di Antonio Mazzeo da nuovosoldo
La notizia era nell’aria da tempo. La si commentava al bar, nell’atrio del Tribunale, nelle segreterie dei partiti e dei circoli in corsa per un seggio in consiglio comunale. Un segreto di Pulcinella che a Messina hanno tutti giurato di rispettare, nel centrodestra come nel centrosinistra, per non turbare le complesse manovre elettorali del Partito democratico locale. Prima quelle per le regionali dell’autunno 2012, poi quelle per le politiche di febbraio, infine quelle per la scelta del nuovo sindaco con un’inedita alleanza Pd-Udc-Fli-Sel-Megafono benedetta dal rottamatore Renzi e dal “rinnovatore” Crocetta. Adesso è ufficiale.
Lo tsunami giudiziario sulla formazione professionale e la parentopoli in Sicilia sta per abbattersi sugli azionisti di maggioranza del Pd peloritano. Undici gli indagati di quella che è solo una tranche dell’inchiesta della Procura della repubblica. C’è il parlamentare di origini democristiane, finanziere, armatore e costruttore, già sindaco della città dello Stretto e brillante moltiplicatore di tessere e voti. C’è la moglie, una cognata e la sorella. C’è il cognato mister preferenze alle elezioni 2012 per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana. C’è un nipote. C’è l’onnipresente segretaria e un impiegato di fiducia. Più due consiglieri comunali di due piccoli centri tirrenici della provincia. E persino la moglie di un consigliere uscente del comune capoluogo.
I reati ipotizzati spaziano dall’associazione per delinquere al peculato e alla truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, con l’aggravante prevista dall’art. 61 n. 2 del codice penale, cioè l’averli commessi per eseguirne od occultarne altri. I fatti si riferiscono in epoca anteriore all’1 gennaio 2007 e successiva al 31 marzo 2013. L’iscrizione del fascicolo al registro generale delle notizie di reato porta il protocollo n. 7696 del 2011 e il 9 maggio di quest’anno il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e i sostituti Camillo Falvo, Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti hanno richiesto al Gip del Tribunale la proroga di sei mesi per il compimento delle indagini preliminari.
Indagato eccellente numero uno l’on. Francantonio Genovese, già presidente nazionale del Movimento giovanile della Democrazia Cristiana, nel 2001 deputato all’Ars con la Margherita-Ppi, sei anni più tardi segretario regionale del Pd, eletto la prima volta nel 2008 alla Camera dei deputati (ha ricoperto l’incarico di segretario della Commissione parlamentare antimafia) e riconfermato alle ultime elezioni dopo aver stravinto le primarie del partito in provincia di Messina con 19.590 preferenze, un record nazionale. Secondo nome che scotta nello scandalo formazione quello di Franco Rinaldi, ex chitarrista in una band cittadina, dottore commercialista e revisore dei conti, già membro della direzione regionale prima del Movimento giovanile Dc poi del Partito popolare, dal 2006 deputato regionale Pd. Rieletto lo scorso anno con 18.701 preferenze personali (il piddino più votato in Sicilia), Rinaldi siede oggi nell’ufficio di presidenza dell’Assemblea regionale siciliana. ...