Nel 2010 una lista con i nomi di duemila evasori fiscali greci è stata consegnata al governo di Atene, ma senza risultati. Il giornalista Kostas Vaxevanis è stato arrestato per averla pubblicata. Ecco il suo racconto.
“Più uno stato è corrotto e più fa leggi”, scriveva lo storico romano Tacito. In Grecia ci sono molte leggi, così tante che la corruzione può dormire sonni tranquilli. Un club esclusivo di individui potenti compie azioni illecite e poi fa pressione per approvare una norma in grado di legalizzarle, garantendosi un’amnistia. E intanto i mezzi d’informazione stanno in silenzio.
Mentre scrivo queste parole, le vicende di una rivista indipendente in Grecia – Hot Doc, di cui sono il direttore – sono al centro di un dibattito mondiale. La pubblicazione da parte nostra di una lista di presunti correntisti di banche svizzere e il mio conseguente arresto hanno scatenato un putiferio. Ma non sui mezzi d’informazione greci. Qualche mese fa la Reuters e la stampa britannica hanno scoperto alcuni scandali che coinvolgevano le banche greche, ma nemmeno allora i media del nostro paese si sono occupati della vicenda.
Lo spazio che avrebbe dovuto essere dedicato agli scandali è stato invece assegnato ad annunci a pagamento voluti da quelle stesse persone che hanno provocato il crollo delle banche greche.
In Grecia il caso Lagarde è soltanto l'espressione estrema di una realtà radicata.
Nel 2010 Lagarde ha consegnato all’allora ministro delle finanze George Papaconstantinou una lista di cittadini greci titolari di conti bancari all’estero. Parte dei soldi erano sporchi, ovvero denaro che non poteva essere tassato o doveva essere riciclato. In una convulsa successione di eventi, Papaconstinou ha ammesso di aver perso il documento originale, ma ha dichiarato di avere comunque passato una copia al suo successore Evangelos Venizelos. Venizelos ha più volte dichiarato di averla conservata, ma non l’ha ancora mostrata.
Finora nessuno ha indagato in maniera adeguata sulla lista.
Negli ultimi due anni la possibilità di rivelare i nomi di chi possiede un conto svizzero ha avvelenato la vita politica greca e ha innescato una girandola di ricatti finanziari e politici nelle stanze oscure del potere. È in questo contesto che Hot Doc ha deciso di pubblicare 2.059 nomi di cittadini greci che presumibilmente posseggono un conto svizzero, senza specificare l’entità del loro deposito o comunicare altre informazioni personali.
A quel punto, con estrema ipocrisia, i poteri si sono risvegliati. ll procuratore di Atene ha avviato una procedura d’ufficio che ha portato al mio arresto immediato.
Alla base delle accuse contro di me c'è la legge per la protezione dei dati personali, ma in realtà nella nostra pubblicazione non c’erano dati personali ma i nomi di alcuni individui che posseggono un conto in banca in alcune banche. Non abbiamo nemmeno insinuato che queste persone fossero colpevoli di qualcosa. Abbiamo semplicemente chiesto che qualcuno indagasse. (da presseurop)
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