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venerdì 24 febbraio 2012

Un MUOStro di mafia a Niscemi

Un’intera collina sventrata nel cuore della riserva naturale “Sughereta” di Niscemi. Centinaia di metri di terrazzamenti, la macchia mediterranea sradicata. In cima, gli scheletri delle future casermette e tre enormi basamenti di cemento. Mancano solo le parabole e l’installazione del terminal terrestre del MUOS, il nuovo sistema di telecomunicazione satellitare della Marina militare Usa, sarà completo. I lavori, autorizzati nel giugno 2011 dalla giunta regionale di Raffaele Lombardo (unico politico filo-Muos di tutta la Sicilia), procedono con celerità sorprendente. Inesorabili. Laceranti. Sfidando le piogge e i rigori dell’inverno.

L’immensa base di Niscemi, 144 ettari di terreni ricadenti in zona A e B della riserva, è attraversata da auto di servizio, camion pesanti, ruspe, betoniere. Nessun cartello segnaletico sulla tipologia dei lavori, l’importo, gli esecutori. Su un automezzo che impasta cemento è però ben impresso il logo della “Calcestruzzi Piazza Srl”. Più di due mesi fa, le amministrazioni locali sono state informate che la Prefettura di Caltanissetta ha negato all’azienda il certificato antimafia. Il sindaco di Niscemi, Giovanni Di Martino, l’ha già depennata dall’elenco delle imprese di fiducia del Comune, in ottemperanza alla circolare ministeriale sulla cosiddetta white list che punta ad impedire l’infiltrazione criminale negli appalti pubblici. Ma per il MUOS e la stazione di telecomunicazione Usa più grande del Mediterraneo, le normative italiane antimafia sono invece carta straccia.


I lavori di realizzazione del megaimpianto satellitare sono stati affidati dal comando US Navy ad un consorzio d’imprese denominato “Team MUOS Niscemi”, costituito dalla Gemmo S.p.A. di Arcugnano (Vicenza), società leader nella costruzione d’impianti elettrici e dalla LAGECO (Lavori Generali Costruzioni) di Catania. Due aziende particolarmente attive nel business delle infrastrutture militari. La Gemmo, in associazione con un importante contractor statunitense, ha in affidamento il trasporto di armamenti, la gestione dei servizi ambientali e la raccolta dei rifiuti nello scalo aereo di Sigonella e nella base navale di Augusta. La LAGECO, in passato, ha eseguito i lavori di recinzione e la bonifica ambientale dei terreni del centro di radiotrasmissione di Niscemi. Il subappalto relativo alla movimentazione terra e alla fornitura di cemento è stato affidato invece alla Calcestruzzi Piazza Srl.

La commessa è trapelata sui mezzi d’informazione grazie al giornalista Giovanni Tizian. In un documentato articolo pubblicato il 2 novembre 2011 su l’Espresso, Tizian ha denunciato che l’impresa che stava realizzando i basamenti per le antenne del MUOS era riconducibile all’imprenditore Vincenzo Piazza, “persona associata al boss Giancarlo Giugno, ritenuto dagli inquirenti il referente di Cosa Nostra a Niscemi”. “E il nome di Giugno – aggiungeva Tizan - compare persino nell’istruttoria sui telefonini usati per la strage di Capaci: fino al 2003 ha scontato una pena definitiva al carcere duro, poi è stato protagonista di un surreale caso di soggiorno obbligato nelle Marche - dove non è riuscito a trovare casa - e di un lungo divieto di soggiorno in Sicilia”.   ...di ANTONIO MAZZEO - continua su enricodigiacomo

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