
Tali processi verrebbero neutralizzati con gli avversati e antimetodici test la cui inadeguatezza e miseria culturale è stata denunciata pochi giorni fa da 27 noti intellettuali e docenti universitari italiani, tra cui Luciano Canfora, che hanno additato i marchiani errori commessi dal ministero nel redigere le batterie di test per i TFA e ribadito l’inidoneità della formula del “quiz” per testare capacità e conoscenze di un aspirante docente (si veda il suo intervento apparso sulla Stampa: http://www3.lastampa.it/scuola/sezioni/news/articolo/lstp/465710).
Sono inoltre sbigottiti nel constatare che le testate giornalistiche nazionali che hanno spesso accolto le proteste e le ragioni dei precari (vd. La Repubblica, ed. di Napoli del 16/07/2012, l’articolo di Conchita Sannino contro il concorso annunciato), si siano frettolosamente ed entusiasticamente precipitate, senza diffondere nemmeno le informazioni “tecniche” di base, a celebrare le magnifiche sorti e progressive che sarebbero prefigurate dall’agire sconsiderato di Profumo, del governo “tecnico” e di PD, PDL, UDC. Il PD aveva promesso ai Precari uniti, nel corso di un’audizione a Montecitorio concessa ai loro delegati il giorno 26/07, un incontro col Ministro proprio riguardo al concorso, ma ora sta appoggiando in tutto il massacro dei diritti acquisiti dai precari.
Vogliono perciò chiarificare, per amor di verità e giustizia, se ancora queste parole hanno un senso e un valore in un paese in cui il nonsenso ha sostituito la razionalità e la paranoia dello spread ha cancellato ogni altro valore, che:
al concorso “dinamizzante” che sarà bandito a settembre sono chiamati a partecipare non i giovani aspiranti docenti, portatori di non si sa quali linfe vitali, ma proprio i matusalemme da “far fuori”, i famigerati precari “storici”, quelli che sono già abilitati, quelli che hanno la gravissima colpa di avere conseguito più di un titolo, di aver superato più di un concorso, di avere, magari, dei dottorati di ricerca, e di aver accumulato, da quando erano “giovani” fino a oggi, cioè a 40-50 anni, tantissimo servizio, mandando avanti la scuola pubblica e facendo sì che la stessa si attestasse su livelli di decenza, mentre piovevano soldi a palate (e, come Monti ha pubblicamente promesso, ancora ne pioveranno!) sui diplomifici privati. In questa scuola creata dai nostri governi si contano 10.000 docenti in “esubero” che la spending review sta per “riciclare” mandandoli ad insegnare una qualsiasi materia, alla faccia dello strombazzato “merito” e della qualità.
E’ falso e ridicolo sostenere che non ci sono stati concorsi dal 1999 ad oggi. Le scuole di specializzazione (SSIS e Scienze della Formazione Primaria) a numero chiuso, con prova selettiva in entrata e prova finale, attivate in ossequio ad una normativa europea che mandava in cantina definitivamente la superata procedura selettiva contestata (la quale ha storicamente dato adito a fenomeni di clientelismo), hanno valore di concorso (legge 306 del 27/10/2000, art. 6 ter e legge 40 del 1990 art.4 comma 2)
Non è possibile, in uno Stato di diritto, fare sperequazioni tra lavoratori con gli stessi requisiti. Dal 2000 ad oggi, infatti, sono stati immessi in ruolo, prima e dopo i tagli Gelmini, migliaia di docenti abilitati, SENZA ALCUNA ALTRA PROVA SUPPLETIVA! Con quale criterio, dopo 10 anni di assunzioni effettuate dalle Graduatorie ad Esaurimento il ministro riesuma il concorso e sottopone ai suoi ridicoli quiz (uguali per tutte le materie, ha detto: un’altra assurdità!) docenti che hanno la stessa anzianità di servizio e gli stessi titoli di chi è stato più “fortunato”? Siamo all’anarchia procedurale, alla follia pura! I precari annunciano, perciò, che impugneranno il bando di concorso il giorno stesso della sua pubblicazione eventuale, perché questo concorso spregia e sfregia il Diritto.
I precari invitano la stampa a ragionare sulle contraddizioni di un ministero che calpesta i diritti acquisiti da migliaia di docenti sfruttati, partendo dal presupposto inaccettabile e pedagogicamente destituito di ogni fondamento del “necessario ringiovanimento” del corpo docente italiano, che intanto, però, viene tenuto in cattedra fino a 67 anni.
Proclamano che non si lasceranno umiliare ed epurare, dopo anni di lavoro, passione e sacrifici, dai propositi “eugenetici” del ministro, e che metteranno in campo ogni azione volta a tutelare i loro diritti e la Scuola Pubblica.
Chiedono alla stampa quel minimo di coerenza logica e di onestà intellettuale sufficienti a demolire le menzogne e i castelli ideologici del ministro Profumo, animato dalla smania di “selezionare” chi è già stato selezionato dallo Stato e da migliaia di alunni, lui che, paradossalmente, nessuno ha mai scelto, e chiedono che i tagli vecchi e nuovi vengano ritirati, che gli organici vengano adeguati ai bisogni reali della scuola e che tutti i precari vengano immessi in ruolo, come loro imprescrittibile diritto, dalle Graduatorie, unico strumento meritocratico e trasparente, senza ulteriori, inaccettabili penalizzazioni economiche o professionali. (nuovosoldo)
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