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lunedì 21 novembre 2011

Il branco di iene

Il branco di iene Silvio Berlusconi Ruby Olgettina Minetti Claudio Messora Byoblu Byoblu.Com

Il Tribunale di Milano ha stabilito che le arcorine, cioè le ragazze dei festini di Arcore, sono tutte parti offese. Tutte e 29, anche quelle che non ne hanno fatto richiesta: in base alla tutela della libertà della persona umana. Ora, è evidente che il reato di sfruttamento della prostituzione, se provato, è ripugnante per una società che pretende di considerarsi civile. Specialmente in questo caso, poi, coinvolgendo nel ruolo di satrapo una delle più alte cariche istituzionali, la pena dovrebbe essere esemplare. Tuttavia, considerare vittime il “manipolo di volontarie” che orbitava intorno a Villa San Martino come un nugolo di mosche intorno a una carcassa mi pare un’interpretazione un po’ stiracchiata.




Quando penso alle vittime dello sfruttamento della prostituzione, penso per esempio ad una giovane ragazza dell’est che fa avanti e indietro tra il marciapiede e il monolocale dove esercita, controllata dal suo magnaccia che alla fine della lunga nottata requisisce l’incasso e fa le parti. Oppure penso alle nigeriane che atterrano in Italia con il miraggio di un lavoro, indebitando la loro famiglia di origine per decine di migliaia di euro e poi si trovano senza documenti, scaraventate per strada, con l’incubo che qualcuno possa fare del male alla loro mamma lontana se non riacquistano la libertà a suon di 20 euro a botta.

Invece, pensare a tutto quel branco di iene che si avventava intorno al ragionier Spinelli per strappare una bustarella da diverse migliaia di euro – l’equivalente di diversi mesi di lavoro per un impiegato comune –, dopo avere ingaggiato battaglie all’ultimo sangue per stabilire chi avrebbe avuto il privilegio di passare la notte con il sultano, ottenendo così ingaggi più sostanziosi e magari qualche particina in tv, come a “parti offese, in base alla tutela della libertà della persona umana”, ecco: sarò arcaico, ma confesso che mi rende perplesso. Anzi, a giudicare dai commenti messi a verbale nelle chilometriche intercettazioni telefoniche, quelli dove il sultano veniva definitoculo flaccido”, “vecchio di m...” dalle stesse cortigiane che si prodigavano poi in sorridenti balletti in sua presenza, la tentazione di ripensare a chi abbia giocato il ruolo della vittima e chi del carnefice è un moto spontaneo dell’animo che non mi indigna.

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