Il comandante lombardo era la chiave del prezzo dei farmaci. Oggi è indagato. Ma perché Balduzzi lo ha nominato?
Chi era Carlo Lucchina, fino a ieri, lo sapevamo solo in un manipolo di assatanati della politica sanitaria. Lui è uomo schivo, ciellino devoto e non in brachette a fiori come il suo sodale Roberto Formigoni. Tanto il Formiga è aitante, tanto il Lucchina è mesto; tanto il Formiga è protervo, tanto il Lucchina sta schicio. Ma dalle sue mani, in poco più di dieci anni sono passati così tanti soldi che la maggior parte dei manager pubblici se li scorda. Primi tra tutti, a spanne, i 100 miliardi e rotti messi in circolo dalla Regione Lombardia che quest’anno si mangia da sola 17 miliardi (per fare un esempio). Oggi i magistrati di Milano lo accusano di aver gestito denari a profusione un po’ come gli pareva, per favorire le imprese legate alla Compagnia delle Opere. Ma che il Lucchina era l’uomo chiave lo sapevano tutti quelli che lo dovevano sapere, da sempre.
Giornali e siti (a parire dal nostro) sono pieni delle vicende infami rilevate dai magistrati in Lombardia, e oggi si legge anche del Lucchina. Sono persino comparse sue fotografie, fino a ieri rare e rigorosamente in Cronaca di Milano. Quindi è inutile ricordarne qui le gesta. Lui è l’uomo che comanda la sanità lombarda in accordo col Formiga: e tant’è. Ma, una nota dell’ineffabile ministro della Salute Renato Balduzzi ci informa di altro.
Il ministro fa sapere che il dottor Lucchina ha dato ieri le dimissioni da Presidente del Comitato prezzi e rimborso dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Avete idea di cosa significa? Che fino a ieri, l’uomo forte della sanità lombarda, che tutti (ma proprio tutti) gli addetti ai lavori sapevano essere il Molok cui imprenditori, manager, primari, e dottorini della minor risma prestavano sacrifici per far parte dell’Eccellenza (come dice il Crozza-Formigoni), ovvero per spartirsi il tortone lumbard, è stato anche il dominus del commercio dei farmaci in tutto il paese.
Agghiacciante, se non fosse per il côté tragicomico della vicenda: il Lucchina si è dimesso a una settimana dall’insediamento. Il ché significa che a farsi venire l’idea di nominarlo è stato proprio Balduzzi, il tecnico, il superpartes, lo specchiato uomo di Monti delegato a pulire e rendere efficiente la sanità. E significa che la brillante idea, al Balduzzi, è venuta, chessò, un mesetto fa: in piena bagarre pirellonica. Con Daccò in galera, Formigoni che si tuffa dagli yacht, Fondazione Maugeri in mutande (simboliche e non reali come quelle del Governatore).
Insomma, proprio mentre il mondo veniva a sapere quello che noi tutti sospettavamo da anni, che la sanità lombarda sarà anche eccellente ma è marcia alle radici, il ministro della pulizia rendeva il dominus dell’Eccellenza marcita uno degli uomini più potenti d’Italia. Quello al quale tutte le industrie farmaceutiche avrebbero dovuto prestare omaggio, per ogni singola pillola venduta a spese del servizio sanitario nazionale. Insomma, Balduzzi ha messo in mano a Lucchina un gioco da circa 20 miliardi l’anno. Ma come gli è venuto in mente? O meglio: chi glielo ha suggerito?
A pensar male si farà anche peccato, ma io che osservo da una ventina d’anni questo mondo mi chiedo: com’è che non riesce a pulirsi? com’è che tra i burocrati del farmaco (che poi decidono prezzi, rimborsi, e miliardi di denari pubblici) spunta sempre qualcuno che poi i magistrati impallinano? A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca. Lo diceva uno che di farmaci e denari pubblici ne sapeva qualcosa.
da: ilvasodipandora
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