analizzerà tutti i dati clinici individuali dei partecipanti ai trial sul farmaco biologico BMP-2 (bone morphogenetic protein-2).
Come spiega Peter Gøtzsche in un editoriale pubblicato sul sito della Cochrane Library "la pubblicazione selettiva dei risultati dei trial è una pratica comune, e ciò significa che i risultati pubblicati dei trial – e di conseguenza anche le revisione sistematiche di trial – tendono a esagerare gli effetti benefici degli interventi sanitari e a sottostimarne i pericoli, spesso in misura considerevole. A causa della selezione del materiale pubblicato, molti pazienti sono stati trattati, a loro insaputa, con interventi che non hanno alcun effetto, e potrebbero essere stati danneggiati inutilmente. Una pratica che va contro l’etica e viola il contratto implicito che ricercatori e ricercatrici in campo sanitario hanno con i membri del pubblico che partecipano volontariamente ai trial, e cioè che l’obiettivo della ricerca è migliorare il trattamento delle pazienti e dei pazienti futuri."
Gøtzsche interviene nuovamente sull’argomento in un articolo in corso di pubblicazione sulla rivista Trials, già molto cliccato, dove afferma che gli appelli alla condivisione dei dati non vanno limitati alle ricerche sostenute da finanziamenti pubblici, ma vanno estesi anche alle ricerche finanziate dall’industria "dal momento che gli interessi delle pazienti e dei pazienti devono superare gli interessi commerciali".
È, oltretutto, un modo per onorare anche le persone che partecipano ai trial.
Fonte: Il Pensiero scientifica
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