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venerdì 22 giugno 2012

Sempre più soldi agli spioni

Gianluca Di Feo: I servizi segreti costavano già più di mezzo miliardo l’anno: ora lo Stato gli regala altri 80 milioni. Per fare cosa? Fondamentalmente per nascondere i dossier sporchi della politica: Sapete quanto costano i servizi segreti italiani? Il bilancio economico della nostra intelligence è forse uno dei misteri meglio custoditi dell’intero dopoguerra. Adesso un libro può aiutare a capire quanto spendiamo per gli 007: almeno 565 milioni di euro l’anno.

E’ l’unico dato ufficiale, risalente al 2010, che non comprende però altri fondi top secret dirottati dalla presidenza del Consiglio per finanziare operazioni classificate, come il supporto alle missioni militari estere o i voli della compagnia di copertura spesso usata come taxi dai politici. Ma lo stanziamento è destinato a lievitare: per il 2013 si prevede di arrivare a 645 milioni di euro. Un aumento, nonostante la crisi. O forse a causa proprio della crisi, che dovrebbe obbligare i nostri apparati di prevenzione a un ulteriore sforzo per informare le istituzioni sul moltiplicarsi di fronti di tensione, interna o internazionale.



Il guaio è che troppo spesso i nostri 007 invece di prevenire arrivano in ritardo. E questo è solo uno dei problemi messi in evidenza da Piero Messina, giornalista d’inchiesta e collaboratore de “l’Espresso”, in “Il cuore nero dei servizi” (Bur Rizzoli, 306 pagine, 12 euro). Il saggio ricostruisce una vasta serie di scandali e intrallazzi andati a segno durante la seconda Repubblica, dalla celebre “Zarina” che si era impadronita del Sisde fino ai recentissimi appalti gestiti dalla Cricca e agli intrecci pericolosi con Finmeccanica e Telecom. Molto inquietante il capitolo sull’attività opaca svolta nella lotta alla criminalità organizzata, da Palermo a Napoli, dove spesso il confine tra collusione e ragione di Stato diventa confuso. Il viaggio negli uffici più blindati e discussi d’Italia è guidato dai racconti di due ex agenti che hanno lasciato da pochissimo i reparti operativi. E più del passato meritano rilievo le considerazioni sul presente, a partire dal ruolo dell’intelligence nelle rivolte che hanno cambiato il Maghreb, dall’Egitto alla Tunisia. da Enricodigiacomo

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