Rassegna stampa (news selezionate da staff saluteme.it) di salute e ambiente in Sicilia
venerdì 31 agosto 2012
Mangiare poco non allunga la vita
A dare la notizia, che smonta l’ipotesi che la restrizione calorica possa rallentare l’invecchiamento, è uno studio pubblicato su Nature, che per 25 anni ha analizzato gli effetti del “mangiar poco” sulle scimmie: più che quanto si mangia, conta cosa si mangia, oltre al genoma.
Sanità in Sicilia: manager bocciati ma l'assessore li conferma
I dirigenti di Asp e ospedali saranno oggi nominati in blocco commissari. Nonostante le pagelle negative per sei di loro emanate dal ministero.
TUTTI confermati. A traghettare Asp e ospedali fino al dopo-elezioni saranno i 17 super-dirigenti della sanità in carica, che verranno nominati commissari straordinari.
La firma potrebbe essere l'ultimo atto istituzionale di Massimo Russo che, dopo aver accarezzato il sogno di essere lui il candidato in corsa per Palazzo d'Orleans, è rimasto deluso dalla svolta miccicheiana di Lombardo e ha annunciato le sue dimissioni. L'ultimo strappo tra il presidente e l'ex pupillo si è consumato proprio sui manager: l'assessore avrebbe voluto sostituire almeno quei sei direttori generali che l'Agenas ha recentemente bocciato, ma si è dovuto arrendere di fronte al veto di Lombardo e alla prospettiva di una raffica di ricorsi da parte dei rimossi.
E così i tre manager palermitani che non hanno superato la prova dell'agenzia ministeriale che effettua i controlli per conto della Regione rimarranno in sella almeno per altri due mesi. Si tratta di Salvatore Cirignotta, manager dell'Asp di Palermo, di Mario La Rocca alla guida del Policlinico Paolo Giaccone e di Salvatore Di Rosa al timone degli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello. Gli altri tre "bocciati" sono Armando Giacalone del Policlinico di Catania, Nicola Baldari dell'Asp di Enna e il già dimissionario Franco Maniscalco dell'Asp di Siracusa. (Repubblica Palermo)
La firma potrebbe essere l'ultimo atto istituzionale di Massimo Russo che, dopo aver accarezzato il sogno di essere lui il candidato in corsa per Palazzo d'Orleans, è rimasto deluso dalla svolta miccicheiana di Lombardo e ha annunciato le sue dimissioni. L'ultimo strappo tra il presidente e l'ex pupillo si è consumato proprio sui manager: l'assessore avrebbe voluto sostituire almeno quei sei direttori generali che l'Agenas ha recentemente bocciato, ma si è dovuto arrendere di fronte al veto di Lombardo e alla prospettiva di una raffica di ricorsi da parte dei rimossi.
E così i tre manager palermitani che non hanno superato la prova dell'agenzia ministeriale che effettua i controlli per conto della Regione rimarranno in sella almeno per altri due mesi. Si tratta di Salvatore Cirignotta, manager dell'Asp di Palermo, di Mario La Rocca alla guida del Policlinico Paolo Giaccone e di Salvatore Di Rosa al timone degli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello. Gli altri tre "bocciati" sono Armando Giacalone del Policlinico di Catania, Nicola Baldari dell'Asp di Enna e il già dimissionario Franco Maniscalco dell'Asp di Siracusa. (Repubblica Palermo)
Molise, soldi da 13 anni per l'aeroporto che non c'è
Ogni anno la società controllata dalla Regione fagocita 102mila euro. Dopo investimenti, incarichi e consulenze, una lite tra Comuni e una bocciatura dell'Enac, la Regione ha insistito fino ad oggi per un'opera mai realizzata. Fino alla pietra tombale messa dal governo Monti. (Il fatto)
di Gabriele Paglino
Berlusconi scende in campo in Sicilia: non votate Micciché
Silvio Berlusconi sa benissimo che in Sicilia si giocherà il futuro. Il colpo di coda di Gianfranco Micciché, che adesso è candidato alla presidenza della Regione con il sostegno di Raffaele Lombardo e di Gianfranco Fini, l'ha ferito. Chi lo conosce, l'ha trovato "amareggiato", colpito al cuore dal suo ex pupillo "Gianfranco", quello del famoso 61 a zero, targato elezioni politiche del 2001.
Ma se "Silvio" è amereggiato e deluso dall'ex pupillo, Grande Sud, partito di Gianfranco Micciché, diffonde un comunicato al vetriolo nel quale attacca l'ex premier:«Ancora una volta assistiamo a dichiarazioni che suonano come delle minacce. Le rivolgano a quei pochi che per esclusivo interesse personale li seguono. A noi interessa soltanto la Sicilia». Linkiesta
Ma se "Silvio" è amereggiato e deluso dall'ex pupillo, Grande Sud, partito di Gianfranco Micciché, diffonde un comunicato al vetriolo nel quale attacca l'ex premier:«Ancora una volta assistiamo a dichiarazioni che suonano come delle minacce. Le rivolgano a quei pochi che per esclusivo interesse personale li seguono. A noi interessa soltanto la Sicilia». Linkiesta
ORDINARIATO MILITARE UNO SPRECO DI 15 MILIONI DI EURO DA ELIMINARE
“Nelle Forze armate si sta tagliando di tutto tranne che i privilegi della “casta”, e a questa appartengono anche i preti militari.
E’ inaccettabile constatare che mentre ai militari della truppa si sta tagliando ogni risorsa economica col rischio concreto di eliminare anche quella minima attività per l’addestramento e per il mantenimento dell’efficienza operativa, vi siano settori di spesa che resistono impunemente alla cura dimagrante imposta dalla crisi.Mi riferisco all’Ordinariato militare e soprattutto a quanto riportato dal settimanale L’Espresso lo scorso 24 agosto in merito al seminario di aggiornamento che si svolgerà ad assisi il prossimo 24 settembre, ovviamente a spese dei contribuenti. Mi sembra inutile ricordare che anche per i cappellani militari in tema di missione fuori dall’ordinaria sede di servizio deve trovare applicazione l’articolo 4, comma 98, della legge finanziaria per il 2012 (legge 183/2011), che prevede l’aggregazione per vitto e alloggio presso le strutture militari.
Presso la cittadella militare della Cecchignola vi numerosi alloggi e ampi spazi di riunione dove i 184 preti con le stellette potrebbero benissimo celebrare il seminario di studio e quindi non si spiega come mai la scelta sia ricaduta su Assisi ma, probabilmente, il fatto che le spese di missione siano a carico del bilancio della Difesa -quindi dei contribuenti e non della chiesa – ha invogliato gli organizzatori a scegliere una struttura prestigiosa con tutte quelle comodità che sicuramente degli alloggi militari non avrebbero potuto offrire ai seminaristi.”.
L’Ordinariato è, e rappresenta, un inutile spreco di denaro pubblico se consideriamo che la sua funzione di assistenza spirituale al personale militare potrebbe essere tranquillamente svolta dai comuni preti in servizio presso le tante diocesi sparse nel paese e all’estero, e è quindi un inutile doppione che grava sulle tasche dei cittadini italiani che si può e si deve eliminare.
Se poi la chiesa lo vuole mantenere in vita, allora che si faccia completo carico dei costi che a conti fatti si oggi sono circa 15 milioni di euro.”.
Lo dichiara Luca Marco Comellini – Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) – Via Torre Argentina , 76 – 00186 Roma – Tel. 0668979221 – Fax. 0668210375 – Cell. 3335350305 – www.partitodirittimilitari.org – pdm@partitodirittimilitari.it Pubblicato da Laboratorio Polizia Democratica a 17:40 (Nuovosoldo)
E’ inaccettabile constatare che mentre ai militari della truppa si sta tagliando ogni risorsa economica col rischio concreto di eliminare anche quella minima attività per l’addestramento e per il mantenimento dell’efficienza operativa, vi siano settori di spesa che resistono impunemente alla cura dimagrante imposta dalla crisi.Mi riferisco all’Ordinariato militare e soprattutto a quanto riportato dal settimanale L’Espresso lo scorso 24 agosto in merito al seminario di aggiornamento che si svolgerà ad assisi il prossimo 24 settembre, ovviamente a spese dei contribuenti. Mi sembra inutile ricordare che anche per i cappellani militari in tema di missione fuori dall’ordinaria sede di servizio deve trovare applicazione l’articolo 4, comma 98, della legge finanziaria per il 2012 (legge 183/2011), che prevede l’aggregazione per vitto e alloggio presso le strutture militari.
Presso la cittadella militare della Cecchignola vi numerosi alloggi e ampi spazi di riunione dove i 184 preti con le stellette potrebbero benissimo celebrare il seminario di studio e quindi non si spiega come mai la scelta sia ricaduta su Assisi ma, probabilmente, il fatto che le spese di missione siano a carico del bilancio della Difesa -quindi dei contribuenti e non della chiesa – ha invogliato gli organizzatori a scegliere una struttura prestigiosa con tutte quelle comodità che sicuramente degli alloggi militari non avrebbero potuto offrire ai seminaristi.”.
L’Ordinariato è, e rappresenta, un inutile spreco di denaro pubblico se consideriamo che la sua funzione di assistenza spirituale al personale militare potrebbe essere tranquillamente svolta dai comuni preti in servizio presso le tante diocesi sparse nel paese e all’estero, e è quindi un inutile doppione che grava sulle tasche dei cittadini italiani che si può e si deve eliminare.
Se poi la chiesa lo vuole mantenere in vita, allora che si faccia completo carico dei costi che a conti fatti si oggi sono circa 15 milioni di euro.”.
Lo dichiara Luca Marco Comellini – Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) – Via Torre Argentina , 76 – 00186 Roma – Tel. 0668979221 – Fax. 0668210375 – Cell. 3335350305 – www.partitodirittimilitari.org – pdm@partitodirittimilitari.it Pubblicato da Laboratorio Polizia Democratica a 17:40 (Nuovosoldo)
giovedì 30 agosto 2012
Farmaco Hiv 100 volte più efficace con una piccola modifica
Uno studio del Politecnico di Monaco e dell'Università di Napoli rivela come sia possibile aumentare di 100 volte l'efficacia di un farmaco contro Hiv con una piccola modifica.Il lavoro pubblicato su Angewandte Chemie International Edition indica come diversi ceppi del virus dell'Hiv usino due diversi recettori per entrare nelle cellule del sistema immunitario: Ccr5 e Cxcr4.
Sicilia: Assessore alla Salute Russo verso le dimissioni
Dopo il colpo di 2/3 dei manager bocciati potrebbe dare le dimissioni l'Assessore Russo, già la prossima settimana, ma non c'e' una data. "Non la sa nemmeno lui", dice chi gli è vicino, confermando però che la decisione di lasciare è presa.
Russo, di cui si era parlato come il possibile candidato dei lombardiani alla presidenza della Regione, non avrebbe gradito il patto di Lombardo con Gianfranco Micciche', che ha lanciato appunto la candidatura del leader di Grande Sud a Palazzo d'Orleans.
Russo, di cui si era parlato come il possibile candidato dei lombardiani alla presidenza della Regione, non avrebbe gradito il patto di Lombardo con Gianfranco Micciche', che ha lanciato appunto la candidatura del leader di Grande Sud a Palazzo d'Orleans.
MESSINA, FINALMENTE! Ultimo giorno da sindaco. Conto alla rovescia, finisce l’era Buzzanca
Domani il primo cittadino presenterà la lettera di dimissioni, anticipato di un giorno da uno dei componenti della sua giunta, l’assessore Elvira Amata che lascia oggi le deleghe all’Ambiente, all’Arredo urbano, alla Sanità e ai Cimiteri per partecipare alla competizione elettorale di ottobre sotto le insegne di “Grande Sud”.
Se teniamo conto delle dimissioni dei quattro assessori dell’Udc, dell’esecutivo eletto nel 2008 restano in pochi, che dovranno gestire la breve fase di transizione prima della nomina del commissario da parte della Regione siciliana. Stamane a mezzogiorno si terrà l’ultima seduta di giunta durante la quale, oltre ad alcuni atti definiti urgenti, Buzzanca provvederà alla nomina del nuovo vicesindaco, che sarà certamente l’attuale assessore alle Politiche finanziarie Orazio Miloro. Sarà lui a consegnare ufficialmente le chiavi di Palazzo Zanca al dirigente o funzionario scelto dall’a s s e ssore regionale per le Autonomie locali (in pole position restano l’ex prefetto di Messina Giosuè Marino e Rosolino Greco, dirigente del Dipartimento del Lavoro e delle Politiche sociali, già commissario straordinario in diversi Comuni dell’Isola, tra i quali la città di Gela). (Enricodigiacomo)
Se teniamo conto delle dimissioni dei quattro assessori dell’Udc, dell’esecutivo eletto nel 2008 restano in pochi, che dovranno gestire la breve fase di transizione prima della nomina del commissario da parte della Regione siciliana. Stamane a mezzogiorno si terrà l’ultima seduta di giunta durante la quale, oltre ad alcuni atti definiti urgenti, Buzzanca provvederà alla nomina del nuovo vicesindaco, che sarà certamente l’attuale assessore alle Politiche finanziarie Orazio Miloro. Sarà lui a consegnare ufficialmente le chiavi di Palazzo Zanca al dirigente o funzionario scelto dall’a s s e ssore regionale per le Autonomie locali (in pole position restano l’ex prefetto di Messina Giosuè Marino e Rosolino Greco, dirigente del Dipartimento del Lavoro e delle Politiche sociali, già commissario straordinario in diversi Comuni dell’Isola, tra i quali la città di Gela). (Enricodigiacomo)
APPREZZAMENTO DEL RETTORE PER I RISULTATI GESTIONALI DEL DOTT. PECORARO
Il Rettore, prof. Francesco Tomasello, avendo appreso dagli Organi di informazione che il dott. Giuseppe Pecoraro, Direttore Generale dell’AOU “G. Martino”, ha superato a pieni voti l’esame dell’Age.Na.S. , sia sotto il profilo finanziario che delle performance, esprime il più vivo compiacimento ed apprezzamento per il lusinghiero risultato gestionale.
Ritiene anche che le problematiche, non tutte risolte, della integrazione Università/Sanità del Policlinico possano essere affrontate e auspicabilmente risolte con maggiori possibilità di successo in una Azienda che abbia i conti in ordine e alta considerazione da parte dell’Assessorato Regionale alla Salute. Analoga soddisfazione viene manifestata per il dott. Armando Caruso, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Papardo, nella quale insistono alcune strutture universitarie. (nuovosoldo)
Ritiene anche che le problematiche, non tutte risolte, della integrazione Università/Sanità del Policlinico possano essere affrontate e auspicabilmente risolte con maggiori possibilità di successo in una Azienda che abbia i conti in ordine e alta considerazione da parte dell’Assessorato Regionale alla Salute. Analoga soddisfazione viene manifestata per il dott. Armando Caruso, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Papardo, nella quale insistono alcune strutture universitarie. (nuovosoldo)
Test di Medicina uguali negli Atenei aggregati di Messina, Catania, Palermo e Catanzaro
Comincia il count-down per gli aspiranti medici. Le prove di ammissione alla Facoltà di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria si terranno il 4 settembre presso i locali della Fiera Campionaria di Messina e con una novità importante, che vede per la prima volta aggregate le Università di Messina, Catania, Catanzaro “Magna Grecia” e Palermo.
«L’Ateneo Peloritano - si legge in un comunicato - si è reso parte attiva con gli altri Atenei e con il MIUR affinchè sia garantito un livello uniforme sia nelle procedure che nelle modalità di svolgimento delle prove in tutte le sedi.
Per il corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Messina saranno disponibili 215 posti per gli studenti comunitari e non comunitari residenti in Italia + 10 posti per gli studenti extracomunitari residenti all’estero di cui n. 5 cinesi, per il corso di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria, invece, i posti a disposizione sono 25 per gli studenti comunitari e non comunitari residenti in Italia + 5 posti per gli studenti extracomunitari residenti all’estero di cui n. 0 cinesi. Le prove avranno inizio alle ore 11.00. I candidati dovranno presentarsi muniti di documento di identità personale legalmente valido e della ricevuta del pagamento bancario di €45,00, alle ore 8.00, all’ingresso delle aule nelle quali si svolgeranno le prove di ammissione. (tempostretto)
«L’Ateneo Peloritano - si legge in un comunicato - si è reso parte attiva con gli altri Atenei e con il MIUR affinchè sia garantito un livello uniforme sia nelle procedure che nelle modalità di svolgimento delle prove in tutte le sedi.
Per il corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Università di Messina saranno disponibili 215 posti per gli studenti comunitari e non comunitari residenti in Italia + 10 posti per gli studenti extracomunitari residenti all’estero di cui n. 5 cinesi, per il corso di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria, invece, i posti a disposizione sono 25 per gli studenti comunitari e non comunitari residenti in Italia + 5 posti per gli studenti extracomunitari residenti all’estero di cui n. 0 cinesi. Le prove avranno inizio alle ore 11.00. I candidati dovranno presentarsi muniti di documento di identità personale legalmente valido e della ricevuta del pagamento bancario di €45,00, alle ore 8.00, all’ingresso delle aule nelle quali si svolgeranno le prove di ammissione. (tempostretto)
Un vero “pugno nell’occhio”la Protezione Civile nella scuola di Catarratti a ridosso di un torrente mai coperto e di un budello di strada a rischio sicurezza!
Nel giorno della consegna della nuova scuola di Catarratti da parte di Palazzo Zanca a ben 9 associazioni della Protezione Civile, i Consiglieri UDC della terza Circoscrizione Libero Gioveni e Alessandro Cacciotto, pur manifestando il proprio compiacimento per il fatto che importanti associazioni che operano sul territorio nel delicato settore della Protezione Civile e dell’assistenza alla popolazione da oggi usufruiranno di un nuovo stabile, per l’espletamento delle loro preziose attività a tutela della sicurezza della cittadinanza.
Come si può ritenere strategica e indenne da difficoltà logistiche e di mobilità, infatti, una simile ubicazione – si chiedono Gioveni e Cacciotto – viste le condizioni viarie da “terzo mondo” presenti lungo tutta la via Comunale Bisconte – Catarratti?
Posto che il fine (certamente lodevole) di Palazzo Zanca sia stato sicuramente quello di aver voluto dare una “casa” dignitosa a chi si spende giornalmente nel territorio per garantire la pubblica sicurezza – proseguono i due esponenti centristi - come si fa a non pensare che un simile provvedimento non abbia assunto i contorni di un autentico sberleffo verso chi, come le migliaia di residenti di Bisconte e Catarratti, attende invano da decenni un’infrastruttura fondamentale per la propria vivibilità e sicurezza?
Tuttavia, Gioveni e Cicciotto – che più volte (anche distintamente) sono intervenuti in passato sia per evidenziare le criticità legate alla presenza di un torrente, che pregiudica pesantemente le condizioni igienico-sanitarie dei residenti, sia per sollecitare Palazzo Zanca a riprendere con forza l’iter politico e tecnico-amministrativo volto a portare a compimento un’opera quasi sempre più ormai da “libro dei sogni” – auspicano adesso che la presenza di queste autorevoli associazioni, in un territorio da sempre abbandonato al suo destino, possano imprimere la giusta spinta propulsiva verso tutte quelle istituzioni che risultano coinvolte più o meno direttamente nella realizzazione della tanto attesa copertura del torrente Bisconte – Catarratti. (nuovosoldo)
Di contro intendono esprimere il loro più vivo disappunto per l’evidente contraddizione che tale provvedimento dell’Amministrazione assume rispetto alla non proprio felice ubicazione dei luoghi, ma soprattutto rispetto al totale immobilismo e all’assoluta indifferenza istituzionale, che per decenni tutte le Amministrazioni che si sono succedute negli anni hanno avuto nell’annosa vicenda della mancata copertura del torrente Bisconte – Catarratti.
Posto che il fine (certamente lodevole) di Palazzo Zanca sia stato sicuramente quello di aver voluto dare una “casa” dignitosa a chi si spende giornalmente nel territorio per garantire la pubblica sicurezza – proseguono i due esponenti centristi - come si fa a non pensare che un simile provvedimento non abbia assunto i contorni di un autentico sberleffo verso chi, come le migliaia di residenti di Bisconte e Catarratti, attende invano da decenni un’infrastruttura fondamentale per la propria vivibilità e sicurezza?
Tuttavia, Gioveni e Cicciotto – che più volte (anche distintamente) sono intervenuti in passato sia per evidenziare le criticità legate alla presenza di un torrente, che pregiudica pesantemente le condizioni igienico-sanitarie dei residenti, sia per sollecitare Palazzo Zanca a riprendere con forza l’iter politico e tecnico-amministrativo volto a portare a compimento un’opera quasi sempre più ormai da “libro dei sogni” – auspicano adesso che la presenza di queste autorevoli associazioni, in un territorio da sempre abbandonato al suo destino, possano imprimere la giusta spinta propulsiva verso tutte quelle istituzioni che risultano coinvolte più o meno direttamente nella realizzazione della tanto attesa copertura del torrente Bisconte – Catarratti. (nuovosoldo)
martedì 28 agosto 2012
Che fine ha fatto l’asta per la assegnazione delle frequenze digitali?
“Sono ormai passati gli annunciati 120 giorni da quando il nuovo governo decise di abrogare la ” Finta gara” predisposta dal governo del conflitto di interessi, ma, almeno per ora, non si hanno notizie certe su modi, tempi e costi della nuova procedura.” A porre l’interrogativo il portavoce di Articolo21, Giuseppe Giulietti e il senatore del Pd Vincenzo Vita.
La Corte Europea boccia la legge 40: è incoerente.
La Corte europea dei diritti umani rimette in discussione la legge 40. E' infatti stata bocciata la parte della normativa che riguarda l'impossibilità per una coppia fertile ma portatrice sana di fibrosi cistica di accedere alla diagnosi preimpianto degli embrioni. Secondo i giudici della Corte di Strasburgo, la cui decisione diverrà definitiva entro tre mesi se nessuna delle parti farà ricorso per ottenere una revisione davanti alla Grande Camera, "il sistema legislativo italiano in materia di diagnosi preimpianto degli embrioni è incoerente" in quanto allo stesso tempo un'altra legge dello Stato permette alla coppia di accedere a un aborto terapeutico in caso che il feto venga trovato affetto da fibrosi cistica.
CALABRIA: arrestato consigliere regionale, prometteva finti posti di lavoro
REGGIO CALABRIA, 28 agosto – Il consigliere regionale della Calabria Antonio Rappoccio (Lista Gruppo ‘Insieme per la Calabria – Scopelliti presidente’ in quota Pri) è stato arrestato per associazione per delinquere, corruzione elettorale aggravata, truffa e peculato in esecuzione di un provvedimento del gip su richiesta della Procura generale di Reggio Calabria. Per essere eletto e tentare di far votare in Consiglio comunale a Reggio, nel 2011, Elisa Campolo, avrebbe costituito società fantasma che usava per promettere illusori posti di lavoro. (ANSA)
Colonscopia: l'effetto protettivo c'è, ma…
La pratica della colonscopia è associata a un ridotto rischio di mortalità da tumore colorettale, anche se l’associazione è nettamente più consistente nel caso di tumore a livello del colon distale piuttosto che a livello del colon prossimale. In ogni caso, l’effetto protettivo dello screening è valido solo se la colonscopia è effettuata da un gastroenterologo. Sono le conclusioni di uno studio pubblicato dal Journal of Clinical Oncology.
I ricercatori canadesi del St. Michael’s Hospital di Toronto coordinati da Nancy N. Baxter hanno analizzato i dati del database Surveillance, Epidemiology, and End Results (SEER)-Medicare e hanno identificato 9.458 pazienti di età 70-89 con diagnosi di tumore colorettale (3.963 a livello del colon prossimale [41,9%], 4.685 a livello del colon distale [49,5%], e 810 in sito non specificato [8,6%]) effettuata tra gennaio 1998 e dicembre 2002 e deceduti per questa patologia entro il 2007. Per ognuno dei pazienti in questione sono stati presi in esame tre individui sani come controllo (n=27.641). L’11,3% dei pazienti con diagnosi di tumore colorettale (CRC) e il 23,7% dei controlli era stato sottoposto a colonscopia più di 6 mesi prima della diagnosi. Ma nel caso dei pazienti con diagnosi di CRC la percentuale di colonscopie pregresse era inferiore (odds ratio [OR] 0,40; 95% CI, da 0,37 a 0,43); l’associazione è risultata più forte nel caso di tumore a livello del colon distale (OR 0,24; 95% CI, da 0,21 a 0,27) che nel caso di tumore a livello del colon prossimale (OR 0,58; 95% CI, da 0,53 a 0,64). Altro fattore decisivo emerso, la specializzazione di chi ha effettuato la procedura diagnostica, che presenta un effetto protettivo più marcato se eseguita da gastroenterologi.
I dati confermano quelli già evidenziati da un precedente studio pubblicato nel 2010 (Il pensiero scientifico)
I ricercatori canadesi del St. Michael’s Hospital di Toronto coordinati da Nancy N. Baxter hanno analizzato i dati del database Surveillance, Epidemiology, and End Results (SEER)-Medicare e hanno identificato 9.458 pazienti di età 70-89 con diagnosi di tumore colorettale (3.963 a livello del colon prossimale [41,9%], 4.685 a livello del colon distale [49,5%], e 810 in sito non specificato [8,6%]) effettuata tra gennaio 1998 e dicembre 2002 e deceduti per questa patologia entro il 2007. Per ognuno dei pazienti in questione sono stati presi in esame tre individui sani come controllo (n=27.641). L’11,3% dei pazienti con diagnosi di tumore colorettale (CRC) e il 23,7% dei controlli era stato sottoposto a colonscopia più di 6 mesi prima della diagnosi. Ma nel caso dei pazienti con diagnosi di CRC la percentuale di colonscopie pregresse era inferiore (odds ratio [OR] 0,40; 95% CI, da 0,37 a 0,43); l’associazione è risultata più forte nel caso di tumore a livello del colon distale (OR 0,24; 95% CI, da 0,21 a 0,27) che nel caso di tumore a livello del colon prossimale (OR 0,58; 95% CI, da 0,53 a 0,64). Altro fattore decisivo emerso, la specializzazione di chi ha effettuato la procedura diagnostica, che presenta un effetto protettivo più marcato se eseguita da gastroenterologi.
I dati confermano quelli già evidenziati da un precedente studio pubblicato nel 2010 (Il pensiero scientifico)
Indovina dov’è il dottore
Medici a disposizione 365 giorni l’anno. È possibile? Forse, ma a un prezzo. Eccolo.
Il ministro Renato Balduzzi porta in consiglio dei ministri la riforma degli studi medici: aperti H24, organizzati in grandi ambulatori con molti specialisti in servizio, dotati di piccola strumentazione diagnostica… e così capaci di seguire sul serio i pazienti e accompagnarli non solo nella malattia ma anche nella prevenzione. Sarà la decima volta, nei circa 20 anni che mi occupo di sanità, che sento questa storia. Ma, annuncio di rivoluzione in annuncio di rivoluzione, non è mai successo niente. Il dottore in studio c’è poche ore; sabato e domenica ci tocca di andare al Pronto Soccorso; e d’estate, neanche a parlarne. Prima di scatenare le proteste dei medici bravi, dico subito che, stante le cose come stanno, è inevitabile: il dottore di famiglia è un lavoratore come gli altri, e quindi va in vacanza, dorme la notte, mangia a pranzo e la domenica fa quello che gli pare. Per questo, da 20 anni, si parla di questi fantomatici consorzi che mettono insieme più professionisti e permettono la copertura H24 e 365 giorni l’anno (o giù di lì). E non c’è esperto che non dica che è solo con strutture di questo genere che si scaricano gli ospedali risparmiando e si assicura una migliore gestione della salute dei cittadini. Ragionevole, no? ma non è mai successo.
Voglio dare però fiducia al ministro Balduzzi e al segretario del sindacato dei medici di medicina generale, Cosimo Milillo, che ha accolto festante l’iniziativa ministeriale. Milillo dice che si può fare e si farà. Balduzzi è fermo nella sua decisione. Ma… Mettiamo in ordine i fatti per capire cosa è successo e cosa, probabilmente, succederà.
1. I medici di medicina generale non sono dipendenti del Ssn, ma operano secondo una convenzione stipulata con l’istituzione pubblica. Una convenzione che regola passo per passo la loro attività e che è negoziata dai loro sindacati ma firmata dal Ssn. Insomma, un contratto: noi paghiamo e loro devono fare certe definite cose. Tuttavia, mentre da 20 anni si dice quanto sopra, in quel contratto non è mai stato scritto chiaro e tondo che o si fa così o salta la convenzione. Invece, si è girato attorno alla questione, dando indicazioni generiche e anche (in certe regioni) chiedendo forte e chiaro che i medici si organizzassero (o si lasciassero organizzare) in studi plurimi. Cosa che, per lo più, i dottori non hanno fatto o non hanno accettato di fare: si astengano i piedini dal saltar su: “io l’ho fatto”. Il dato nazionale è inoppugnabile tanto che lo stesso Milillo dice che è una rivoluzione necessaria.
Il ministro Renato Balduzzi porta in consiglio dei ministri la riforma degli studi medici: aperti H24, organizzati in grandi ambulatori con molti specialisti in servizio, dotati di piccola strumentazione diagnostica… e così capaci di seguire sul serio i pazienti e accompagnarli non solo nella malattia ma anche nella prevenzione. Sarà la decima volta, nei circa 20 anni che mi occupo di sanità, che sento questa storia. Ma, annuncio di rivoluzione in annuncio di rivoluzione, non è mai successo niente. Il dottore in studio c’è poche ore; sabato e domenica ci tocca di andare al Pronto Soccorso; e d’estate, neanche a parlarne. Prima di scatenare le proteste dei medici bravi, dico subito che, stante le cose come stanno, è inevitabile: il dottore di famiglia è un lavoratore come gli altri, e quindi va in vacanza, dorme la notte, mangia a pranzo e la domenica fa quello che gli pare. Per questo, da 20 anni, si parla di questi fantomatici consorzi che mettono insieme più professionisti e permettono la copertura H24 e 365 giorni l’anno (o giù di lì). E non c’è esperto che non dica che è solo con strutture di questo genere che si scaricano gli ospedali risparmiando e si assicura una migliore gestione della salute dei cittadini. Ragionevole, no? ma non è mai successo.
Voglio dare però fiducia al ministro Balduzzi e al segretario del sindacato dei medici di medicina generale, Cosimo Milillo, che ha accolto festante l’iniziativa ministeriale. Milillo dice che si può fare e si farà. Balduzzi è fermo nella sua decisione. Ma… Mettiamo in ordine i fatti per capire cosa è successo e cosa, probabilmente, succederà.
1. I medici di medicina generale non sono dipendenti del Ssn, ma operano secondo una convenzione stipulata con l’istituzione pubblica. Una convenzione che regola passo per passo la loro attività e che è negoziata dai loro sindacati ma firmata dal Ssn. Insomma, un contratto: noi paghiamo e loro devono fare certe definite cose. Tuttavia, mentre da 20 anni si dice quanto sopra, in quel contratto non è mai stato scritto chiaro e tondo che o si fa così o salta la convenzione. Invece, si è girato attorno alla questione, dando indicazioni generiche e anche (in certe regioni) chiedendo forte e chiaro che i medici si organizzassero (o si lasciassero organizzare) in studi plurimi. Cosa che, per lo più, i dottori non hanno fatto o non hanno accettato di fare: si astengano i piedini dal saltar su: “io l’ho fatto”. Il dato nazionale è inoppugnabile tanto che lo stesso Milillo dice che è una rivoluzione necessaria.
Sanita': ecco tutte le misure
(ASCA) - Roma, 27 ago - Tassa straordinaria per tre anni per i produttori di bibite analcoliche con zuccheri aggiunti ed edulcoranti e di superalcolici, allo scopo di finanziare parte dei livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) e il fondo per la non autosufficienza. Giro di vite su vendita di tabacchi ai minori. Piu' trasparenza per le nomine dei direttori generali delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale. La ludopatia considerata come una vera e propria malattia (in alcuni casi e' prevista la impignorabilita' dei beni), con tanto di divieto di installazione di apparecchi dedicati al gioco d'azzardo nel raggio di 500 metri da scuole, centri giovanili, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale, luoghi di culto. Per la pratica di attivita' sportiva non agonitica non bastera' piu' il certificato di sana e robusta costituzione del proprio medico di famiglia ma occorrera' quello piu' dettagliato di un medico sportivo. Pubblicazione on line dei prezzi di beni e servizi acquistati dalle Asl. Queste alcune delle novita' previste dalla bozza del decreto legge del ministro della Salute, Renato Balduzzi, che sara' portato al Consiglio dei ministri previsto per il 31 agosto, e che ASCA ha potuto visionare. Nel 'decretone' di 27 articoli si parla anche di revisione straordinaria del Prontuario farmaceutico nazionale, per escludere dalla rimborsabilita' farmaci non piu' di interesse per il Servizio sanitario nazionale.
Passaggio di consegne tra l'Istituto Superiore di Sanita' e Aifa. Passeranno, infatti, all'Agenzia del farmaco tutte le competenze sulla sperimentazione clinica dei medicinali, che ad oggi sono attribuite anche all'ISS.
Spazio anche alla semplificazione delle procedure di registrazione dei medicinali omeopatici.
Nomine dirigenti Asl e piu' trasparenza. Le nomine dei direttori generali delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale saranno previste dall Refioni che dovranno garantire adeguate misure di trasparenza nella valutazione degli aspiranti. Necessario avere un diploma di laurea magistrale e adeguata esperienza dirigenziale, almeno quinquennale nel campo delle strutture sanitarie e settennale negli altri settori, con autonomia gestionale e con diretta responsabilita' delle risorse umane, tecniche o finanziarie.
Novita' anche sotto il punto di vista dell'eta' anagrafica. I candidati, infatti, al momento della nomina non potranno avere piu' di 65 anni.
Bibite. Tassare i produttori di bevande analcoliche zuccherate e superalcolici, per finanziare parte dei livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) e il fondo per la non autosufficienza. Il Ministero della Salute, seguendo l'esempio di altri Paesi europei, prevede un contributo straordinario per scoraggiare il consumo di alcuni alimenti dannosi per la salute, soprattutto quella dei minori. Il modello di tassazione (250 milioni l'anno e' l'introito previsto) sara' simile a quello previsto dalle autorita' francesi e cioe' di 7,16 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato per la preparazione delle bevande con zuccheri aggiunti o analcoliche con edulcoranti di sintesi. Gli introiti derivanti dall'imposta saranno vincolati e destinati al finanziamento dei nuovi Lea.In Italia i consumi di bevande analcoliche, che comprendono bevande gassate, sport drink, energy drink e bevande alla frutta sono tra i piu' bassi rispetto agli altri Paesi Europei. Dai dati forniti dall'Associazione di categoria, risulterebbe che il volume complessivo superi in Italia 3.5 miliardi di litri.
Un'estensione della tassazione e' prevista per i superalcolici: a carico dei produttori saranno 50 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato. Il volume di mercato dei superalcolici, secondo i dati del ministero della Salute, si aggira intorno ai 48 milioni di litri.
Ludopatia e gioco d'azzardo. Il decreto prevede anche una possibile impignorabilita' dei beni per chi, affetto dalla sindrome del gioco d'azzardo, intraprende un percorso di riabilitazione. Divieto di installazione di apparecchi e macchine da gioco in un raggio di 500 metri da istituti scolastici e altri luoghi frequentati da giovani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale, luoghi di culto. Con apposita ordinanza motivata, il Sindaco potra' inoltre disporre, per una durata massima di 30 giorni, la chiusura o la limitazione dell'orario di apertura e chiusura degli esercizi commerciali, dei locali o, comunque, dei punti di offerta dei giochi, nelle aree comunali interessate da rilevanti fenomeni di ludopatia. Misure, queste, volte a dissuadere e prevenire dai rischi derivanti dal gioco d'azzardo. Si prevede poi che possano essere stabiliti ulteriori limiti con decreto del Viminale, di concerto con il Tesoro e il ministero della Salute. Il prefetto, inoltre, con ordinanza motivata, potra' disporre l'impignorabilita' dei beni del soggetto affetto da gioco d'azzardo a patto che questo sia disposto a sottoporsi alle cure necessarie, per il tempo necessario alla conclusione del giudizio di interdizione o inabilitazione, cosi' come all'adozione di provvedimenti urgenti previsti dal Codice civile. Con questo provvedimento si riconosce, cosi', la ludopatia come una vera e propria malattia. Infine, l'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni dovra' indicare possibili soluzioni tecniche per precludere l'accesso, per via telefonica o telematica, ai prodotti da gioco da parte dei minorenni.
Tabacco. Sanzioni amministrative da 250 a mille euro per la vendita di sigarette ai minori e da 500 a 2mila euro nell'ipotesi di reiterazione della trasgressione. Le misure proposte in tema di vendita e somministrazione dei prodotti del tabacco - si sottolinea nel provvedimento - non comportano oneri per la finanza pubblica, ma gia' nel breve periodo introiti, derivanti dalle sanzioni. Il fumo di tabacco e' considerato uno dei principali fattori che incrementano la spesa del Servizio Sanitario Nazionale, per le patologie ad esso connesse.
Farmaci. Revisione straordinaria del Prontuario farmaceutico nazionale per escludere dalla rimborsabilita' farmaci non piu' di interesse per il Servizio sanitario nazionale. Obiettivo alla base del provvedimento - secondo quanto si apprende - e' quello di ridurre il prezzo di quei farmaci analoghi con costo di terapia molto piu' alto rispetto ad altri equivalenti e non coperti da brevetto.
On line prezzi beni e servizi acquistati da Asl. Il provvedimento introduce anche per le aziende sanitarie locali di ''pubblicazione online dei prezzi unitari corrisposti dalle aziende sanitarie per gli acquisti di beni e servizi''.
Operazione trasparenza. A breve sara' facile sapere quanto le aziende sanitarie pagano i beni e servizi acquistati: bastera' un clic. Dovrebbe infatti entrare in vigore la norma che stabilisce ''la pubblicazione online dei prezzi unitari corrisposti dalle aziende sanitarie per gli acquisti di beni e servizi''.
Aggiornato l'elenco malattie rare. Saranno aggiornati i Livelli essenziali di assistenza (Lea) in particolare per quanto riguarda le ''persone affette da malattie croniche, da malattie rare, nonche' da dipendenza da gioco d'azzardo patologico''. Nell'ultima bozza si legge che questo e' ''al fine di assicurare il bisogno di salute, l'equita' nell'accesso all'assistenza, la qualita' delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze''.
Sperimentazione clinica dei farmaci. Passeranno all'agenzia del farmaco, l'Aifa, le competenze sulla sperimentazione clinica dei medicinali che ad oggi sono attribuite anche all'Istituto Superiore di Sanita'. Obiettivo della razionalizzazione - secondo quanto si apprende - e' quello di limitare il proliferare dei comitati etici.
Prevista, inoltre, la pubblicazione online della documentazione sugli studi clinici.
Certificato medico per la palestra. Novita' anche per chi pratica sport nel tempo libero. Per iscriversi in palestra o in piscina, infatti, non bastera' piu' la visita del proprio medico di famiglia ma servira' una visita piu' approfondita di un medico sportivo.
Farmaci omeopatici. Semplificare le procedure di registrazione dei medicinali omeopatici per garantire la qualita' e l'adeguatezza delle relative officine di produzione ai fini di tutela della salute pubblica.
Passaggio di consegne tra l'Istituto Superiore di Sanita' e Aifa. Passeranno, infatti, all'Agenzia del farmaco tutte le competenze sulla sperimentazione clinica dei medicinali, che ad oggi sono attribuite anche all'ISS.
Spazio anche alla semplificazione delle procedure di registrazione dei medicinali omeopatici.
Nomine dirigenti Asl e piu' trasparenza. Le nomine dei direttori generali delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale saranno previste dall Refioni che dovranno garantire adeguate misure di trasparenza nella valutazione degli aspiranti. Necessario avere un diploma di laurea magistrale e adeguata esperienza dirigenziale, almeno quinquennale nel campo delle strutture sanitarie e settennale negli altri settori, con autonomia gestionale e con diretta responsabilita' delle risorse umane, tecniche o finanziarie.
Novita' anche sotto il punto di vista dell'eta' anagrafica. I candidati, infatti, al momento della nomina non potranno avere piu' di 65 anni.
Bibite. Tassare i produttori di bevande analcoliche zuccherate e superalcolici, per finanziare parte dei livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea) e il fondo per la non autosufficienza. Il Ministero della Salute, seguendo l'esempio di altri Paesi europei, prevede un contributo straordinario per scoraggiare il consumo di alcuni alimenti dannosi per la salute, soprattutto quella dei minori. Il modello di tassazione (250 milioni l'anno e' l'introito previsto) sara' simile a quello previsto dalle autorita' francesi e cioe' di 7,16 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato per la preparazione delle bevande con zuccheri aggiunti o analcoliche con edulcoranti di sintesi. Gli introiti derivanti dall'imposta saranno vincolati e destinati al finanziamento dei nuovi Lea.In Italia i consumi di bevande analcoliche, che comprendono bevande gassate, sport drink, energy drink e bevande alla frutta sono tra i piu' bassi rispetto agli altri Paesi Europei. Dai dati forniti dall'Associazione di categoria, risulterebbe che il volume complessivo superi in Italia 3.5 miliardi di litri.
Un'estensione della tassazione e' prevista per i superalcolici: a carico dei produttori saranno 50 euro per ogni 100 litri immessi sul mercato. Il volume di mercato dei superalcolici, secondo i dati del ministero della Salute, si aggira intorno ai 48 milioni di litri.
Ludopatia e gioco d'azzardo. Il decreto prevede anche una possibile impignorabilita' dei beni per chi, affetto dalla sindrome del gioco d'azzardo, intraprende un percorso di riabilitazione. Divieto di installazione di apparecchi e macchine da gioco in un raggio di 500 metri da istituti scolastici e altri luoghi frequentati da giovani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale, luoghi di culto. Con apposita ordinanza motivata, il Sindaco potra' inoltre disporre, per una durata massima di 30 giorni, la chiusura o la limitazione dell'orario di apertura e chiusura degli esercizi commerciali, dei locali o, comunque, dei punti di offerta dei giochi, nelle aree comunali interessate da rilevanti fenomeni di ludopatia. Misure, queste, volte a dissuadere e prevenire dai rischi derivanti dal gioco d'azzardo. Si prevede poi che possano essere stabiliti ulteriori limiti con decreto del Viminale, di concerto con il Tesoro e il ministero della Salute. Il prefetto, inoltre, con ordinanza motivata, potra' disporre l'impignorabilita' dei beni del soggetto affetto da gioco d'azzardo a patto che questo sia disposto a sottoporsi alle cure necessarie, per il tempo necessario alla conclusione del giudizio di interdizione o inabilitazione, cosi' come all'adozione di provvedimenti urgenti previsti dal Codice civile. Con questo provvedimento si riconosce, cosi', la ludopatia come una vera e propria malattia. Infine, l'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni dovra' indicare possibili soluzioni tecniche per precludere l'accesso, per via telefonica o telematica, ai prodotti da gioco da parte dei minorenni.
Tabacco. Sanzioni amministrative da 250 a mille euro per la vendita di sigarette ai minori e da 500 a 2mila euro nell'ipotesi di reiterazione della trasgressione. Le misure proposte in tema di vendita e somministrazione dei prodotti del tabacco - si sottolinea nel provvedimento - non comportano oneri per la finanza pubblica, ma gia' nel breve periodo introiti, derivanti dalle sanzioni. Il fumo di tabacco e' considerato uno dei principali fattori che incrementano la spesa del Servizio Sanitario Nazionale, per le patologie ad esso connesse.
Farmaci. Revisione straordinaria del Prontuario farmaceutico nazionale per escludere dalla rimborsabilita' farmaci non piu' di interesse per il Servizio sanitario nazionale. Obiettivo alla base del provvedimento - secondo quanto si apprende - e' quello di ridurre il prezzo di quei farmaci analoghi con costo di terapia molto piu' alto rispetto ad altri equivalenti e non coperti da brevetto.
On line prezzi beni e servizi acquistati da Asl. Il provvedimento introduce anche per le aziende sanitarie locali di ''pubblicazione online dei prezzi unitari corrisposti dalle aziende sanitarie per gli acquisti di beni e servizi''.
Operazione trasparenza. A breve sara' facile sapere quanto le aziende sanitarie pagano i beni e servizi acquistati: bastera' un clic. Dovrebbe infatti entrare in vigore la norma che stabilisce ''la pubblicazione online dei prezzi unitari corrisposti dalle aziende sanitarie per gli acquisti di beni e servizi''.
Aggiornato l'elenco malattie rare. Saranno aggiornati i Livelli essenziali di assistenza (Lea) in particolare per quanto riguarda le ''persone affette da malattie croniche, da malattie rare, nonche' da dipendenza da gioco d'azzardo patologico''. Nell'ultima bozza si legge che questo e' ''al fine di assicurare il bisogno di salute, l'equita' nell'accesso all'assistenza, la qualita' delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze''.
Sperimentazione clinica dei farmaci. Passeranno all'agenzia del farmaco, l'Aifa, le competenze sulla sperimentazione clinica dei medicinali che ad oggi sono attribuite anche all'Istituto Superiore di Sanita'. Obiettivo della razionalizzazione - secondo quanto si apprende - e' quello di limitare il proliferare dei comitati etici.
Prevista, inoltre, la pubblicazione online della documentazione sugli studi clinici.
Certificato medico per la palestra. Novita' anche per chi pratica sport nel tempo libero. Per iscriversi in palestra o in piscina, infatti, non bastera' piu' la visita del proprio medico di famiglia ma servira' una visita piu' approfondita di un medico sportivo.
Farmaci omeopatici. Semplificare le procedure di registrazione dei medicinali omeopatici per garantire la qualita' e l'adeguatezza delle relative officine di produzione ai fini di tutela della salute pubblica.
L’albero di Giuda e la nuova teologia del potere
Com’è ben noto dogmi, sacramenti e prese di posizione del soglio di San Pietro sono frutto più che di interpretazioni teologiche, del tentativo di intervenire nella vita reale: di contrastarne o di guidarne gli sviluppi oppure di trarne un qualche profitto sia di potere che pecuniario. Così il matrimonio cominciò ad essere regolamentato nel 1215 , (divenne sacramento a tutti gli effetti solo nel 1439), quando cioè la Chiesa cercò di reagire in qualche modo all’indebolimento della sua presa sulla società. Così pure il dogma della verginità di Maria è del 1854 (ribadito con l’immacolata concezione nel 1950) nel tentativo di arginare la sempre maggiore mobilità sociale femminile e la libertà sessuale che cominciava a derivarne, attraverso la rivalutazione del ruolo della verginità.
Si potrebbe continuare a lungo a partire dal concilio di Nicea e forse anche da prima, ma è difficile dire in che misura l’equilibrismo fra archetipi religiosi, tradizione, rituali e interessi sia lucida e consapevole o non sia mediata attraverso il tessuto di credenze di singoli personaggi o del corpus di potere dentro la Chiesa: la realtà come al solito è complessa, spesso sfuggente. Ma questo è in fondo marginale: che le interpretazioni teologiche siano un lapsus freudiano o al contrario un disegno, un calcolo voluto, ha poca importanza: sono comunque il segno di una direzione.
Si potrebbe continuare a lungo a partire dal concilio di Nicea e forse anche da prima, ma è difficile dire in che misura l’equilibrismo fra archetipi religiosi, tradizione, rituali e interessi sia lucida e consapevole o non sia mediata attraverso il tessuto di credenze di singoli personaggi o del corpus di potere dentro la Chiesa: la realtà come al solito è complessa, spesso sfuggente. Ma questo è in fondo marginale: che le interpretazioni teologiche siano un lapsus freudiano o al contrario un disegno, un calcolo voluto, ha poca importanza: sono comunque il segno di una direzione.
Precari uniti contro il concorso truffa
Associazione Precari Uniti contro i Tagli
I precari della Scuola Statale considerano paradossale la campagna “pubblicitaria” intrapresa dal ministro Profumo riguardo a un concorso-panacea spacciato per un’operazione di “necessario svecchiamento” della scuola pubblica. Il Ministro e i partiti che lo appoggiano vogliono risolvere velocemente i problemi di una scuola privata di 8 miliardi di euro e 150.000 lavoratori, una scuola senza materie “portanti”, senza sostegno e laboratori, una scuola con classi-pollaio, docenti mortificati nei loro diritti e nelle loro aspettative professionali, fatta oggetto di un feroce attacco da parte di forze politiche ed economiche determinate a farne merce da mercato (la Legge “ex Aprea”, DDL 953, il cui passaggio “estivo” è stato scongiurato dai Precari uniti, va nella direzione della privatizzazione della scuola statale, con l’ingresso dei privati in una sorta di consiglio di amministrazione in ogni scuola) e a meccanizzare, isterilendoli, i processi di valutazione.
Tali processi verrebbero neutralizzati con gli avversati e antimetodici test la cui inadeguatezza e miseria culturale è stata denunciata pochi giorni fa da 27 noti intellettuali e docenti universitari italiani, tra cui Luciano Canfora, che hanno additato i marchiani errori commessi dal ministero nel redigere le batterie di test per i TFA e ribadito l’inidoneità della formula del “quiz” per testare capacità e conoscenze di un aspirante docente (si veda il suo intervento apparso sulla Stampa: http://www3.lastampa.it/scuola/sezioni/news/articolo/lstp/465710).
Sono inoltre sbigottiti nel constatare che le testate giornalistiche nazionali che hanno spesso accolto le proteste e le ragioni dei precari (vd. La Repubblica, ed. di Napoli del 16/07/2012, l’articolo di Conchita Sannino contro il concorso annunciato), si siano frettolosamente ed entusiasticamente precipitate, senza diffondere nemmeno le informazioni “tecniche” di base, a celebrare le magnifiche sorti e progressive che sarebbero prefigurate dall’agire sconsiderato di Profumo, del governo “tecnico” e di PD, PDL, UDC. Il PD aveva promesso ai Precari uniti, nel corso di un’audizione a Montecitorio concessa ai loro delegati il giorno 26/07, un incontro col Ministro proprio riguardo al concorso, ma ora sta appoggiando in tutto il massacro dei diritti acquisiti dai precari.
Vogliono perciò chiarificare, per amor di verità e giustizia, se ancora queste parole hanno un senso e un valore in un paese in cui il nonsenso ha sostituito la razionalità e la paranoia dello spread ha cancellato ogni altro valore, che:
al concorso “dinamizzante” che sarà bandito a settembre sono chiamati a partecipare non i giovani aspiranti docenti, portatori di non si sa quali linfe vitali, ma proprio i matusalemme da “far fuori”, i famigerati precari “storici”, quelli che sono già abilitati, quelli che hanno la gravissima colpa di avere conseguito più di un titolo, di aver superato più di un concorso, di avere, magari, dei dottorati di ricerca, e di aver accumulato, da quando erano “giovani” fino a oggi, cioè a 40-50 anni, tantissimo servizio, mandando avanti la scuola pubblica e facendo sì che la stessa si attestasse su livelli di decenza, mentre piovevano soldi a palate (e, come Monti ha pubblicamente promesso, ancora ne pioveranno!) sui diplomifici privati. In questa scuola creata dai nostri governi si contano 10.000 docenti in “esubero” che la spending review sta per “riciclare” mandandoli ad insegnare una qualsiasi materia, alla faccia dello strombazzato “merito” e della qualità.
E’ falso e ridicolo sostenere che non ci sono stati concorsi dal 1999 ad oggi. Le scuole di specializzazione (SSIS e Scienze della Formazione Primaria) a numero chiuso, con prova selettiva in entrata e prova finale, attivate in ossequio ad una normativa europea che mandava in cantina definitivamente la superata procedura selettiva contestata (la quale ha storicamente dato adito a fenomeni di clientelismo), hanno valore di concorso (legge 306 del 27/10/2000, art. 6 ter e legge 40 del 1990 art.4 comma 2)
Non è possibile, in uno Stato di diritto, fare sperequazioni tra lavoratori con gli stessi requisiti. Dal 2000 ad oggi, infatti, sono stati immessi in ruolo, prima e dopo i tagli Gelmini, migliaia di docenti abilitati, SENZA ALCUNA ALTRA PROVA SUPPLETIVA! Con quale criterio, dopo 10 anni di assunzioni effettuate dalle Graduatorie ad Esaurimento il ministro riesuma il concorso e sottopone ai suoi ridicoli quiz (uguali per tutte le materie, ha detto: un’altra assurdità!) docenti che hanno la stessa anzianità di servizio e gli stessi titoli di chi è stato più “fortunato”? Siamo all’anarchia procedurale, alla follia pura! I precari annunciano, perciò, che impugneranno il bando di concorso il giorno stesso della sua pubblicazione eventuale, perché questo concorso spregia e sfregia il Diritto.
I precari invitano la stampa a ragionare sulle contraddizioni di un ministero che calpesta i diritti acquisiti da migliaia di docenti sfruttati, partendo dal presupposto inaccettabile e pedagogicamente destituito di ogni fondamento del “necessario ringiovanimento” del corpo docente italiano, che intanto, però, viene tenuto in cattedra fino a 67 anni.
Proclamano che non si lasceranno umiliare ed epurare, dopo anni di lavoro, passione e sacrifici, dai propositi “eugenetici” del ministro, e che metteranno in campo ogni azione volta a tutelare i loro diritti e la Scuola Pubblica.
Chiedono alla stampa quel minimo di coerenza logica e di onestà intellettuale sufficienti a demolire le menzogne e i castelli ideologici del ministro Profumo, animato dalla smania di “selezionare” chi è già stato selezionato dallo Stato e da migliaia di alunni, lui che, paradossalmente, nessuno ha mai scelto, e chiedono che i tagli vecchi e nuovi vengano ritirati, che gli organici vengano adeguati ai bisogni reali della scuola e che tutti i precari vengano immessi in ruolo, come loro imprescrittibile diritto, dalle Graduatorie, unico strumento meritocratico e trasparente, senza ulteriori, inaccettabili penalizzazioni economiche o professionali. (nuovosoldo)
I precari della Scuola Statale considerano paradossale la campagna “pubblicitaria” intrapresa dal ministro Profumo riguardo a un concorso-panacea spacciato per un’operazione di “necessario svecchiamento” della scuola pubblica. Il Ministro e i partiti che lo appoggiano vogliono risolvere velocemente i problemi di una scuola privata di 8 miliardi di euro e 150.000 lavoratori, una scuola senza materie “portanti”, senza sostegno e laboratori, una scuola con classi-pollaio, docenti mortificati nei loro diritti e nelle loro aspettative professionali, fatta oggetto di un feroce attacco da parte di forze politiche ed economiche determinate a farne merce da mercato (la Legge “ex Aprea”, DDL 953, il cui passaggio “estivo” è stato scongiurato dai Precari uniti, va nella direzione della privatizzazione della scuola statale, con l’ingresso dei privati in una sorta di consiglio di amministrazione in ogni scuola) e a meccanizzare, isterilendoli, i processi di valutazione.
Tali processi verrebbero neutralizzati con gli avversati e antimetodici test la cui inadeguatezza e miseria culturale è stata denunciata pochi giorni fa da 27 noti intellettuali e docenti universitari italiani, tra cui Luciano Canfora, che hanno additato i marchiani errori commessi dal ministero nel redigere le batterie di test per i TFA e ribadito l’inidoneità della formula del “quiz” per testare capacità e conoscenze di un aspirante docente (si veda il suo intervento apparso sulla Stampa: http://www3.lastampa.it/scuola/sezioni/news/articolo/lstp/465710).
Sono inoltre sbigottiti nel constatare che le testate giornalistiche nazionali che hanno spesso accolto le proteste e le ragioni dei precari (vd. La Repubblica, ed. di Napoli del 16/07/2012, l’articolo di Conchita Sannino contro il concorso annunciato), si siano frettolosamente ed entusiasticamente precipitate, senza diffondere nemmeno le informazioni “tecniche” di base, a celebrare le magnifiche sorti e progressive che sarebbero prefigurate dall’agire sconsiderato di Profumo, del governo “tecnico” e di PD, PDL, UDC. Il PD aveva promesso ai Precari uniti, nel corso di un’audizione a Montecitorio concessa ai loro delegati il giorno 26/07, un incontro col Ministro proprio riguardo al concorso, ma ora sta appoggiando in tutto il massacro dei diritti acquisiti dai precari.
Vogliono perciò chiarificare, per amor di verità e giustizia, se ancora queste parole hanno un senso e un valore in un paese in cui il nonsenso ha sostituito la razionalità e la paranoia dello spread ha cancellato ogni altro valore, che:
al concorso “dinamizzante” che sarà bandito a settembre sono chiamati a partecipare non i giovani aspiranti docenti, portatori di non si sa quali linfe vitali, ma proprio i matusalemme da “far fuori”, i famigerati precari “storici”, quelli che sono già abilitati, quelli che hanno la gravissima colpa di avere conseguito più di un titolo, di aver superato più di un concorso, di avere, magari, dei dottorati di ricerca, e di aver accumulato, da quando erano “giovani” fino a oggi, cioè a 40-50 anni, tantissimo servizio, mandando avanti la scuola pubblica e facendo sì che la stessa si attestasse su livelli di decenza, mentre piovevano soldi a palate (e, come Monti ha pubblicamente promesso, ancora ne pioveranno!) sui diplomifici privati. In questa scuola creata dai nostri governi si contano 10.000 docenti in “esubero” che la spending review sta per “riciclare” mandandoli ad insegnare una qualsiasi materia, alla faccia dello strombazzato “merito” e della qualità.
E’ falso e ridicolo sostenere che non ci sono stati concorsi dal 1999 ad oggi. Le scuole di specializzazione (SSIS e Scienze della Formazione Primaria) a numero chiuso, con prova selettiva in entrata e prova finale, attivate in ossequio ad una normativa europea che mandava in cantina definitivamente la superata procedura selettiva contestata (la quale ha storicamente dato adito a fenomeni di clientelismo), hanno valore di concorso (legge 306 del 27/10/2000, art. 6 ter e legge 40 del 1990 art.4 comma 2)
Non è possibile, in uno Stato di diritto, fare sperequazioni tra lavoratori con gli stessi requisiti. Dal 2000 ad oggi, infatti, sono stati immessi in ruolo, prima e dopo i tagli Gelmini, migliaia di docenti abilitati, SENZA ALCUNA ALTRA PROVA SUPPLETIVA! Con quale criterio, dopo 10 anni di assunzioni effettuate dalle Graduatorie ad Esaurimento il ministro riesuma il concorso e sottopone ai suoi ridicoli quiz (uguali per tutte le materie, ha detto: un’altra assurdità!) docenti che hanno la stessa anzianità di servizio e gli stessi titoli di chi è stato più “fortunato”? Siamo all’anarchia procedurale, alla follia pura! I precari annunciano, perciò, che impugneranno il bando di concorso il giorno stesso della sua pubblicazione eventuale, perché questo concorso spregia e sfregia il Diritto.
I precari invitano la stampa a ragionare sulle contraddizioni di un ministero che calpesta i diritti acquisiti da migliaia di docenti sfruttati, partendo dal presupposto inaccettabile e pedagogicamente destituito di ogni fondamento del “necessario ringiovanimento” del corpo docente italiano, che intanto, però, viene tenuto in cattedra fino a 67 anni.
Proclamano che non si lasceranno umiliare ed epurare, dopo anni di lavoro, passione e sacrifici, dai propositi “eugenetici” del ministro, e che metteranno in campo ogni azione volta a tutelare i loro diritti e la Scuola Pubblica.
Chiedono alla stampa quel minimo di coerenza logica e di onestà intellettuale sufficienti a demolire le menzogne e i castelli ideologici del ministro Profumo, animato dalla smania di “selezionare” chi è già stato selezionato dallo Stato e da migliaia di alunni, lui che, paradossalmente, nessuno ha mai scelto, e chiedono che i tagli vecchi e nuovi vengano ritirati, che gli organici vengano adeguati ai bisogni reali della scuola e che tutti i precari vengano immessi in ruolo, come loro imprescrittibile diritto, dalle Graduatorie, unico strumento meritocratico e trasparente, senza ulteriori, inaccettabili penalizzazioni economiche o professionali. (nuovosoldo)
Al Neuromed arriva la Risonanza 7 Tesla
Una nuova frontiera nella ricerca scientifica per lo studio, tra l’altro, delle malformazioni cerebrali, dell’epilessia, delle malattie neurodegenerative e dei fenomeni di plasticità del sistema nervoso.
L’elevato campo magnetico consentirà di approfondire i segreti ancora irrisolti del cervello umano: lo strumento rende infatti possibili ricerche innovative sul cervello in modo non invasivo, consentendo di effettuare analisi altrimenti inaccessibili. Con i ricercatori dell’IRCCS Neuromed, saranno numerosi gli specialisti e gli Istituti – presumibilmente non solo italiani – impegnati nelle sperimentazioni, a partire dal pool di fisici dell’Istituto Enrico Fermi di Roma, fino al coinvolgimento di professionisti provenienti da più settori scientifici: fisica, chimica, bioingegneria, neuroscienze, imaging.
L’apparecchio, che vale circa un milione di euro per ogni Tesla, è stato costruito negli Stati Uniti, e con le sue 33 tonnellate ha sostenuto un viaggio via mare durato più di un mese.
L’installazione della Risonanza Magnetica Nucleare 7 Tesla segna un nuovo primato dell’Istituto di ricerca molisano, che si qualifica ancor di più, con le proprie eccellenze, come punto di riferimento – non solo del Centro-Sud Italia, ma dell’intero territorio nazionale – nel campo medico, della diagnostica e delle cure.
Le possibili applicazioni della nuova risonanza magnetica spaziano, infatti, dallo studio anatomico ad altissima risoluzione del cervello all’esplorazione dell’apparato scheletrico, del cuore e della mammella. Nel settore delle Neuroscienze, l’installazione di tale tecnologia rappresenta un incremento delle potenzialità di ricerca e quindi di diagnostica per un ampio spettro di patologie di interesse di Neuromed, e più in generale di interesse nazionale ed internazionale, offrendo l’opportunità di approntare nuove e più efficaci modalità di cura e terapia, anche per esempio per le patologie Neurodegenerative.
Le alte prestazioni della Risonanza Magnetica Nucleare 7 tesla renderanno possibile la fine mappatura delle funzioni motorie, di quelle del linguaggio e della visione, la misura delle strutture e delle funzioni cerebrali a livello di singole colonne neuronali e la visualizzazione dei processi alla base dell’attività mentale dell’uomo.
Le ricerche scientifiche che potranno essere sviluppate, a vantaggio dei pazienti italiani, sono sconfinate e permetteranno grandi passi avanti nella ricerca scientifica, favorendo l’apporto di importanti contributi alle neuroscienze, alle terapie molecolari e ad una più approfondita comprensione della relazione tra lo sviluppo anatomico e funzionale del cervello e di tutti i distretti corporei. (nuovosoldo)
Sarà operativa – presumibilmente – entro un anno, la Risonanza Magnetica a campo ultra alto (7 Tesla) appena arrivata all’IRCCS Neuromed di Pozzilli (IS). Diciottesima installazione in Europa e seconda in Italia, la nuova risonanza conferma l’avanguardia tecnologica dell’IRCCS Neuromed, che presto avvierà avanzati protocolli di ricerca sui pazienti, entrando a far parte del circuito internazionale dell’imaging ad altissima risoluzione.
L’elevato campo magnetico consentirà di approfondire i segreti ancora irrisolti del cervello umano: lo strumento rende infatti possibili ricerche innovative sul cervello in modo non invasivo, consentendo di effettuare analisi altrimenti inaccessibili. Con i ricercatori dell’IRCCS Neuromed, saranno numerosi gli specialisti e gli Istituti – presumibilmente non solo italiani – impegnati nelle sperimentazioni, a partire dal pool di fisici dell’Istituto Enrico Fermi di Roma, fino al coinvolgimento di professionisti provenienti da più settori scientifici: fisica, chimica, bioingegneria, neuroscienze, imaging.
L’apparecchio, che vale circa un milione di euro per ogni Tesla, è stato costruito negli Stati Uniti, e con le sue 33 tonnellate ha sostenuto un viaggio via mare durato più di un mese.
L’installazione della Risonanza Magnetica Nucleare 7 Tesla segna un nuovo primato dell’Istituto di ricerca molisano, che si qualifica ancor di più, con le proprie eccellenze, come punto di riferimento – non solo del Centro-Sud Italia, ma dell’intero territorio nazionale – nel campo medico, della diagnostica e delle cure.
Le possibili applicazioni della nuova risonanza magnetica spaziano, infatti, dallo studio anatomico ad altissima risoluzione del cervello all’esplorazione dell’apparato scheletrico, del cuore e della mammella. Nel settore delle Neuroscienze, l’installazione di tale tecnologia rappresenta un incremento delle potenzialità di ricerca e quindi di diagnostica per un ampio spettro di patologie di interesse di Neuromed, e più in generale di interesse nazionale ed internazionale, offrendo l’opportunità di approntare nuove e più efficaci modalità di cura e terapia, anche per esempio per le patologie Neurodegenerative.
Le alte prestazioni della Risonanza Magnetica Nucleare 7 tesla renderanno possibile la fine mappatura delle funzioni motorie, di quelle del linguaggio e della visione, la misura delle strutture e delle funzioni cerebrali a livello di singole colonne neuronali e la visualizzazione dei processi alla base dell’attività mentale dell’uomo.
Le ricerche scientifiche che potranno essere sviluppate, a vantaggio dei pazienti italiani, sono sconfinate e permetteranno grandi passi avanti nella ricerca scientifica, favorendo l’apporto di importanti contributi alle neuroscienze, alle terapie molecolari e ad una più approfondita comprensione della relazione tra lo sviluppo anatomico e funzionale del cervello e di tutti i distretti corporei. (nuovosoldo)
lunedì 27 agosto 2012
Comune di Messina: si dimettono gli Assessori dell´Udc
“Gli assessori comunali dell´Udc, d´intesa con la segreteria cittadina ed il gruppo consiliare al Comune di Messina, hanno deciso di rassegnare le dimissioni dalla giunta di Palazzo Zanca. Lo comunica una nota ufficiale diffusa dal partito. Si tratta di una decisione dovuta alle incaute ed infondate dichiarazioni del sindaco – prosegue la nota – che, per giustificare una scelta scellerata, si arrampica sugli specchi. L´Udc, nel rispetto del mandato conferito dagli elettori, ha sostenuto con lealta´ la sindacatura di Giuseppe Buzzanca nonostante egli non abbia brillato ne´ per efficienza ed efficacia dell´ azione amministrativa, ne´ per volonta´ di relazionarsi con il nostro partito.Buzzanca, viceversa, ha violato il patto con gli elettori e con i partiti che lo hanno sostenuto scegliendo, come sempre in solitudine, di dimettersi per un mero tornaconto personale e condannando la citta´, a causa sua, e per la seconda volta, ad un lungo e dannoso periodo di commissariamento. La verita´ e´ solo questa il resto sono chiacchiere e piccole bugie.
Tuttavia, se il sindaco di Messina ritiene che il problema sia l´Udc, continui la sua attivita´ sostituendo gli assessori dimissionari con persone di sua fiducia e completi il mandato amministrativo, facendo quelle cose che servono alla citta´ a partire dai provvedimenti in materia di urbanistica a tutela del territorio: trovera´ comunque il sostegno dell´Unione di Centro. Se, invece, le sue dimissioni servono solo a rimetterlo in pista per una poltrona all´Ars abbia almeno il buon gusto di tacere e di chiedere scusa ai messinesi”.
Tuttavia, se il sindaco di Messina ritiene che il problema sia l´Udc, continui la sua attivita´ sostituendo gli assessori dimissionari con persone di sua fiducia e completi il mandato amministrativo, facendo quelle cose che servono alla citta´ a partire dai provvedimenti in materia di urbanistica a tutela del territorio: trovera´ comunque il sostegno dell´Unione di Centro. Se, invece, le sue dimissioni servono solo a rimetterlo in pista per una poltrona all´Ars abbia almeno il buon gusto di tacere e di chiedere scusa ai messinesi”.
Lavoro: quali sono le professioni più richieste dal mercato del lavoro?
foto di Giuseppe Marra Castronovo - da nuovosoldo
Nonostante la crisi, la forte disoccupazione che specie tra le fasce giovanili ha toccato livelli da record, un barlume di mercato del lavoro esiste ancora in Italia. Certo é che le circostanze rendono sempre più difficile trovare un posto di lavoro, specie quello che si desidera o per il quale si è studiato o ci si é specializzati.
A questo punto resta da chiedersi quali siano, di questi tempi le categorie professionali più richieste.Anche perché, evidenzia Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti, la conoscenza di quali siano i profili lavorativi più richiesti, anche in relazione alle diverse aree geografiche, se non é la soluzione alla ricerca di un posto di lavoro in questo momento così difficile, può servire a facilitare il compito.
Un modo empirico per individuare qualisiano le professioni oggetto di maggiore domanda é senza alcun dubbio rivelato analizzando i dati relativi agli annunci di lavoro apparsi negli ultimi mesi sui vari siti internet. Una recentissima indagine ha messo sotto la lente d’ingrandimento quelli apparsi da maggio sino ad oggi su uno dei principali portali che incrociano domanda ed offerta di lavoro, ossia lavoro.org. A farla da padrone nella speciale classifica delle professioni più richieste sono quelle nel campo commerciale, un ambito assai vasto per il quale sono richieste buone capacita nella vendita dei prodotti. Una miriade sono i prodotti per i quali sono richiesti “venditori”: dagli elettromedicali, alle assicurazioni, passando per prodotti benessere, impianti fotovoltaici, prodotti per tabacchi e tanto di più. Basti pensare che negli ultimi 3 mesi in questo settore si sono registrati oltre 5.000 annunci di offerte lavorative.
Sul secondo gradino del podio c’è un settore in costante espansione da anni: quello informatico. Anche in questo caso, il campo dei tipi di offerte è molto vasto. Sono richiesti: programmatori, sistemisti, grafici, web master, consulenti ed altro ancora. In questo caso le proposte sono state pari ad oltre 1.300.
Di poco al di sotto,con quasi 1200 offerte di lavoro, si collocano al terzo posto i richiestissimi ingegneri, ovviamente con le più disparate specializzazioni. Si va da quelli meccanici, agli elettronici, ai navali, ambientali, esperti di telecomunicazioni ed altro ancora. In questo campo, inoltre, vi sono molte possibilità di stage.
Sorprende che al quarto posto con 1100 offerte di posti di lavoro, ci sia una categoria che si trova in profonda crisi: quella dell’industria metalmeccanica che comunque nel nostro Paese vanta una profonda tradizione che probabilmente favorisce un continuo turn over nonostante la profonda recessione in cui si trova il settore. Le tipologie professionali più richieste sono gli assemblatori, carpentieri, montatori, operai generici, collaudatori, manutentori oltre ad altre figure più specifiche.
Tra gli altri profili professionali la classifica conta a seguire gli addetti alla vendite, area manager; agenti monomandatari, elettricisti, magazzinieri, commessi e camerieri.
Agli ultimi posti e quindi tra le categorie meno ricercate, troviamo: controller, capi reparto, parrucchieri, insegnanti, avvocati, custode care, receptionist e cuochi.
Per quanto concerne l’offerta per categorie generiche, la prima posizione è per lavoro commerciale e agenti procacciatori; a seguire informatica; amministrazione, segreteria e direzione; banche, assicurazioni e finanziamenti; commercio, grande distribuzione e dettaglio; risorse umane e formazione. Sul fondo della classifica delle categorie generiche lavorative, troviamo architettura; immobiliare; ricerca e sviluppo; telelavoro e lavoro da casa. Un dato sorprendente è quello della categoria lavorativa delle badanti e colf, che chiude la graduatoria con sole 3 offerte di lavoro nonostante il periodo estivo. Ma in questo caso, é molto probabile che i dati non riportino fedelmente la realtà perché è un settore nel quale funziona ancora il passaparola per lo scambio tra domanda e offerta e molto meno la rete.
Altri dati significativi giungono dall’analisi della provenienza geografica delle offerte di lavoro: al primo posto c’è quella che si conferma la capitale economica del Paese, ossia Milano, con oltre 4.000 offerte di lavoro pubblicate; più del doppio della capitale istituzionale, Roma, con quasi 2.500. A seguire Torino e Bolzano con 1.300; Bologna 1.200; Modena 1.100; Bergamo 1.000. Tra le città con meno annunci di lavoro inseriti, Pavia, Bari, Pesaro, Lucca e Arezzo con poco più di 200 per ciascuna.
Va, infine, evidenziato come tra le città con più offerte di lavoro pubblicate, non siamo nemmeno presenti importanti realtà territoriali quali Palermo, Messina, Catania, Reggio Calabria, Cosenza e, più in generale, molte grandi città del sud Italia.
domenica 26 agosto 2012
Sanità: bozza decreto, solo ad Aifa sperimentazione clinica farmaci
(ASCA) - Roma, 25 ago - Passeranno all'agenzia del farmaco, l'Aifa, le competenze sulla sperimentazione clinica dei medicinali che ad oggi sono attribuite anche all'Istituto Superiore di Sanita'. Lo prevede la bozza del decreto del ministro della Salute, Renato Balduzzi, che verra' presentato al Consiglio dei ministri il 31 agosto, che ASCA ha potuto visionare.
Obiettivo della razionalizzazione - secondo quanto si apprende - e' quello di limitare il proliferare dei comitati etici. Prevista, inoltre, la pubblicazione online della documentazione sugli studi clinici.
Obiettivo della razionalizzazione - secondo quanto si apprende - e' quello di limitare il proliferare dei comitati etici. Prevista, inoltre, la pubblicazione online della documentazione sugli studi clinici.
Grandi Opere: Berlusconi è vivo e lotta insieme a noi
da simplicissimus
Ci hanno fatto lo scherzo, ci hanno detto lo cacciamo via e ci hanno mostrato il dramma e il tripudio dell’uscita di scena. Ma era un inganno: i figuranti chiamati a sostituire il premiato circo del Cavalier Silvio sono gli stessi di prima, solo truccati diversamente. E se l’etera di stato prima di aprire bocca (per parlare beninteso) almeno si consultava con clown e trapezisti, adesso lo stesso personaggio sotto forma di professoressa dice sciocchezze ancor più ridicole in proprio: parla di pasta al pomodoro, di ridurre gli stipendi degli anziani. Come caspita abbia fatto a prendersi una laurea, è un piccolo mistero di contorno ai grandi misteri del Paese.
Ma il fatto è che Berlusconi non è uomo, è una maschera, una categoria della vita italiana, che sia basso, alto, truccato o sobrio poco importa: è la voce di una classe dirigente incapace che di fronte al proprio fallimento non vuole mollare e nemmeno cambiare, ma solo conservare potere, privilegi e commende. Attraverso qualsiasi travestimento parla la stessa voce, inscena lo stesso inganno e produce lo stesso incubo come in una notte febbrile.
Lo si è visto chiaramente anche in quell’applausometro del meeting di Rimini dove la peggio Italia, quella dell’ipocrisia e della doppia morale, della devozione ben retribuita e avida, del vuoto intellettuale si riunisce ogni anno in comunione e conservazione con i propri briganti di punta. Ecco che proprio al meeting il governo per bocca del viceministro allo sviluppo, Mario Ciaccia, preso a scatola chiusa dalla direzione di Banca Intesa, tanto per cambiare, illustra il piano sviluppo, fresco fresco di Cdm. Immaginate un po’: quello stesso di Berlusconi del 94, niente iva per le grandi opere, per tav, porti e ponti vari e ci aggiunge anche che questo creerà il solito milione di posti di lavoro. Anzi no, “molte centinaia di migliaia” proprio per non sembrare un ventriloquo di vent’anni fa.
Si tratta della stessa idea di Silvio e di Tremonti sempre certi che l’eliminazione dell’imposta avrebbe attratto chissà che investimenti: purtroppo il project financing è già fallito in un ‘Italia dove il capitalismo funziona se i capitali sono dello stato: in vent’anni, statistiche Ocse, l’Italia ha prodotto solo il 2% di questo tipo di investimenti nel complesso dell’Europa. E oggi che il ritorno delle grandi opere e della cementificazione si rivela ancor più incerto di ieri, visto il rallentamento dell’economia mondiale, la luce in fondo al tunnel (cosparso di tangenti) è ancor più una pia illusione, ancor più una dannata bugia.
Ci hanno fatto lo scherzo, ci hanno detto lo cacciamo via e ci hanno mostrato il dramma e il tripudio dell’uscita di scena. Ma era un inganno: i figuranti chiamati a sostituire il premiato circo del Cavalier Silvio sono gli stessi di prima, solo truccati diversamente. E se l’etera di stato prima di aprire bocca (per parlare beninteso) almeno si consultava con clown e trapezisti, adesso lo stesso personaggio sotto forma di professoressa dice sciocchezze ancor più ridicole in proprio: parla di pasta al pomodoro, di ridurre gli stipendi degli anziani. Come caspita abbia fatto a prendersi una laurea, è un piccolo mistero di contorno ai grandi misteri del Paese.
Ma il fatto è che Berlusconi non è uomo, è una maschera, una categoria della vita italiana, che sia basso, alto, truccato o sobrio poco importa: è la voce di una classe dirigente incapace che di fronte al proprio fallimento non vuole mollare e nemmeno cambiare, ma solo conservare potere, privilegi e commende. Attraverso qualsiasi travestimento parla la stessa voce, inscena lo stesso inganno e produce lo stesso incubo come in una notte febbrile.
Lo si è visto chiaramente anche in quell’applausometro del meeting di Rimini dove la peggio Italia, quella dell’ipocrisia e della doppia morale, della devozione ben retribuita e avida, del vuoto intellettuale si riunisce ogni anno in comunione e conservazione con i propri briganti di punta. Ecco che proprio al meeting il governo per bocca del viceministro allo sviluppo, Mario Ciaccia, preso a scatola chiusa dalla direzione di Banca Intesa, tanto per cambiare, illustra il piano sviluppo, fresco fresco di Cdm. Immaginate un po’: quello stesso di Berlusconi del 94, niente iva per le grandi opere, per tav, porti e ponti vari e ci aggiunge anche che questo creerà il solito milione di posti di lavoro. Anzi no, “molte centinaia di migliaia” proprio per non sembrare un ventriloquo di vent’anni fa.
Si tratta della stessa idea di Silvio e di Tremonti sempre certi che l’eliminazione dell’imposta avrebbe attratto chissà che investimenti: purtroppo il project financing è già fallito in un ‘Italia dove il capitalismo funziona se i capitali sono dello stato: in vent’anni, statistiche Ocse, l’Italia ha prodotto solo il 2% di questo tipo di investimenti nel complesso dell’Europa. E oggi che il ritorno delle grandi opere e della cementificazione si rivela ancor più incerto di ieri, visto il rallentamento dell’economia mondiale, la luce in fondo al tunnel (cosparso di tangenti) è ancor più una pia illusione, ancor più una dannata bugia.
Un tesoro affiora dal mare dei Bronzi di Riace
A quarant’anni dal ritrovamento dei Bronzi di Riace nel tratto di mare antistante il litorale ionico della provincia di Reggio Calabra viene segnalato un altro ritrovamento bronzeo. Esattamente nei pressi di Capo Bruzzano – tra i comuni di Bruzzano Zeffirio e Africo – i sub Leo Morabito e Bruno Bruzzaniti hanno portato alla luce nei giorni scorsi una scultura in bronzo dorato, raffigurante un leone, un pannello quadrato di circa quindici centimetri e del peso di circa 15 chilogrammi. Inoltre un terzo sub, Bartolo Priolo. avrebbe avvistato un’intera armatura in bronzo ancora incastrata sul fondo marino.UNA BARCA GRECA – Da mercoledì mattina i carabinieri del Gruppo sommozzatori di Messina si immergeranno per capire cosa si nasconde realmente sul fondale.Un’ordinanza ha già vietato nel raggio di cinquecento metri dal tratto interessato la balneazione, la navigazione, la sosta di natanti, nonché la pesca e ogni attività subacquea e diportistica. Il fondale marino attorno alla zona in questione appare tappezzato di cocci multicolore. Nel mare potrebbe dunque esserci altro materiale di interesse se non addirittura qualche relitto magari di provenienza greca o fenicia, ma ogni ipotesi in merito risulta ancora troppo prematura. Ma il sub Bruzzaniti ne è praticamente certo: « Ho visto una statua – racconta – che si trova incagliata tra gli scogli. Poco lontano sono riuscito poi a scorgere una pezzo di nave. Le maree però coprono tutto».
IL LEONE – È entusiasta Leo Morabito, il sub che è riuscito a riportare alla luce il leone di bronzo.«A me piace il mare – racconta – e amo andare a pesca. Mentre ero in acqua ho notato qualcosa di strano e quindi, incuriosito, mi sono avvicinato e sono riuscito a tirare fuori questa meravigliosa opera d’arte».
BRONZI DI RIACE – Di sicuro se le ipotesi ufficiosamente avanzate dagli esperti fossero confermate si tratterebbe di un ritrovamento di eccezionale valore. La prima ipotesi è che i reperti ritrovati appartenessero al carico di una nave affondata proprio davanti alle coste calabresi. Il luogo ed il periodo di quest’ultimo rinvenimento, avvenuto proprio pochi giorni dopo l’anniversario dei 40 anni dalla scoperta dei Bronzi di Riace, il 16 agosto 1972, fa sperare che ci si trovi di fronte ad una nuova ed eccezionale scoperta. Sul ritrovamento in serata è intervenuto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, il quale ha ricordato che «il mare che bagna le coste calabresi continua a regalarci altri importantissimi e preziosi reperti». Filippo Rosace
Ma la gente del luogo si chiede come possa essere possibile che a distanza di ben 40 anni ci siano altri ritrovamenti vicino al sito dei famosi Bronzi, cosa e come hanno cercato ulteriori reperti in quegli anni. Questi ritrovamenti avvalorano le voci di altri reperti spariti, prima e dopo la scoperta dei bronzi di Riace. Così come tutti ormai dicono: Mariottini Stefano non è il vero scopritore delle statue, ma informato dai dei ragazzi (veri autori della scoperta). Mariottini fu solo l'autore di sopralluoghi e denuncia alla soprintendenza.
Dalla scoperta dei Bronzi di Riace c'è una lunga storia, piena di sorprese che affiorano e testimoniano la gestione poco valida del soprintendente di Reggio Calabria di allora, a cui faceva capo Lattanzi.
IL LEONE – È entusiasta Leo Morabito, il sub che è riuscito a riportare alla luce il leone di bronzo.«A me piace il mare – racconta – e amo andare a pesca. Mentre ero in acqua ho notato qualcosa di strano e quindi, incuriosito, mi sono avvicinato e sono riuscito a tirare fuori questa meravigliosa opera d’arte».
BRONZI DI RIACE – Di sicuro se le ipotesi ufficiosamente avanzate dagli esperti fossero confermate si tratterebbe di un ritrovamento di eccezionale valore. La prima ipotesi è che i reperti ritrovati appartenessero al carico di una nave affondata proprio davanti alle coste calabresi. Il luogo ed il periodo di quest’ultimo rinvenimento, avvenuto proprio pochi giorni dopo l’anniversario dei 40 anni dalla scoperta dei Bronzi di Riace, il 16 agosto 1972, fa sperare che ci si trovi di fronte ad una nuova ed eccezionale scoperta. Sul ritrovamento in serata è intervenuto il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, il quale ha ricordato che «il mare che bagna le coste calabresi continua a regalarci altri importantissimi e preziosi reperti». Filippo Rosace
Ma la gente del luogo si chiede come possa essere possibile che a distanza di ben 40 anni ci siano altri ritrovamenti vicino al sito dei famosi Bronzi, cosa e come hanno cercato ulteriori reperti in quegli anni. Questi ritrovamenti avvalorano le voci di altri reperti spariti, prima e dopo la scoperta dei bronzi di Riace. Così come tutti ormai dicono: Mariottini Stefano non è il vero scopritore delle statue, ma informato dai dei ragazzi (veri autori della scoperta). Mariottini fu solo l'autore di sopralluoghi e denuncia alla soprintendenza.
Dalla scoperta dei Bronzi di Riace c'è una lunga storia, piena di sorprese che affiorano e testimoniano la gestione poco valida del soprintendente di Reggio Calabria di allora, a cui faceva capo Lattanzi.
venerdì 24 agosto 2012
Il postino può bussare quante volte vuole, ma se vi porta una cartella di Equitalia, da oggi potete non pagare!
di Stefano Davidson - byoblu
Le cartelle esattoriali di Equitalia che arrivano a casa vostra per raccomandata non sono valide. Secondo le ultime interpretazioni giurisuprudenziali (qui la sentenza del giudice di pace di Genova) la notifica può essere effettuata unicamente attraverso gli ufficiali della riscossione, gli agenti della polizia municipale, i messi comunali e altri soggetti abilitati dal concessionario. Le raccomandate no. Questo rende "inesistente" qualsiasi notifica, viziando tutto il procedimento di pignoramento che ne potrebbe conseguire. Insomma: potete non pagarle, a condizione di effettuare un rigetto immediato, assistiti da un avvocato, con ricorso alla commissione tributaria.
Scrive Maurizio Villani che, con sentenza n. 4486 del 27 giugno 2012 (vedi pdf), anche il Giudice di Pace di Genova, pronunciandosi sulla corretta interpretazione dell’art. 26 D.P.R. n. 602/1973, ha ritenuto inesistente la notifica a mezzo posta degli atti di Equitalia, eseguita direttamente dalla stessa e non tramite agente all’uopo abilitato.
Ciò in linea con la giurisprudenza di merito formatasi sul tema e, in particolar modo, con la sentenza n. 909 della Ctp di Lecce del 23 ottobre 2009. Difatti, l’articolo 26, primo comma, del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 602, rubricato “Notificazione della cartella di pagamento”, dopo le modifiche intervenute nel 1999, prevede la possibilità di notificare gli atti per posta, mediante invio di raccomandata con avviso di ricevimento, soltanto agli agenti notificatori od agli altri soggetti abilitati dal concessionario nelle forme previste dalla legge ovvero, previa eventuale convenzione tra comune e concessionario, ai messi comunali od agli agenti della polizia municipale (elencazione tassativa).
Ingredienti dei gelati artigianali
Roberto Lobrano, figlio d'arte di un gelataio ligure rinomato, ha studiato marketing, vede l'arte gelatiera da una inedita prospettiva e spiega: «Nonostante sia senza dubbio una delle eccellenze del Made in Italy, il gelato artigianale non è protetto da una normativa né tutelato da marchi specifici, e questo è un grave vulnus per tutti: per chi lo produce all'insegna della qualità, che non può difendersi dalla concorrenza sleale, e per il consumatore, che non può sapere che cosa sta acquistando, visto che non è necessario rispettare alcuna norma per definire un gelato artigianale. Ciò significa che sotto quell'etichetta ci può essere di tutto». saluteme.it
giovedì 23 agosto 2012
Sicilia: Fava sbaraglia Crocetta, Pd alle scialuppe di salvataggio
I nodi vengono al pettine, anche quando i capelli sono quelli delle bambole che dicono “senza se e senza ma” quando le si inclina. Così non basta mettere un nome nuovo o poco esplorato in lista per cancellare errori, ambiguità, mancanza di sostanza politica: è come mettere carta da parati su un’intonaco muffito. Il campanello di allarme suona rabbioso per il Pd e nonostante i tentativi disperati di soffocarne il segnale, esso arriva chiarissimo dalla Sicilia: un sondaggio commissionato da Pd,- Udc nelle persone di Cesa e Migliavacca, all’Ipsos di Pagnoncelli e poi tenuto riservato, anzi nascosto e seppellito, dice che il primo posto nelle intenzioni di voto dei siciliani va a Claudio Fava, che al secondo c’è il pidiellino Micciché (poi sostituito da Musumeci), mentre Crocetta è solo terzo, tallonato fra l’altro da Rizzo dei Cinque stelle.
Forse è anche per questo che Crocetta si è lasciato andare a sorprendenti e grottesche promesse di castità, chissà pensando che il problema fosse quello della sua identità sessuale. E invece no, il problema è proprio politico: non si può pretendere che si creda a una qualche cambiamento e rinnovamento quando ci si allea con l’Udc e si cerca l’appoggio della eterna e compromessa gerontocrazia locale. Della lotta alla mafia non parliamo nemmeno visti i trascorsi dei centristi siciliani che non riguardano certo solo Totà Cuffaro, ma una filosofia e un modo di essere: non dimentichiamo che nel 2008 un’inchiesta della voce.info classifico l’Udc come il partito più infiltrato d’Italia (ma forse del mondo) con il 9% di candidati condannati in primo o in secondo grado e in attesa della procedura d’appello e della Cassazione. Certo erano numeri nazionali, ma fanno parte di una disinvolta noncuranza etica di opportunismo e affarismo che pare diluirsi solo quando si parla di famiglia o di famiglie.
Mentre, secondo indiscrezioni, il Pd starebbe cercando di convincere Crocetta a ritirarsi per sostituirlo con qualcun altro, anche se non si sa chi, una cosa è evidente: che in Sicilia sta fallendo piuttosto miseramente – almeno stando ai sondaggi (credibili in questo caso proprio perché affidati a un istituto “amico”) – la prova generale del gattopardismo centripeto da imporre sul piano nazionale con qualche variante di facciata come il coinvolgimento di Sel. Ma la Sicilia non si merita questo e non se lo merita l’Italia. E sulla vicenda dovrebbe forse riflettere attentamente Niki Vendola che si appresta a buttare alle ortiche un’occasione storica.
Come ha detto Alessandro Gilioli assieme ad altri nei giorni scorsi, non ci vuole una “cosa bianca”, ma una “cosa seria”. Purtroppo però la speranza che questa nasca all’interno di formazioni politiche ormai consistenti in apparati e interessi d’apparato quando non personali, ha pochissimo senso e rischia di dar vita a cose non proprio bianche, ma di altro e inequivocabile colore. Quello preferito del resto dalle agenzie di rating che sono il maggior alleato della sedicente sinistra italiana a quanto pare di capire. Occorrono nuove formazioni politiche in grado di interpretare i cambiamenti e la tempesta che stiamo attraversando, le speranze del Paese. Perché quelle esistente sono ormai logore e incapaci di reagire alle svendite decise altrove.
Attenzione, perché i nodi vengono al pettine anche quando si tratta di teste calve che a tutti i costi vogliono negare trasparenza. Il paese chiede una certezza di futuro, non l’omaggio acritico a feticci e sguardi aggrappati al passato: su tutto questo in un modo o nell’altro ci farà una crocetta sopra. In un modo o nell’altro appunto: il prima programma politico nel tifone è cercare che sia non il modo peggiore. (simplicissimus)
Forse è anche per questo che Crocetta si è lasciato andare a sorprendenti e grottesche promesse di castità, chissà pensando che il problema fosse quello della sua identità sessuale. E invece no, il problema è proprio politico: non si può pretendere che si creda a una qualche cambiamento e rinnovamento quando ci si allea con l’Udc e si cerca l’appoggio della eterna e compromessa gerontocrazia locale. Della lotta alla mafia non parliamo nemmeno visti i trascorsi dei centristi siciliani che non riguardano certo solo Totà Cuffaro, ma una filosofia e un modo di essere: non dimentichiamo che nel 2008 un’inchiesta della voce.info classifico l’Udc come il partito più infiltrato d’Italia (ma forse del mondo) con il 9% di candidati condannati in primo o in secondo grado e in attesa della procedura d’appello e della Cassazione. Certo erano numeri nazionali, ma fanno parte di una disinvolta noncuranza etica di opportunismo e affarismo che pare diluirsi solo quando si parla di famiglia o di famiglie.
Mentre, secondo indiscrezioni, il Pd starebbe cercando di convincere Crocetta a ritirarsi per sostituirlo con qualcun altro, anche se non si sa chi, una cosa è evidente: che in Sicilia sta fallendo piuttosto miseramente – almeno stando ai sondaggi (credibili in questo caso proprio perché affidati a un istituto “amico”) – la prova generale del gattopardismo centripeto da imporre sul piano nazionale con qualche variante di facciata come il coinvolgimento di Sel. Ma la Sicilia non si merita questo e non se lo merita l’Italia. E sulla vicenda dovrebbe forse riflettere attentamente Niki Vendola che si appresta a buttare alle ortiche un’occasione storica.
Come ha detto Alessandro Gilioli assieme ad altri nei giorni scorsi, non ci vuole una “cosa bianca”, ma una “cosa seria”. Purtroppo però la speranza che questa nasca all’interno di formazioni politiche ormai consistenti in apparati e interessi d’apparato quando non personali, ha pochissimo senso e rischia di dar vita a cose non proprio bianche, ma di altro e inequivocabile colore. Quello preferito del resto dalle agenzie di rating che sono il maggior alleato della sedicente sinistra italiana a quanto pare di capire. Occorrono nuove formazioni politiche in grado di interpretare i cambiamenti e la tempesta che stiamo attraversando, le speranze del Paese. Perché quelle esistente sono ormai logore e incapaci di reagire alle svendite decise altrove.
Attenzione, perché i nodi vengono al pettine anche quando si tratta di teste calve che a tutti i costi vogliono negare trasparenza. Il paese chiede una certezza di futuro, non l’omaggio acritico a feticci e sguardi aggrappati al passato: su tutto questo in un modo o nell’altro ci farà una crocetta sopra. In un modo o nell’altro appunto: il prima programma politico nel tifone è cercare che sia non il modo peggiore. (simplicissimus)
ATM e costituzione nuova Società: Il presidente della Commissione Vigilanza Popolare, dr. G. Rodi, chiede l’intervento della Procura della Repubblica di Messina
Con la presente, in relazione alle notizie relative alla costituzione di una nuova Società in sostituzione dell’ATM (Azienda Trasporti Municipalizzata di Messina), ex art. 8 legge 47/1948, si chiede la seguente precisazione:
L’intervento dei “grillini” lo si ritiene condivisibile anche per il fatto che una struttura, che da anni versa in costante e continua crisi economica, è stata sostenuta e supportata dal Comune e dalla Regione Siciliana con la corresponsione di relativi contributi economici volti a sanare, in via provvisoria, le parziali retribuzioni dei dipendenti. A ciò si aggiunge che, con precedente intervento dell’odierno Presidente della COMMISSIONE VIGILANZA POPOLARE, ed in virtù delle statuizione della Suprema Corte di Cassazione, il Comune di Messina non risulta avesse provveduto a farsi corrispondere, dalla stessa ATM, la ex TARSU (oggi TIA 1) sui parcheggi a pagamenti gestiti dalla stessa ATM di Messina.
In tal senso si ritiene opportuno ricordare come, la stessa Suprema Corte di Cassazione, avesse statuito (sentenza n. 13100 del 25-07-2012) che la ex TARSU è dovuta dai gestori dei parcheggi a pagamento per la sottrazione di aree pubbliche destinate alla collettività. La nota, in tal senso inviata al Comune di Messina dalla Commissione Vigilanza Popolare, ad oggi (22 agosto 2012) è rimasta INEVASA. D’altra parte non può escludersi che, a beve, possa intervenire la Suprema Corte dei Conti già da tempo adita dalla scrivente Commissione Vigilanza Popolare. Tra l’altra, il mancato recupero della ex TARSU da parte del Comune di Messina in uno alla volontà di costituire una nuova Società, oltre a costituire un palese danno erariale, potrebbe celare la volontà di far cadere in prescrizione i crediti vantati dal Comune di Messina nei confronti della predetta ATM.
Il problema che dovrebbe essere maggiormente attenzionato dall’Autorità Giudiziaria in indirizzo e se, il carrozzone ATM e la nuova trasformazione in Società in uno alle palesi volontà di salvare la ex ATM nonostante i palesi debiti, possa essere sinonimo di avvalersi di un serbatoio di voti. Ciò anche in virtù delle prossime elezioni nazionali e regionali che si terranno in Sicilia. Per tale motivo, nel chiedere il formale intervento dell’A.G. in indirizzo, si chiede un più approfondito accertamento giudiziario del caso. Non si formulano accuse e non si sottente alcunchè, nei confronti di nessuno, ma, d’altra parte, non si giustifica come un “carrozzone” viene tenuto in vita quando, in altri casi (vedesi, ad esempio, F.C. MESSINA PELORO), la stessa Procura di Messina ha chiesto il fallimento di una Società che presentava una consistente massa debitoria. Lasciamo, quindi, all’Autorità Giudiziaria ogni valutazione del caso. Resta sotteso che, qualora riscontrata la presenza di reato o reati penali, si chiede la punizione di coloro che saranno ritenuti responsabili. Si chiede, infine, di essere informati sugli sviluppi della presente ex legge 241/90 (recepita con l.r. siciliana 10/91) ed ex art. 408-409-411 c.p.p. (nuovosoldo)
L’intervento dei “grillini” lo si ritiene condivisibile anche per il fatto che una struttura, che da anni versa in costante e continua crisi economica, è stata sostenuta e supportata dal Comune e dalla Regione Siciliana con la corresponsione di relativi contributi economici volti a sanare, in via provvisoria, le parziali retribuzioni dei dipendenti. A ciò si aggiunge che, con precedente intervento dell’odierno Presidente della COMMISSIONE VIGILANZA POPOLARE, ed in virtù delle statuizione della Suprema Corte di Cassazione, il Comune di Messina non risulta avesse provveduto a farsi corrispondere, dalla stessa ATM, la ex TARSU (oggi TIA 1) sui parcheggi a pagamenti gestiti dalla stessa ATM di Messina.
In tal senso si ritiene opportuno ricordare come, la stessa Suprema Corte di Cassazione, avesse statuito (sentenza n. 13100 del 25-07-2012) che la ex TARSU è dovuta dai gestori dei parcheggi a pagamento per la sottrazione di aree pubbliche destinate alla collettività. La nota, in tal senso inviata al Comune di Messina dalla Commissione Vigilanza Popolare, ad oggi (22 agosto 2012) è rimasta INEVASA. D’altra parte non può escludersi che, a beve, possa intervenire la Suprema Corte dei Conti già da tempo adita dalla scrivente Commissione Vigilanza Popolare. Tra l’altra, il mancato recupero della ex TARSU da parte del Comune di Messina in uno alla volontà di costituire una nuova Società, oltre a costituire un palese danno erariale, potrebbe celare la volontà di far cadere in prescrizione i crediti vantati dal Comune di Messina nei confronti della predetta ATM.
Il problema che dovrebbe essere maggiormente attenzionato dall’Autorità Giudiziaria in indirizzo e se, il carrozzone ATM e la nuova trasformazione in Società in uno alle palesi volontà di salvare la ex ATM nonostante i palesi debiti, possa essere sinonimo di avvalersi di un serbatoio di voti. Ciò anche in virtù delle prossime elezioni nazionali e regionali che si terranno in Sicilia. Per tale motivo, nel chiedere il formale intervento dell’A.G. in indirizzo, si chiede un più approfondito accertamento giudiziario del caso. Non si formulano accuse e non si sottente alcunchè, nei confronti di nessuno, ma, d’altra parte, non si giustifica come un “carrozzone” viene tenuto in vita quando, in altri casi (vedesi, ad esempio, F.C. MESSINA PELORO), la stessa Procura di Messina ha chiesto il fallimento di una Società che presentava una consistente massa debitoria. Lasciamo, quindi, all’Autorità Giudiziaria ogni valutazione del caso. Resta sotteso che, qualora riscontrata la presenza di reato o reati penali, si chiede la punizione di coloro che saranno ritenuti responsabili. Si chiede, infine, di essere informati sugli sviluppi della presente ex legge 241/90 (recepita con l.r. siciliana 10/91) ed ex art. 408-409-411 c.p.p. (nuovosoldo)
Scoperti 13 lavoratori in nero in una struttura balneare a Patti.
PATTI (MESSINA) – Tredici lavoratori in nero, tra cui un minore, sono stati scoperti dalla guardia di finanza a Patti, nel Messinese, all’interno di una struttura turistica balneare. Si tratta di bagnini, animatori, chef e altro personale; la quasi totalità del personale della struttura. L’esercizio balneare era inoltre privo di registratore di cassa. I due titolari della struttura sono stati denunciati alla Procura di Patti.
E' chiaro che se la GF facesse il suo lavoro con continuità e senza tanti clamori ne troverebbe a centinaia di casi simili. Invece gongola saltuariamente su dati clamorosi. Nessuno gli rinfaccia che questi dati confermano l'altissima percentuale di irregolarità che non contrastano minimamente. Per quale motivo o patto segreto la GF di Messina (e non solo) resta docile a fronte di queste clamorose scoperte?
Colpire molti di questi commercianti equivale ad eliminare e ridurre l'evasione e lo sfruttamento, donando lavoro regolare e fermando la schiavitù moderna.
E' chiaro che se la GF facesse il suo lavoro con continuità e senza tanti clamori ne troverebbe a centinaia di casi simili. Invece gongola saltuariamente su dati clamorosi. Nessuno gli rinfaccia che questi dati confermano l'altissima percentuale di irregolarità che non contrastano minimamente. Per quale motivo o patto segreto la GF di Messina (e non solo) resta docile a fronte di queste clamorose scoperte?
Colpire molti di questi commercianti equivale ad eliminare e ridurre l'evasione e lo sfruttamento, donando lavoro regolare e fermando la schiavitù moderna.
Marina italiana per le campagne di guerra USA in Africa
di Antonio Mazzeo
Tour estivo in Africa orientale per la fregata “Scirocco” della Marina militare italiana. Dal 14 al 20 agosto, l’unità della classe Maestrale con 225 uomini di equipaggio, svariati sistemi missilistici e due elicotteri AB-212 ha sostato nel porto di Dar Es Salaam in Tanzania, per condurre un corso di addestramento a favore di una cinquantina di ufficiali tanzaniani. Le attività, svolte in parte a bordo dell’unità e in parte nella locale Scuola navale, sono state finalizzate a migliorare la conoscenza dei militari africani nel settore della navigazione e della condotta d’imbarcazioni, della “difesa passiva”, della “proliferazione degli ordigni esplosivi improvvisati” e del pronto soccorso. Al corso hanno partecipato pure due ufficiali della marina di Gibuti, il piccolissimo stato del Corno d’Africa che ospita la maggiore installazione da guerra delle forze armate Usa nel continente africano.
Il comunicato emesso dallo Stato maggiore della Marina militare italiana spiega che la missione in Tanzania rientra nel progetto Africa Partnership Station “che ha lo scopo di rafforzare i rapporti di collaborazione con alcuni Paesi africani, attraverso molteplici attività di supporto e formazione, dirette ad incrementare e sviluppare le capacità operative nel campo della Difesa e della Sicurezza marittima”. Nella nota, gli ammiragli omettono però di ricordare che l’Africa Partnership Station (APS) è uno dei programmi chiave di AFRICOM, il Comando Usa per le operazioni in Africa. Sotto la direzione dell’ U.S. Naval Forces Europe-Africa (NAVAF), il comando navale con sede a Napoli, l’APS ha preso il via nel 2008 nel Golfo di Guinea per poi estendersi a tutti mari del continente africano. Attualmente coinvolge più di una trentina di paesi del continente nero, dell’Europa e dell’America latina con il principale obiettivo di “favorire lo sviluppo delle nazioni africane nel campo della sicurezza marittima e del contrasto al fenomeno del terrorismo internazionale, della pirateria, del traffico di droga e di altre attività criminali”.
Sempre secondo gli strateghi di U.S. AFRICOM, l’Africa Partnership Station si è “progressivamente evoluto da una serie di visite di unità navali statunitensi nei porti africani ad un insieme di operazioni addestrative regionali a terra e in mare”. L’APS, aggiungono i militari, “s’ispira sul principio che una reale sicurezza marittima beneficerà tutte le nazioni e contribuirà allo sviluppo e alla prosperità economica e contribuirà a fare da deterrente alle violente ideologie estremiste nel continente”. Ancora uno strumento da guerra dunque per assicurare la penetrazione politica, militare e finanziaria nordatlantica in Africa sotto la direzione di Washington.
Tour estivo in Africa orientale per la fregata “Scirocco” della Marina militare italiana. Dal 14 al 20 agosto, l’unità della classe Maestrale con 225 uomini di equipaggio, svariati sistemi missilistici e due elicotteri AB-212 ha sostato nel porto di Dar Es Salaam in Tanzania, per condurre un corso di addestramento a favore di una cinquantina di ufficiali tanzaniani. Le attività, svolte in parte a bordo dell’unità e in parte nella locale Scuola navale, sono state finalizzate a migliorare la conoscenza dei militari africani nel settore della navigazione e della condotta d’imbarcazioni, della “difesa passiva”, della “proliferazione degli ordigni esplosivi improvvisati” e del pronto soccorso. Al corso hanno partecipato pure due ufficiali della marina di Gibuti, il piccolissimo stato del Corno d’Africa che ospita la maggiore installazione da guerra delle forze armate Usa nel continente africano.
Il comunicato emesso dallo Stato maggiore della Marina militare italiana spiega che la missione in Tanzania rientra nel progetto Africa Partnership Station “che ha lo scopo di rafforzare i rapporti di collaborazione con alcuni Paesi africani, attraverso molteplici attività di supporto e formazione, dirette ad incrementare e sviluppare le capacità operative nel campo della Difesa e della Sicurezza marittima”. Nella nota, gli ammiragli omettono però di ricordare che l’Africa Partnership Station (APS) è uno dei programmi chiave di AFRICOM, il Comando Usa per le operazioni in Africa. Sotto la direzione dell’ U.S. Naval Forces Europe-Africa (NAVAF), il comando navale con sede a Napoli, l’APS ha preso il via nel 2008 nel Golfo di Guinea per poi estendersi a tutti mari del continente africano. Attualmente coinvolge più di una trentina di paesi del continente nero, dell’Europa e dell’America latina con il principale obiettivo di “favorire lo sviluppo delle nazioni africane nel campo della sicurezza marittima e del contrasto al fenomeno del terrorismo internazionale, della pirateria, del traffico di droga e di altre attività criminali”.
Sempre secondo gli strateghi di U.S. AFRICOM, l’Africa Partnership Station si è “progressivamente evoluto da una serie di visite di unità navali statunitensi nei porti africani ad un insieme di operazioni addestrative regionali a terra e in mare”. L’APS, aggiungono i militari, “s’ispira sul principio che una reale sicurezza marittima beneficerà tutte le nazioni e contribuirà allo sviluppo e alla prosperità economica e contribuirà a fare da deterrente alle violente ideologie estremiste nel continente”. Ancora uno strumento da guerra dunque per assicurare la penetrazione politica, militare e finanziaria nordatlantica in Africa sotto la direzione di Washington.
Racket dei cardellini”, il WWF denuncia: a Messina uno dei mercati abusivi di specie protette piu’ florido d’Italia
Domenica Polizia e Guardie WWF hanno sequestrato 142 uccelli selvatici e denunciato 14 soggetti che li detenevano per la vendita. Il sequestro più importante, per numero di animali e persone deferite all’A.G., finora registrato in Sicilia ed uno dei maggiori a livello nazionale
Domenica scorsa 19 agosto oltre 10 Poliziotti della locale Questura, quattro esperti dei Nuclei Guardie Giurate del WWF Sicilia e della LIDA hanno effettuato un blitz presso la piazza del Popolo di Messina, ove ogni domenica si tiene il “tradizionale” mercato – totalmente abusivo – di cardellini ed altra avifauna protetta.
Nella piazza, infatti, ogni settimana si crea un assembramento di un considerevole numero fra uccellatori, commercianti e trafficanti clandestini che effettuano illecitamente attività finalizzate alla cattura, all’allevamento ed alla vendita in maniera “professionale” di fauna selvatica. L’intervento fulmineo degli agenti ha permesso di circondare il sito ed impedire la fuga dei numerosi uccellatori, che esponevano in pubblico centinaia di gabbie e contenitori ove erano detenuti – spesso in condizioni igieniche precarie e di palese maltrattamento e sofferenza – quasi 200 uccelli (142 successivamente sequestrati a carico degli uccellatori identificati, altri animali abbandonati da ignoti). Così sono stati fermati e denunciati a piede libero, in concorso fra loro, per numerosi reati (detenzione e commercio di specie selvatiche particolarmente protette, furto ai danni dello Stato, maltrattamento di animali, ecc.) ben 14 soggetti (tutti messinesi tranne un cittadino extracomunitario ed un altro di Reggio Calabria); scoperte anche due gabbie-trappola per catturare altri esemplari selvatici.
Il commercio illegale di fauna selvatica al centro di una rete criminale che, solo a Messina, coinvolge decine di soggetti e comporta lo sfruttamento di migliaia di animali ogni anno. Introiti illeciti ai danni dello Stato grazie ad un traffico di piccoli uccelli canori anche verso il Nord Italia.
Nella piazza, infatti, ogni settimana si crea un assembramento di un considerevole numero fra uccellatori, commercianti e trafficanti clandestini che effettuano illecitamente attività finalizzate alla cattura, all’allevamento ed alla vendita in maniera “professionale” di fauna selvatica. L’intervento fulmineo degli agenti ha permesso di circondare il sito ed impedire la fuga dei numerosi uccellatori, che esponevano in pubblico centinaia di gabbie e contenitori ove erano detenuti – spesso in condizioni igieniche precarie e di palese maltrattamento e sofferenza – quasi 200 uccelli (142 successivamente sequestrati a carico degli uccellatori identificati, altri animali abbandonati da ignoti). Così sono stati fermati e denunciati a piede libero, in concorso fra loro, per numerosi reati (detenzione e commercio di specie selvatiche particolarmente protette, furto ai danni dello Stato, maltrattamento di animali, ecc.) ben 14 soggetti (tutti messinesi tranne un cittadino extracomunitario ed un altro di Reggio Calabria); scoperte anche due gabbie-trappola per catturare altri esemplari selvatici.
mercoledì 22 agosto 2012
Il mostro. Una vita da Briatore
Qualche giorno fa ha compiuto 50 anni Il sorpasso, uno dei film cult del nostro cinema: un apologo degli anni del boom in cui si racconta come la fragile borghesia nostrana, rappresentata dal personaggio di Trintignant, si lasci alla fine irretire dalla cialtroneria, superficiale e immorale interpretata da Gassman, giungendo a un tragico finale. Un anno dopo l’opera di Risi, uscirà un altro film fondamentale di quella breve stagione in cui la commedia all’italiana riuscì a sintetizzare una forte capacità di critica dentro a una narrazione leggera, ma senza la successiva futilità comica: I mostri. Qui arroganza, disonestà, noncuranza, mancanza di scrupoli, astuzia feroce, volgarità innata si mescolano in un affresco più bozzettistico e descrittivo, ma incisivo di vizi e deformazioni che sarebbero stati elevati al rango di virtù.
Più che film sono profezie: e infatti mentre corriamo sull’orlo del baratro, prosperano mostri. Proprio ieri ne ho visto uno facendo zapping prima di cena: ho visto Flavio Briatore che è di fatto il prodotto di quella corruzione che il cinema denunciava già mezzo secolo fa. L’uomo, mentre l’ultima grana fiscale per evasione imperversa sulla sua faccia di bronzo, sarà protagonista di una trasmissione in cui selezionerà aspiranti manager o almeno così credo di aver capito. E nel presentarla fa sfoggio di una sorta di sbracato calvinismo nel quale dovrebbero convergere sacrificio, lavoro, correttezza, merito e quant’altro, tutte cose che il personaggio non ha mai conosciuto in vita sua . Si Flavio Briatore è un vero mostro e al tempo stesso una metafora: è l’ibridazione oscena e aliena fra la vulgata popolaresca e telefilmica del liberismo coniugata alla noncuranza etica e alla cialtroneria. Flavio Briatore è ciò in cui si sarebbe trasformato Trintignat se non fosse morto nel sorpasso.
Più che film sono profezie: e infatti mentre corriamo sull’orlo del baratro, prosperano mostri. Proprio ieri ne ho visto uno facendo zapping prima di cena: ho visto Flavio Briatore che è di fatto il prodotto di quella corruzione che il cinema denunciava già mezzo secolo fa. L’uomo, mentre l’ultima grana fiscale per evasione imperversa sulla sua faccia di bronzo, sarà protagonista di una trasmissione in cui selezionerà aspiranti manager o almeno così credo di aver capito. E nel presentarla fa sfoggio di una sorta di sbracato calvinismo nel quale dovrebbero convergere sacrificio, lavoro, correttezza, merito e quant’altro, tutte cose che il personaggio non ha mai conosciuto in vita sua . Si Flavio Briatore è un vero mostro e al tempo stesso una metafora: è l’ibridazione oscena e aliena fra la vulgata popolaresca e telefilmica del liberismo coniugata alla noncuranza etica e alla cialtroneria. Flavio Briatore è ciò in cui si sarebbe trasformato Trintignat se non fosse morto nel sorpasso.
S.Saba (ME): un depuratore che inquina l’aria
Messina – Riflettori puntati, ancora una volta, sulle irrisolte anomalie strutturali del depuratore di San Saba,ubicato nel letto del torrente Mella, incapace, soprattutto nel periodo estivo, di assolvere il compito per cui è stata costruita: smaltire i liquami. Sostanze che da giugno a metà settembre vengono prodotte in quantità troppo ampia per le reali capacità del depuratore.
Se a ciò si aggiunge il problema della mancanza di copertura delle vasche. Infatti, i liquidi affluiscono in grandi spazi in cui decantano e fermentano in attesa di essere immessi nella condotta sottomarina collegata al depuratore del villaggio rivierasco.
Il consigliere del sesto quartiere Biancuzzo si appella alla procura della Repubblica, ricordando che nel 2008 il giudice istruttore del Tribunale ha ordinato al Comune e all’Amam di provvedere al completamento della piantumazione intorno all’i m p i a nto di depurazione e alla copertura delle vasche di decantazione.
Fonte: Gazzetta del Sud.it
Se a ciò si aggiunge il problema della mancanza di copertura delle vasche. Infatti, i liquidi affluiscono in grandi spazi in cui decantano e fermentano in attesa di essere immessi nella condotta sottomarina collegata al depuratore del villaggio rivierasco.
Il consigliere del sesto quartiere Biancuzzo si appella alla procura della Repubblica, ricordando che nel 2008 il giudice istruttore del Tribunale ha ordinato al Comune e all’Amam di provvedere al completamento della piantumazione intorno all’i m p i a nto di depurazione e alla copertura delle vasche di decantazione.
Fonte: Gazzetta del Sud.it
M5S MESSINA: “NUOVO PROGETTO MOBILITA’ MESSINA”
“Il piano della mobilità del “futuro” per la città di Messina, presentato il 20 Agosto 2012 dall’Assessore Capone, risulta un’enorme scatola vuota priva di qualsiasi interesse e contenuto. Deve essere chiaro infatti che la nuova SPA o “newco” non ha nulla di diverso nella gestione della vecchia ATM, se non un differente nome da coniare per sfuggire ai creditori ed allo stato, che con l’imposizione della regolarità contributiva (DURC), ovviamente negativa, priva la vecchia ATM ad operare sul mercato e quindi la destina alla liquidazione.
Dal punto di vista morale riteniamo sia assurdo ridare la responsabilità di un’azienda allo stesso gruppo di politici e dirigenti che ne hanno decretato il fallimento, con circa 50 milioni di euro da pagare a carico della collettività, con una gestione fallimentare nel servizio. Cosa c’è di diverso fra ciò a cui stiamo assistendo, e la moltitudine di aziende che aprono, si indebitano, falliscono, per poi risorgere sotto altro nome, sotto l’abile regia del maneggione di turno? Con l’aggravante che i debiti del maneggione, questa volta, li paga la collettività.
Dal punto di vista morale riteniamo sia assurdo ridare la responsabilità di un’azienda allo stesso gruppo di politici e dirigenti che ne hanno decretato il fallimento, con circa 50 milioni di euro da pagare a carico della collettività, con una gestione fallimentare nel servizio. Cosa c’è di diverso fra ciò a cui stiamo assistendo, e la moltitudine di aziende che aprono, si indebitano, falliscono, per poi risorgere sotto altro nome, sotto l’abile regia del maneggione di turno? Con l’aggravante che i debiti del maneggione, questa volta, li paga la collettività.
L’Emilia del terremoto sotto ricatto tra governo e mafie
Anna Lombroso per il Simplicissimus
Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro… ma Caligola dà una mano al governo, l’autunno sembra remoto, fuori senti la pipinara dei ragazzini per strada, nei giardini urbani ingialliti e nei cortili, niente compiti delle vacanze e la scuola è un appuntamento lontano. Ma al 5 settembre mancano poco più di una decina di giorni e c’è un posto dove l’inizio dell’anno scolastico è una resa dei conti cui tutti sembrano sottrarsi. Per quella inclinazione a preferire l’incoraggiamento di una narrazione all’impegno scomodo della realtà, sembrava confortante vedere i ragazzini della pingue e ubertosa Emilia far lezione sotto un albero, all’aperto come quelli del Congo e della Somalia nelle foto delle adozioni a distanza. Ma per i bambini emiliani non vale la stessa compassione, i quattrini dei nostri sms sono vincolati a politiche di investimento occhiute e arbitrarie, l’emergenza è finita per disposizione governativa, vigono i più dispotici e inefficienti comma 22: le imprese non possono riprendere l’attività se non si sono effettuate perizie e interventi per la sicurezza, ma senza lavorare, senza produrre non ci sono i quattrini per le valutazioni tecniche e le opere. Il decreto di riordino del servizio nazionale di protezione civile, che ha fatto dell’Emilia il suo laboratorio sperimentale a pochi giorni dalle scosse distruttive, ha conferito il potere di ordinanza “in deroga ad ogni disposizione vigente”, riserva fino ad ora della responsabilità politica al più alto livello – il presidente del consiglio -al capo del dipartimento della protezione civile.
E lui ( e non siamo sicuri sia una gran disgrazia) con successive ordinanze ha “minutamente organizzato gli interventi di soccorso, apprestando i mezzi al riguardo” non considerando in alcuno modo i concorrenti e irrinunciabili poteri delle istituzioni statali della tutela del patrimonio storico e artistico e del territorio. Ma ora le stesse autorità implacabili hanno stabilito che l’emergenza è finita e vige una vacanza di poteri e competenze. Le disposizioni in materia di copertura assicurativa stabiliscono scale meritocratiche di beneficiari di disastri, così che anche chi è diversamente vivo non è detto che possa continuare ad esserlo, non lo aiuta nemmeno la distribuzione caritatevole affidata alle banche che, si sa, non hanno gli stessi criteri della pietas, ma nemmeno dell’efficienza e della convenienza.
Azzurro, il pomeriggio è troppo azzurro… ma Caligola dà una mano al governo, l’autunno sembra remoto, fuori senti la pipinara dei ragazzini per strada, nei giardini urbani ingialliti e nei cortili, niente compiti delle vacanze e la scuola è un appuntamento lontano. Ma al 5 settembre mancano poco più di una decina di giorni e c’è un posto dove l’inizio dell’anno scolastico è una resa dei conti cui tutti sembrano sottrarsi. Per quella inclinazione a preferire l’incoraggiamento di una narrazione all’impegno scomodo della realtà, sembrava confortante vedere i ragazzini della pingue e ubertosa Emilia far lezione sotto un albero, all’aperto come quelli del Congo e della Somalia nelle foto delle adozioni a distanza. Ma per i bambini emiliani non vale la stessa compassione, i quattrini dei nostri sms sono vincolati a politiche di investimento occhiute e arbitrarie, l’emergenza è finita per disposizione governativa, vigono i più dispotici e inefficienti comma 22: le imprese non possono riprendere l’attività se non si sono effettuate perizie e interventi per la sicurezza, ma senza lavorare, senza produrre non ci sono i quattrini per le valutazioni tecniche e le opere. Il decreto di riordino del servizio nazionale di protezione civile, che ha fatto dell’Emilia il suo laboratorio sperimentale a pochi giorni dalle scosse distruttive, ha conferito il potere di ordinanza “in deroga ad ogni disposizione vigente”, riserva fino ad ora della responsabilità politica al più alto livello – il presidente del consiglio -al capo del dipartimento della protezione civile.
E lui ( e non siamo sicuri sia una gran disgrazia) con successive ordinanze ha “minutamente organizzato gli interventi di soccorso, apprestando i mezzi al riguardo” non considerando in alcuno modo i concorrenti e irrinunciabili poteri delle istituzioni statali della tutela del patrimonio storico e artistico e del territorio. Ma ora le stesse autorità implacabili hanno stabilito che l’emergenza è finita e vige una vacanza di poteri e competenze. Le disposizioni in materia di copertura assicurativa stabiliscono scale meritocratiche di beneficiari di disastri, così che anche chi è diversamente vivo non è detto che possa continuare ad esserlo, non lo aiuta nemmeno la distribuzione caritatevole affidata alle banche che, si sa, non hanno gli stessi criteri della pietas, ma nemmeno dell’efficienza e della convenienza.
martedì 21 agosto 2012
NON DERUBATE I MORTI
L'Inail è l'Istituto Nazionale per gli Infortuni sul Lavoro. E' una forma di assicurazione pagata da tutti per tutelare quelli che secondo l'Articolo 1 della Costituzione sono i pilastri del nostro Paese: i lavoratori. La pagano gli imprenditori, ma ogni costo aggiuntivo sulle aziende ricade inevitabilmente anche sulle buste paga, dunque la paghiamo tutti. L'Inail ha accumulato un tesoretto enorme. Nella tesoreria di Stato, depositati su un conto infruttifero, sono parcheggiati oltre 17 miliardi. Che lo Stato può utilizzare a suo piacimento se ha la necessità di far slittare qualche asta sui titoli.
Nel frattempo, mentre chi specula sul debito pubblico viene garantito dallo Stato - e questo nonostante il rischio sul deprezzamento del suo investimento sia già stato abbondantemente liquidato attraverso la pretesa di rendimenti da favola -, se un operaio muore non prende un soldo. Matteo, scomparso lo scorso 5 marzo mentre montava il palco di Laura Pausini, a Reggio Calabria, vale 1936,80 euro: il contributo funerario pagato dall'Inail a sua madre. Di più non si poteva fare, perché i genitori di Matteo non risultavano da lui mantenuti. Il "Testo Unico Assicurazione Obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali" è del 1965, ma nel frattempo l'Italia è cambiata. Anzi: tutto il mondo è cambiato. Le leggi si fanno per i cittadini reali, non per quelli immaginari. Se il Paese che paga è composto in buona parte da famiglie di fatto (che spesso sono più salde dei matrimoni la cui durata media non supera i 10/15 anni), la legge che vincola i risarcimenti, e le tabelle che stabiliscono le rendite da corrispondere alle vittime e alle loro famiglie, devono essere aggiornate. Un lavoratore che perda un piede sul luogo di lavoro prende, se gli va bene, 400 euro al mese. 400 schiaffi, mentre i 17 miliardi accumulati dalla sua assicurazione servono a pagare gli errori della politica e a tutelare i rendimenti di chi ha investito. Ma l'Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro, non su Bot e Cct. Il rischio non lo prescrive il dottore, ma lavorare sì! Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, ha lanciato una petizione per chiedere al governo di occuparsi di aggiornare il Testo Unico, e per chiedere che il tesoretto dell'Inail venga utilizzato per dare una vita dignitosa a tutte le vittime di incidenti sul lavoro e alle loro famiglie, che oggi ricevono rendite vergognose.
Io sono con lui: oggi il blog lancia una petizione online. Obiettivo: 50mila firme. Firmare non costa nulla, ma è un atto di civiltà. Se ognuno lo dice a 10 amici, si fa in fretta. Ovviamente non mi aspetto risultati eclatanti, ma considero un mio dovere provarci. Consegneremo le firme raccolte a Marco, e forse qualcuno a Roma si vergognerà abbastanza da rimettere mano a una legge del 1965. Un testo per il quale la vita di un ragazzo che ha scelto di guadagnarsi da vivere onestamente vale meno di 2mila euro. Tenersi 17 miliardi, a queste condizioni, equivale a derubare i morti.
da byoblu
Per firmare, clicca qui: NON DERUBATE I MORTI!
VELENI ELETTORALI O VERITA’ DEI FATTI?
CLAUDIO FAVA: “Crocetta predica l’etica ma pratica gli inquisiti”. ‘E’ andato tranquillamente a cena con gli imprenditori (messinesi) Mollica, condannati per bancarotta fraudolenta’: E’ scontro aperto tra Claudio Fava e Rosario Crocetta, candidati alla Presidenza della Regione rispettivamente per Sel e Pd e Udc. Il primo, come riportato dall’edizione odierna del Corriere della Sera, dopo aver accusato negli scorsi giorni l’esponente dei democratici di rappresentare la continuità con l’esperienza del governo Lombardo, rincara la dose: “Crocetta mi pare ormai un po’ sopra le righe nelle battute e nei comportamenti, qualche giorno fa, per esempio, si è fatto fotografare con un uomo di Lombardo arrestato per concussione e poi è andato tranquillamente a cena con gli imprenditori Mollica, condannati per bancarotta fraudolenta. Come dire: predica codici etici ma pratica gli inquisiti”.
Sicilia: Russo firma il decreto istitutivo della rete assistenziale del politraumatizzato
In attuazione del Piano sanitario 2011 - 2013, che individua i centri "hub" e "spoke", distinti per livelli assistenziali e collegati con il sistema dell'emergenza urgenza 118, l’assessore alla Salute della Regione siciliana Massimo Russo ha firmato il decreto con il quale viene istituita la nuova rete assistenziale per l'assistenza al politraumatizzato, che dovrà assicurare, 24 ore al giorno, il soccorso immediato e il trattamento dei pazienti nei centri più idonei.
I centri attivi nell’ambito della Regione siciliana sono quattro Villa Sofia - Cervello di Palermo, Cannizzaro di Catania, Papardo di Messina e Sant'Elia di Caltanissetta. In sostanza si tratta di un trauma center per ognuno dei bacini operativi del 118, integrati funzionalmente con i centri specialistici presenti in Sicilia all'interno dei Policlinici universitari e nelle Arnas.
I trauma center sono in grado di assicurare un percorso diagnostico terapeutico completo poiché disporranno di specialità neurologica, neurochirurgica, neurorianimatoria, ortopedica e chirurgica.
I centri attivi nell’ambito della Regione siciliana sono quattro Villa Sofia - Cervello di Palermo, Cannizzaro di Catania, Papardo di Messina e Sant'Elia di Caltanissetta. In sostanza si tratta di un trauma center per ognuno dei bacini operativi del 118, integrati funzionalmente con i centri specialistici presenti in Sicilia all'interno dei Policlinici universitari e nelle Arnas.
I trauma center sono in grado di assicurare un percorso diagnostico terapeutico completo poiché disporranno di specialità neurologica, neurochirurgica, neurorianimatoria, ortopedica e chirurgica.
A Rimini solo applausi al potere
“C’è il sospetto che a Rimini si applauda non per ciò che viene detto. Ma solo perché chi rappresenta il potere é lì, a rendere omaggio al popolo di Comunione e Liberazione“. E’ quanto si legge in un editoriale che Famiglia Cristiana dedica all’intervento del presidente del consiglio Mario Monti al Meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini.
"Un lungo applauso del popolo dei ciellini ha accolto il premier". Una prassi: "Tutti gli ospiti del Meeting, a ogni edizione, sono stati sempre accolti così: da Cossiga a Formigoni, da Andreotti a Craxi, da Forlani a Berlusconi. Qualunque cosa dicessero. Poco importava se il Paese, intanto, si avviava sull'orlo del baratro. Su cui ancora continuiamo a danzare".
"Un lungo applauso del popolo dei ciellini ha accolto il premier". Una prassi: "Tutti gli ospiti del Meeting, a ogni edizione, sono stati sempre accolti così: da Cossiga a Formigoni, da Andreotti a Craxi, da Forlani a Berlusconi. Qualunque cosa dicessero. Poco importava se il Paese, intanto, si avviava sull'orlo del baratro. Su cui ancora continuiamo a danzare".
lunedì 20 agosto 2012
Colpo di calore: sintomi
Ancora giorni di caldo asfissiante con i nomi più ridicoli che si possano trovare ora è la volta di Lucifero. Si tratta della settima ondata di calore dall’inizio dell’estate. Forse sarà l'ultima ondata, ma il caldo di quasi 40°C abbinato ad un alto tasso di umidità aumenta i rischi per la salute soprattutto per bambini ed anziani.
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Monti porta in dote a CL i 210 milioni per clero e scuole private: scippo alla Costituzione
Claudia Pepe per il Simplicissimus
Una volta c’era lo sbarco in Normandia, ora in tempi di spending review, c’è lo sbarco sulla riviera romagnola. Ed ecco, senza loden e con sorriso asfittico, il nostro premier Monti, ospite da coccolare e atteso con trepidazione ,che approda al meeting di Comunione e Liberazione. Sì, perchè in tempi di magra, lui liscerà il pelo al mondo cattolico e il mondo cattolico cercherà di spremere e di ottenere benefici e “gadget”.Monti: “Posso assicurare che il governo non farà mancare al settore, cui riconosce una essenziale funzione complementare rispetto a quella esercitata dalle scuole pubbliche, il necessario sostegno economico”. Le scuole private e il clero, tirano un respiro di sollievo e ringraziano.Infatti per le scuole e Università private è stato previsto uno stanziamento di duecentodieci milioni di euro e, inoltre ,novanta milioni per un fondo intervento integrativo per la concessione di prestiti d’onore e borse di studio da ripartire tra le regioni.Ma come e perchè siamo arrivati a questo punto? Per meglio capire come il flusso di denaro pubblico finisca nelle casse delle scuole private cattoliche e del Vaticano dobbiamo risalire al lontano 1947 e alla stesura degli articoli della Costituzione da parte dei Padri della Costituente.
Art 33 : Scuole Private senza oneri per lo Stato.
“Enti privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”
Per meglio rimarcare il concetto di quest’articolo e non creare fraintendimenti,l’11 Febbraio 1950 , 62 anni fa, Piero Calamandrei intervenendo a Roma al III Congresso Nazionale in difesa della Scuola Pubblica disse:”Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a fare meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà.” Parole e concetti chiari ma che nel corso degli anni hanno subito un arroccamento e un’evoluzione opposta. Mentre la scuola pubblica subisce ulteriori tagli nell’organizzazione, nel corpo docenti, e in tutte le sue branche, la scuola privata viene foraggiata con i soldi di noi tutti. Vediamo le sostanziali differenze tra una scuola pubblica e una scuola privata: la scuola pubblica è gratis, aperta agli studenti di qualsiasi classe sociale , credo religioso e politico. La scuola privata è gioco-forza frequentabile da un ceto medio-alto che la sovvenziona con rette impegnative, d’ispirazione perlopiù cattolica, gestita quasi sempre da organizzazioni clericali che fanno confluire i proventi nelle casse del Vaticano. Il corpo docenti nella scuola pubblica passa attraverso una selezione che prevede :concorsi, graduatorie, tirocinii, specializzazioni, aggiornamenti;nella scuola privata l’assunzione è quasi sempre arbitraria e clientelare. Si lascia così anemizzare la scuola pubblica per favorire la scuola privata, con cure di denaro e privilegi. Si comincia, persino, a consigliare ai ragazzi di andare a queste scuole, perché in fondo sono” migliori di quelle di Stato” e, magari si danno dei premi o si contribuisce con benefici alle famiglie.” E’ più bello andare alle scuole private , si studia meno e si riesce anche meglio”. Così diventerà privilegiata e, la scuola pubblica, sarà la solita Cenerentola che deve annaspare tra scope, ramazze e qualche zucca da tramutare nel principe azzurro.
E pensare che i finanziamenti pubblici alle scuole private cattoliche, negati dalla vituperata Democrazia Cristiana , sono stati elargiti nel 2000 da Massimo D’Alema e Luigi Berlinguer , addirittura nel 2008 si era parlato di ridurli di una novantina di milioni, a fronte di nove miliardi di tagli alla scuola pubblica e, i vescovi italiani, annunciarono e minacciarono che sarebbero scesi in piazza contro il Governo. Il Ministro ombra Garavaglia, sapete cosa fece? Non solo reintegròi milioni decurtati ma presentò un DDL per aumentarli di un centinaio . Questa è la sinistra, ora e sempre.Amen .Concludo ricordando la dichiarazione di voto che fece allora (21 Aprile 1947) uno dei Padri costituenti , non un fervente cattolico e nemmeno un fanatico comunista, ma il repubblicano Della Seta “Lo Stato educa , anzitutto , con i suoi reggitori, se danno testimonianza di rettitudine e di carattere ; educa con le sue leggi , poiché c’è una vera funzione pedagogica della legislazione; ma educa soprattutto con la scuola .Quindi, scuola di Stato: questa è la parola della democrazia . Non come una delle tante scuole che debba gareggiare con le altre : ma come una scuola che sulle altre abbia la debita preminenza . Allo Stato le supreme direttive dell’educazione nazionale. Se abdicasse a questa sua funzione, lo Stato non sarebbe più lo Stato ; né noi più potremo coerentemente parlare di democrazia.”..da quella volta lo Stato ha abdicato e la democrazia è diventata una parola astratta,variabille e suscettibile a seconda di chi la indossa..
Una volta c’era lo sbarco in Normandia, ora in tempi di spending review, c’è lo sbarco sulla riviera romagnola. Ed ecco, senza loden e con sorriso asfittico, il nostro premier Monti, ospite da coccolare e atteso con trepidazione ,che approda al meeting di Comunione e Liberazione. Sì, perchè in tempi di magra, lui liscerà il pelo al mondo cattolico e il mondo cattolico cercherà di spremere e di ottenere benefici e “gadget”.Monti: “Posso assicurare che il governo non farà mancare al settore, cui riconosce una essenziale funzione complementare rispetto a quella esercitata dalle scuole pubbliche, il necessario sostegno economico”. Le scuole private e il clero, tirano un respiro di sollievo e ringraziano.Infatti per le scuole e Università private è stato previsto uno stanziamento di duecentodieci milioni di euro e, inoltre ,novanta milioni per un fondo intervento integrativo per la concessione di prestiti d’onore e borse di studio da ripartire tra le regioni.Ma come e perchè siamo arrivati a questo punto? Per meglio capire come il flusso di denaro pubblico finisca nelle casse delle scuole private cattoliche e del Vaticano dobbiamo risalire al lontano 1947 e alla stesura degli articoli della Costituzione da parte dei Padri della Costituente.
Art 33 : Scuole Private senza oneri per lo Stato.
“Enti privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”
Per meglio rimarcare il concetto di quest’articolo e non creare fraintendimenti,l’11 Febbraio 1950 , 62 anni fa, Piero Calamandrei intervenendo a Roma al III Congresso Nazionale in difesa della Scuola Pubblica disse:”Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a fare meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà.” Parole e concetti chiari ma che nel corso degli anni hanno subito un arroccamento e un’evoluzione opposta. Mentre la scuola pubblica subisce ulteriori tagli nell’organizzazione, nel corpo docenti, e in tutte le sue branche, la scuola privata viene foraggiata con i soldi di noi tutti. Vediamo le sostanziali differenze tra una scuola pubblica e una scuola privata: la scuola pubblica è gratis, aperta agli studenti di qualsiasi classe sociale , credo religioso e politico. La scuola privata è gioco-forza frequentabile da un ceto medio-alto che la sovvenziona con rette impegnative, d’ispirazione perlopiù cattolica, gestita quasi sempre da organizzazioni clericali che fanno confluire i proventi nelle casse del Vaticano. Il corpo docenti nella scuola pubblica passa attraverso una selezione che prevede :concorsi, graduatorie, tirocinii, specializzazioni, aggiornamenti;nella scuola privata l’assunzione è quasi sempre arbitraria e clientelare. Si lascia così anemizzare la scuola pubblica per favorire la scuola privata, con cure di denaro e privilegi. Si comincia, persino, a consigliare ai ragazzi di andare a queste scuole, perché in fondo sono” migliori di quelle di Stato” e, magari si danno dei premi o si contribuisce con benefici alle famiglie.” E’ più bello andare alle scuole private , si studia meno e si riesce anche meglio”. Così diventerà privilegiata e, la scuola pubblica, sarà la solita Cenerentola che deve annaspare tra scope, ramazze e qualche zucca da tramutare nel principe azzurro.
E pensare che i finanziamenti pubblici alle scuole private cattoliche, negati dalla vituperata Democrazia Cristiana , sono stati elargiti nel 2000 da Massimo D’Alema e Luigi Berlinguer , addirittura nel 2008 si era parlato di ridurli di una novantina di milioni, a fronte di nove miliardi di tagli alla scuola pubblica e, i vescovi italiani, annunciarono e minacciarono che sarebbero scesi in piazza contro il Governo. Il Ministro ombra Garavaglia, sapete cosa fece? Non solo reintegròi milioni decurtati ma presentò un DDL per aumentarli di un centinaio . Questa è la sinistra, ora e sempre.Amen .Concludo ricordando la dichiarazione di voto che fece allora (21 Aprile 1947) uno dei Padri costituenti , non un fervente cattolico e nemmeno un fanatico comunista, ma il repubblicano Della Seta “Lo Stato educa , anzitutto , con i suoi reggitori, se danno testimonianza di rettitudine e di carattere ; educa con le sue leggi , poiché c’è una vera funzione pedagogica della legislazione; ma educa soprattutto con la scuola .Quindi, scuola di Stato: questa è la parola della democrazia . Non come una delle tante scuole che debba gareggiare con le altre : ma come una scuola che sulle altre abbia la debita preminenza . Allo Stato le supreme direttive dell’educazione nazionale. Se abdicasse a questa sua funzione, lo Stato non sarebbe più lo Stato ; né noi più potremo coerentemente parlare di democrazia.”..da quella volta lo Stato ha abdicato e la democrazia è diventata una parola astratta,variabille e suscettibile a seconda di chi la indossa..
La scomparsa della morte
di Valerio Valentini - byblu
Chi gestisce davvero il potere, in Italia? Una domanda molto impegnativa. Eppure, quello che sta succedendo negli ultimi giorni a Taranto, con l’affaire Ilva, getta un fascio di luce oltre la coltre. E dimostra (per chi ancora non lo sapesse) come questa nostra democrazia, in realtà, sia molto meno “démos” (popolo) e molto più “cràtos” (potere) di quanto non si tenda a credere.
È di poco tempo fa, infatti, la notizia che il governo (anziché costituirsi parte civile contro chi per anni ha avvelenato migliaia di cittadini e anziché costringere i colpevoli a sobbarcarsi le spese del risanamento ambientale) ha deciso di opporsi alla decisione del gip di Taranto, Patrizia Todisco. La quale, cercando di applicare al meglio la legge vigente, aveva disposto la chiusura delle acciaierie Ilva per mettere in pratica le bonifiche ambientali necessarie, e poi aveva revocato al presidente dell’azienda, Bruno Ferrante, la nomina a curatore dello stabilimento per evidente conflitti d’interesse.
La risposta di chi di dovere non s’è fatta attendere: è stato immediatamente annunciato l’invio dei ministri Passera e Clini n Puglia. Uno s’aspetta che almeno il ministro dell’ambiente intervenga con decisione per mettere fine alla scandalosa gestione delle acciaierie tarantine. Clini, invece, intervistato da Rai News, ha affermato che la decisione del gip di Taranto di chiudere gli impianti dell’Ilva per questioni ambientali condanna di fatto l’Italia ad una situazione di concorrenza sleale nei confronti degli altri Paesi europei, in quanto Francia, Germania e Polonia hanno normative in materia ambientale tali che per l’Ilva non vengono ritenute sufficienti. Poi è stata la volta del guardasigilli Severino (il cui studio legale sta difendendo una banca accusata di usura, ndr), la quale ha richiesto l’acquisizione degli atti dell’inchiesta, per verificare eventuali irregolarità: a me, che sono in malafede, quest’atteggiamento ricorda molto quello tenuto da Alfano nell’affaire De Magistris. Ma la decisione più clamorosa è stata quella del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che ha reso nota l’intenzione del governo di ricorrere alla Corte Costituzionale impugnando il provvedimento del gip, che menomerebbe la prerogativa dell’esecutivo di esercitare una politica industriale, e ribadendo che la chiusura immediata degli stabilimenti è un fatto gravissimo.
Nel frattempo, il Ministro della salute Renato Balduzzi cosa fa? Sarebbe lecito attendersi una presa di posizione chiara da parte di chi dovrebbe salvaguardare la salute degli italiani. Invece se ne esce con un’analisi acutissima: è vero, sì, che i dati riguardanti l'effetto dei veleni dell'Ilva sulla popolazione generale “sono inquietanti”, ma anche “i problemi occupazionali incidono sulle condizioni di salute”. Infatti “la perdita del lavoro ha conseguenze negative sull’organismo e può costituire causa di malattia seria” (l’ha detto davvero). Anche in questo caso, la memoria corre a certi commenti di politici di piccolo cabotaggio sulle operazioni delle Direzioni Distrettuali Antimafia, i quali, concedendo che “è giusto combattere la criminalità organizzata”, fanno tuttavia osservare come le cosche diano però da mangiare a un sacco di persone, e come siano dunque parte integrante delle economie locali.
È evidente a chiunque analizzi con sincero spirito critico la vicenda dell’Ilva (dunque non Bersani), che le varie giustificazioni addotte dal governo per opporsi al provvedimento della magistratura sono risibili: quasi come quelle addotte da Napolitano, Csm e Procura Generale della Cassazione per detonare l’attività investigativa di chi cerca di far luce sulle stragi che hanno sancito col sangue l’inizio della seconda repubblica. Del resto, se lo stivale non fosse asservito alle logiche del potere, quella messa in atto contro i magistrati tarantini, così come quella contro i pm palermitani, verrebbe descritta per quella che è: una meschina rappresaglia intimidatoria nei confronti di chi intralcia il potere.
Resta da stabilire, per tornare alla domanda iniziale, chi è che lo detiene davvero. questo potere. Certamente non la politica. Quello che sta accadendo a Taranto è paradigmatico: governo e parlamento sono di fatto inebetiti di fronte ai taciti diktat delle oligarchie industriali. Le grandi famiglie di imprenditori e petrolieri tengono al guinzaglio Palazzo Chigi non meno delle élite bancarie, le quali poi – a ben pensarci –, tutelando le esposizioni dei gruppi come l’Ilva non fanno che esercitare “comprensibili pressioni” su chi ne ha in mano le sorti. E a questo “démos”, il vero detentore del potere, che peso resta? Quello di volano dell’industria funeraria: se la gente smettesse di morire, cadrebbe un’intera filiera di operatori funebri, e sono sicuro che Balduzzi osserverebbe che “la scomparsa della morte ha conseguenze negative sull’organismo e può costituire causa di malattia seria”.
Del resto lo spiegava chiaramente anche Craxi quando veniva interrogato da Di Pietro: “Ci sono gruppi industriali in Italia che sono una potenza, molto più dei partiti. Proprietari di giornali, proprietari di banche: sono loro ad incuterci timore e ad avere grande influenza nella vita pubblica”. Ora, qualche ingenuo s’era comprensibilmente illuso che un governo di tecnici, non ricattabile a livello elettorale dai grandi industriali e dai grandi banchieri, potesse finalmente rompere questo legame di complicità. E forse prendere seri provvedimenti contro quei grandi industriali e quei grandi banchieri di cui parlava Craxi, come ad esempio un Ferrante o un Marchionne. Ma - se ci pensate bene - sono proprio banchieri e industriali a comporre quest’esecutivo. Banchieri e industriali che, evidentemente, hanno liquidato i rappresentanti del popolo e hanno deciso, per qualche tempo, di mettersi in proprio.
È la specializzazione del potere, bellezza!
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