I Vigili del Fuoco, nelle lezioni di spegnimento incendi, assicurano che gli incendi di discariche non si possono spegnere con il semplice uso di manichette che lanciano l’acqua sulla superfice. Lo spegnimento delle fiamme superficiali è solo l’illusione di aver domato l’incendio; infatti , malgrado non sono più visibili fiamme alcune l’incendio persiste, a denunciarne la presenza è il fumo che continua a sprigionarsi dai rifiuti.
Ad altri lasciamo la valutazione delle “qualità benefiche” di quei fumi per la salute degli animali con varie zampe. Noi vorremmo sottolineare alcune stranezze, tecniche ed economiche, nell’intervento di spegnimento dell’incendio nella discarica palermitana di Bellolampo:
1 – l’impiego del canadair ci sembra tecnicamente non appropriato. Il canadair è un mezzo utilissimo per gli incendi di rurali, specie se si sviluppano su superfici piane e coperte da una vegetazione arbustiva o arborea sparsa. In tali condizioni l’intervento del canadair permette un attacco diretto sulle fiamme smorzandole e la diminuzione della temperatura sul fronte del fuoco; ciò permette alle squadre antincendio di forestali e vigili di potersi avvicinare alle fiamme (smorzate dal lancio del canadair) con strumenti “terrestri” (pale, flabelli, picconi, ecc) e spegnerle definitivamente. In caso di superfici caratterizzate da strette valli, caranchi e fittamente boscate con alberi di alto fusto , il lancio del canadair riduce il suo effetto; utile per gli incendi di chioma, quasi nullo per gli incedi di sottobosco. Con una spiegazione semplice – visto il contesto – possiamo dire che la “bomba d’acqua” (quasi 3.000 litri) assume delle caratteristiche d’impatto secondo l’altezza dalla quale viene lanciata; maggiore è l’altezza minore l’effetto, così se i bravissimi piloti dei canadair hanno la possibilità di lanciare da pochi metri dal suolo la “bomba” esplode inondando la superficie colpita, se il lancio avviene da una certa altezza la “bomba d’acqua si” vaporizza, trasformandosi in una specie di leggera nevicata, l’impatto con suolo non avviene ed il solo effetto è l’abbassamento breve della temperatura sul fronte del fuoco.
2 – inutile spreco di denaro, circa 400.000,00 euro. Dalle notizie che abbiamo, in una settimana i canadair hanno effettuato più di 600 lanci. Un canadair riesce a fare 10 lanci (il numero di lanci è legato a fattori come intensità dal vento, orografia dell’area interessata, distanza della fonte di approvvigionamento idrico (mare, lago, grande invaso), ecc.. Il costo orario non è certo per la riservatezza delle istituzioni interessate alla gestione degli aerei antincendio, nell’era Bertolaso pare che un’ora costasse intorno ai 17.000,00 euro. Oggi pare che i costi siano stati ridimensionati e si parla di 7.000,00 per un ora di volo.
Ci piacerebbe sapere se i tecnici del Comune di Palermo, della Prefettura, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e del Corpo Forestale (istituzione che gestisce l’impiego operativo dei canadair) si siano resi conto che stavano, letteralmente, buttando 400.000 euro a discarica.
Ci sembra opportuno ricordare ai maestri Vigili del Fuoco (gli ufficiali, non certo quelli che stanno in mezzo ai fumi della discarica) la tecnica di intervento da loro stessi consigliata teoricamente, in una discarica il fuoco si spegne scavando, non innaffiando.
Dalle nostre considerazioni, per quanto semplici, una domanda sorge spontanea, ma chi era il direttore delle operazioni di spegnimento?
Giusto per precisare e smentire le notizie circa lo spegnimento della discarica, fino ad oggi Bellolampo fuma e se non si scava nella sua “pipa” fumerà per chissà quanto ancora.
GT - (da: nuovosoldo)
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