TRADOTTO DA ELENA INTRA
Sabato scorso la Rete cinese si è svegliata con la notizia dell'arresto di sei persone e della chiusura di 16 siti web, per aver "inventato o diffuso voci online", secondo quanto riportava l'agenzia di stampa Xinhua citando le parole dell'Ufficio nazionale dell'informazione su Internet (SIIO) e la polizia di Pechino.
Lo stesso rapporto affermava che i noti siti di microblogging Sina Weibo e Tencent Weibo, dove sembra fossero comparse quelle voci, erano stati "redarguiti e puniti di conseguenza". Non c'è modo di sapere in cosa consiste la pena, ma i netizen cinesi ne hanno presto constatato i risultati: i due siti in questione hanno vietato agli utenti di pubblicare commenti da sabato 31 marzo in poi.
Nessun commento:
Posta un commento