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domenica 7 ottobre 2012

L’arca dei due Noè per salvare dal diluvio la classe dirigente

Qualcuno pensa che Monti sia stato chiamato per salvarci dal diluvio e ne rimane convinto anche se ha cominciato a piovere forte. Ma è un errore di prospettiva; il premier e il suo sponsor Napolitano stanno allestendo un arca nella quale salvare la classe dirigente italiana dall’inevitabile innalzamento delle acque. Nella barca, ancora in cantiere, ci si propone di salvare le specie più a rischio: il politico di lungo corso come il giovane maneggione, il capitalista senza capitale che si è insediato come un parassita sulle spalle del Paese così come quello che ha tratto dagli appalti pubblici la propria fortuna, la multiforme varietà di “mezzani” che sono la rete connettiva della corruzione  al pari dei grand commis  dell’amministrazione che hanno fatto del privilegio  e dei loro infiniti manini la loro ragion d’essere, il ladro così come il portatore di dei tanti conflitti di interesse grandi e piccoli.

Mentre tutti costoro ai apprestano a salire nell’arca è inevitabile che un po’ vengano allo scoperto: così gli scandali esplodono, si scoprono gli altarini dei sobri ministri che danno incarichi alle moglie e posti d’oro alle fidanzate o firmano assurdi e costosissimi contratti per sistemare riccamente  i figli, si svelano le Polverini e gli Alemanni, si mettono in luce candidati che non si fanno scrupoli si sfruttare persino i malari di tumore e tutto un lunghissimo elenco di nequizie che vanno dagli esodati a Taranto dalle vicende di Tronchetti Provera a quella, ormai surreale, dell’Italia Digitale che ancora non esiste dopo aver svuotato tutti gli enti che operavano nel settore. Ma soprattutto si scopre una politica che è fatta di scatole vuote, nella quale le lotte intestine sembrano l’unica  idea possibile e che al massimo vuole  un’arca più grande per non lasciare nessuno con l’acqua alla gola come i cittadini. Il patto di cartone raggiunto nel Pd ne è l’ultima dimostrazione, così come le parole della tessera numero uno del partito, De Benedetti, che sta con Bersani, ma vuole il Monti bis. Del resto il Pd  che dovrebbe essere in prima fila nella tutela dei beni pubblici, sembra il più ansioso di contraddire il referendum che del resto non voleva: è di ieri la notizia che l’amministrazione di centrosinistra di Padova ha ceduto la gestione dell’acqua ad Hera, azienda del resto “vicina al Pd stesso”. Immagino che ci saranno un po’ più di soldini per la campagna elettorale. Fosse per loro avremmo anche il Monti tris.
I due Noè vogliono preservare  l’Italia del declino e non dal declino , traghettarla sulle acque del diluvio che sanno di non poter evitare e che anzi contribuiscono a rendere più rapido, facendo pasticci un po’ dappertutto. La stessa inondazione è in un certo senso una chance che permette a una classe dirigente fallita di distogliere l’attenzione dalla sua incapacità e di perpetuarsi arruolando come co.co.pro paura e necessità variamente gestite, per accreditarsi nuovamente quando eventualmente si dovesse tornare a toccare terra. Così ad ogni buon conto si impermeabilizzerà  la stiva con un’ambigua legge anticorruzione che sembra fatta apposta per permetterla, con un taglio deciso alle intercettazioni e infine con una legge che appioppa un minimo di 30 mila euro di multa a giornali o siti web in caso di diffamazione. Ovvio che gli editori ricchi potranno fare le loro campagne e la stampa più modesta dovrà tapparsi la bocca. Anche perché in Italia la diffamazione non è correlata alla verità di ciò che si dice (vedere qui). Potrà piovere come dio la manda, ma nell’arca si starà a meraviglia.

E se il primo Noè, giungo all’età di 950 anni dovrà lasciare, al comando ci resterà chi di arche se ne intende, un timoniere sulla cui iniquità ontologica si potrà sempre contare. E quando vedrà un pipistrello con un rametto di ulivo in bocca si rallegrerà per aver salvato la disumanità dal disastro e darà gloria a dio, grande e Monsanto. (simplicissimus)


Filed under: Crisi economica, Governo, Italia, Pd Tagged: Acqua pubblica, arca, corruzione, Hera, Monti, Padona

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