Con la spending review la Salute taglia fiere, fiction e vetrine. E spunta una lista di spese veramente inutili
Il ministro della Salute Renato Balduzzi sforbicia un po’ di spese del suo ministero. Alla fine potrà risparmiare circa 700 milioni di euro. Che nel budget della sanità italiana sono davvero briciole. Ma fa bene, perché briciola dopo briciola si fa un pasto. Ciò che colpisce, però, è l’elenco dei costi eliminati. A partire da un’improbabile elargizione di 250 mila euro alla Fiera del Cavallo di Verona.
Rassegna stampa (news selezionate da staff saluteme.it) di salute e ambiente in Sicilia
lunedì 30 aprile 2012
Alcuni farmaci bloccano tumore Pancreas
I pericolosi tumori al pancreas potrebbero essere curati con una nuova classe di farmaci grazie alla scoperta del gene USP9x. Meno di una su cinque persone con cancro del pancreas sopravvivono oltre il primo anno dopo la diagnosi. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, ha dimostrato che il gene in questione era stato disattivato nelle cellule cancerose, i farmaci con il potenziale di trasformare USP9x per arrestare la diffusione del cancro sono già in fase di test. La ricerca è stata condotta su topi e poi su linee cellulari umane. In entrambi i casi, ha mostrato che il gene viene disinserito dalle “chiavi” chimiche presenti sulla superficie del suo DNA. “Abbiamo guardato in campioni di tumori umani e abbiamo scoperto che l’USP9x mancava in una frazione di pazienti: “I pazienti che avevano un basso livello del gene espresso sono morte molto rapidamente dopo l’operazione ed i pazienti che alla fine della loro vita hanno avuto un sacco di metastasi [diffusione del cancro], avevano anche un livello molto basso di questa proteina.” Afferma David Tuveson a News24. Ciò significa che i farmaci esistenti, che cancellano questi tag, potrebbero essere un modo efficace per trattare il cancro al pancreas, che solo nel Regno Unito uccide circa 8.000 persone ogni anno. (da globochannel)
Aspartame: Report rivela i retroscena del dolcificante diffusissimo negli alimenti e bevande
L’inchiesta, attraverso la storia esemplare dell’additivo più utilizzato nell’alimentazione (l’aspartame, un dolcificante artificiale), mostra le debolezze di un sistema di controllo che non tutela adeguatamente la nostra salute!!
Report rivela un numero impressionante di irregolarità. Infatti le industrie, per inserire nell’alimentazione una nuova sostanza, devono dimostrare a loro spese la sicurezza del prodotto finanziando le ricerche.
Un sistema che, tra conflitti di interesse e corruzione, "addolcisce" la vita dell'industria a danno della salute dei consumatori.
from: saluteme.it - vedi anche: Bevande light pericolose
Studenti in gita alla base Nato che arricchì la camorra
di Antonio Mazzeo - Scuole italiane sempre più armate e militarizzate. Incontri e lezioni in classe con generali ed ammiragli, gemellaggi con i colleges per i figli dei militari Usa, attività didattiche sponsorizzate da forze armate e Finmeccanica, visite guidate a caserme e basi navali. L’educazione alla guerra è ormai una delle materie più gettonate dai licei, ma nessuno avrebbe mai immaginato che una delle basi radar ad alto impatto elettromagnetico, oggetto degli appetiti della camorra, sarebbe divenuta la meta delle gite primaverili di centinaia di studenti campani.
A Giugliano (Napoli), grazie ad un accordo tra il sindaco Giovanni Pianese, l’assessora alla pubblica istruzione Angela Rispo ed il comandante del 22° Gruppo Radar dell’Aeronautica militare (GRAM) Sergio Cannas, i cancelli della stazione radar di Licola verranno aperti per tutto aprile agli studenti delle scuole secondarie di 2° grado del comune.
A Giugliano (Napoli), grazie ad un accordo tra il sindaco Giovanni Pianese, l’assessora alla pubblica istruzione Angela Rispo ed il comandante del 22° Gruppo Radar dell’Aeronautica militare (GRAM) Sergio Cannas, i cancelli della stazione radar di Licola verranno aperti per tutto aprile agli studenti delle scuole secondarie di 2° grado del comune.
domenica 29 aprile 2012
L’inventore di Miss Padania fa carriera come dirigente dell’Asl
L’inventore di Miss Padania fa carriera all’Asl. Ma con dubbie competenze. Nel suo curriculum online, Rino Emilio Polloni esalta infatti i suoi meriti da organizzatore del primo concorso di bellezza a marchio leghista. Ma quasi tace l’esperienza da geometra che gli è valsa i contratti nelle strutture sanitarie lombarde. Questa l’accusa lanciata dal consigliere regionale del Pd Giovanni Pavesi, che in un’interrogazione chiede conto della vicenda alla giunta Formigoni. ilfattoquotidiano
Farmaci: 230 medicinali si vendono anche fuori dalle farmacie
Niente più ricetta per i 230 farmaci di fascia C che potranno essere venduti anche fuori dalle farmacie, quindi in parafarmacia e nei corner della Gdo (Grande distribuzione organizzata).
Tra i farmaci vi sono prodotti di largo uso come antimicotici locali a base di ciclopirox, antimicotici vaginali a base di econazolo, antivirali per uso topico a base di aciclovir, colliri antiallergici e antiinfiammatori per uso topico.
Per alcuni farmaci (in tutto 117), tra cui molti antimicotici e antinfiammatori di largo consumo, per ora resta l’obbligo di ricetta provvisorio, in attesa delle valutazioni della commissione consultiva tecnico scientifica dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa). (da vitadidonna)
Il meccanismo dei prioni
Scoperto per la prima volta il meccanismo tossico dei prioni, versioni anomale della proteina prionica cellulare, ancora piuttosto misteriose per gli scienziati di tutto il mondo: a descriverlo sulle pagine di Neuron è Roberto Chiesa, ricercatore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano e dell'Istituto Telethon Dulbecco, il programma carriere di Telethon.;
«Abbiamo studiato - spiega Roberto Chiesa - quello che succede nel cervelletto, l’area del cervello che controlla i movimenti, prima che inizi la degenerazione neuronale. Abbiamo visto che in corrispondenza dei primi deficit motori si ha un’alterazione nel rilascio di un particolare messaggero chimico cerebrale, il neurotrasmettitore glutammato. Questo perché, accumulandosi all’interno del neurone, la proteina prionica alterata ostacola il trasporto sulla superficie della cellula di un’altra proteina, un canale per il calcio voltaggio-dipendente, coinvolta nel regolare il rilascio dei neurotrasmettitori. Questo problema ‘di traffico’ è un meccanismo patologico del tutto nuovo che potrebbe essere alla base della disfunzione dei neuroni anche in altre malattie neurodegenerative in cui si osserva un accumulo di proteine alterate all’interno della cellula. Inoltre è un evento precoce e probabilmente reversibile e quindi potenzialmente interessante in chiave terapeutica. Ripristinare il corretto trasporto dei canali per il calcio potrebbe dunque rivelarsi la chiave per evitare la degenerazione dei neuroni, ma naturalmente resta ancora molto da capire – e da scoprire – sui meccanismi con cui questo avviene».
"Circa il 10% dei casi delle malattie da prioni è di origine genetica" aggiunge Roberto Chiesa "e dipende da specifiche mutazioni di un gene localizzato sul cromosoma 20 che contiene le informazioni per la proteina prionica, piuttosto conservata a livello evolutivo: studiare queste forme genetiche è la strada migliore per cercare di capire a cosa serva questa proteina nella cellula e come le sue alterazioni si traducano in un vero e proprio segnale tossico per il cervello. Chiarire la cascata di eventi molecolari innescata dalla proteina prionica alterata è essenziale per individuare delle possibili terapie in grado di impedire a monte la morte neuronale: come in tutte le malattie neurodegenerative, infatti, la chiave è intervenire il più presto possibile, altrimenti il danno diventa irreversibile".
«Abbiamo studiato - spiega Roberto Chiesa - quello che succede nel cervelletto, l’area del cervello che controlla i movimenti, prima che inizi la degenerazione neuronale. Abbiamo visto che in corrispondenza dei primi deficit motori si ha un’alterazione nel rilascio di un particolare messaggero chimico cerebrale, il neurotrasmettitore glutammato. Questo perché, accumulandosi all’interno del neurone, la proteina prionica alterata ostacola il trasporto sulla superficie della cellula di un’altra proteina, un canale per il calcio voltaggio-dipendente, coinvolta nel regolare il rilascio dei neurotrasmettitori. Questo problema ‘di traffico’ è un meccanismo patologico del tutto nuovo che potrebbe essere alla base della disfunzione dei neuroni anche in altre malattie neurodegenerative in cui si osserva un accumulo di proteine alterate all’interno della cellula. Inoltre è un evento precoce e probabilmente reversibile e quindi potenzialmente interessante in chiave terapeutica. Ripristinare il corretto trasporto dei canali per il calcio potrebbe dunque rivelarsi la chiave per evitare la degenerazione dei neuroni, ma naturalmente resta ancora molto da capire – e da scoprire – sui meccanismi con cui questo avviene».
"Circa il 10% dei casi delle malattie da prioni è di origine genetica" aggiunge Roberto Chiesa "e dipende da specifiche mutazioni di un gene localizzato sul cromosoma 20 che contiene le informazioni per la proteina prionica, piuttosto conservata a livello evolutivo: studiare queste forme genetiche è la strada migliore per cercare di capire a cosa serva questa proteina nella cellula e come le sue alterazioni si traducano in un vero e proprio segnale tossico per il cervello. Chiarire la cascata di eventi molecolari innescata dalla proteina prionica alterata è essenziale per individuare delle possibili terapie in grado di impedire a monte la morte neuronale: come in tutte le malattie neurodegenerative, infatti, la chiave è intervenire il più presto possibile, altrimenti il danno diventa irreversibile".
Tempi d'attesa di Messina e regole CUP
Questo vuole essere il primo di una serie di articoli sui tempi d'attesa per le prestazioni sanitarie ambulatoriali. L'argomento, infatti, è parecchio complesso e non può limitarsi ad una semplice tabella dei tempi d'attesa, che esibisce una visione scandalistica facile, ma perversa.
La tabella dei tempi d'attesa è utile per paragonare l'efficacia degli strumenti messi in campo dai Direttori Generali per raffrontarla con altre aziende, ma da sola e senza altre spiegazioni tecniche è fuorviante. Attorno ci sono una serie di servizi e che hanno importanza basilare per comprendere la correttezza del funzionamento CUP (centro unico di prenotazione).
Se il CUP non funziona correttamente i tempi d'attesa potrebbero essere benevoli ma falsi. Un tempo d'attesa lungo, paradossalmente, può anche significare correttezza del servizio o grande attrazione della struttura sanitaria.
La tabella dei tempi d'attesa è utile per paragonare l'efficacia degli strumenti messi in campo dai Direttori Generali per raffrontarla con altre aziende, ma da sola e senza altre spiegazioni tecniche è fuorviante. Attorno ci sono una serie di servizi e che hanno importanza basilare per comprendere la correttezza del funzionamento CUP (centro unico di prenotazione).
Se il CUP non funziona correttamente i tempi d'attesa potrebbero essere benevoli ma falsi. Un tempo d'attesa lungo, paradossalmente, può anche significare correttezza del servizio o grande attrazione della struttura sanitaria.
sabato 28 aprile 2012
Acqua non potabile al Policlinico Universitario di Messina
Da qualche giorno su tutti i rubinetti del Policlinico sono state apposte delle etichette con la scritta “Acqua non potabile”. E il direttore sanitario Manlio Magistri nel primo pomeriggio di ieri ha diffuso una circolare a tappeto che fornisce al personale medico, infermieristico e parasanitario le indicazioni sull’impiego dell’acqua proveniente dall’impianto aziendale. Il problema sembrerebbe derivare dalla ruggine nelle tubature, ma qualcuno ipotizza altri problemi.
La finzione Monti rivelata dalla finanza segreta
Crescita va sempre bene, rassicura, promette, illude e dopotutto è solo una parola che ognuno può interpretare come gli pare e che dunque si può spendere facilmente, soprattutto ora che uno dei complici dell’Europa tradita, rischia seriamente la poltrona. Che Hollande batte alla chiusa imposta.
Ma noi sappiamo che cosa intendono Monti, Merkel, Barroso e i liberisti di lungo corso con questa parola: privatizzazioni e liberalizzazione totale del lavoro. Poco importa che questo non serva a far crescere l’occupazione, che faccia carta straccia del modello europeo di sviluppo, che umili i diritti e crei una sempre più netta divaricazione sociale. Nel verbo liberista la crescita s’intende come aumento dei profitti i quali – per puro atto di fede che sfida i misteri più tetragoni delle fedi tradizionali e travalica nel magico- dovrebbero far aumentare la ricchezza globale.
E’ interessante a questo proposito, vedere cosa scrivono i finanzieri quando pensano di non rivolgersi a un pubblico generale, ma solo ai loro amici. Un sito francese (reporterre.net ) è riuscito a “beccare” un documento riservato riguardante il comportamento da tenere nel caso di vittoria di Hollande, scritto da Nicolas Doisy, capo economista di Chevreux, società d’affari del Crédit Agricole, che si occupa di operare sul mercato europeo per conto di 1200 grandi investitori istituzionali statunitensi e britannici, la più grande filiale d’affari europea in questo settore. E’ una lettura allo stesso tempo agghiacciante e istruttiva ed è per questo che vale la pena renderlo disponibile nella sua interezza, anche se è scritto in inglese : Chevreux-Hollande.
Ma per chi non volesse darsi tanta pena, il contenuto si può riassumere in quattro punti, tratti dal documento stesso:
Quando il premier parla col sorrisino compiaciuto (e anche un po’ ebete per la verità) di Europa e di crescita ora sappiamo di cosa davvero parla. E dobbiamo anche sapere cosa pensare di quelli che fanno finta di non vedere e di non sentire.
Ma noi sappiamo che cosa intendono Monti, Merkel, Barroso e i liberisti di lungo corso con questa parola: privatizzazioni e liberalizzazione totale del lavoro. Poco importa che questo non serva a far crescere l’occupazione, che faccia carta straccia del modello europeo di sviluppo, che umili i diritti e crei una sempre più netta divaricazione sociale. Nel verbo liberista la crescita s’intende come aumento dei profitti i quali – per puro atto di fede che sfida i misteri più tetragoni delle fedi tradizionali e travalica nel magico- dovrebbero far aumentare la ricchezza globale.
E’ interessante a questo proposito, vedere cosa scrivono i finanzieri quando pensano di non rivolgersi a un pubblico generale, ma solo ai loro amici. Un sito francese (reporterre.net ) è riuscito a “beccare” un documento riservato riguardante il comportamento da tenere nel caso di vittoria di Hollande, scritto da Nicolas Doisy, capo economista di Chevreux, società d’affari del Crédit Agricole, che si occupa di operare sul mercato europeo per conto di 1200 grandi investitori istituzionali statunitensi e britannici, la più grande filiale d’affari europea in questo settore. E’ una lettura allo stesso tempo agghiacciante e istruttiva ed è per questo che vale la pena renderlo disponibile nella sua interezza, anche se è scritto in inglese : Chevreux-Hollande.
Ma per chi non volesse darsi tanta pena, il contenuto si può riassumere in quattro punti, tratti dal documento stesso:
Da questo coacervo, anche fatta la tara sull’interesse di Chevreux di minimizzare l’impatto Hollande, emergono alcune verità: 1)che l’euro e l’Europa non sono più ciò che si era sperato o illuso che fossero, ma sono ormai diventati strumenti di pressione per le riforme tendenti a distruggere lo stato sociale e i diritti del lavoro. 2) che il sistema bancario e finanziario cercheranno “in una maniera o nell’altra” di affossare qualsiasi sostanziale mutamento politico che possa cambiare le cose.
- «Il mantenimento della zona euro condurrà automaticamente a breve termine alla liberalizzazione del mercato del lavoro e alla maturazione delle riforme sociali ed economiche rimaste ferme da più di 5 anni.
- In questo contesto il candidato socialista François Hollande dovrà chiarire la politica di riforme che egli sarà obbligato a fare, in contraddizione evidente con il suo attuale programma “irrealistico”. I suoi partner europei potranno fargli qualche concessione sulla sua politica di crescita anche se non è pertinente, ma l’obbiettivo primario della Francia sarà di restare nell’Eurozona e, altrettanto importante, di continuare a recitare la parte di co-leader con la Germania, anche al prezzo di una alta disoccupazione
- Quelli di Hollande sono argomenti elettoralistici rivolti sia al centro che alla sinistra ch evitano di mettere in luce i vincoli europei sulla politica interna francese per evitare che i voti socialisti si spostino su altri candidati. Ma ha già segnalato agli elettori centristi che non rimetterà in discussione le misure utili prese dal suo avversario a cominciare dall’eliminazione delle nefaste 35 ore.
- Infine, ed è per questo che il presente documento è redatto in inglese, in una maniera o nell’altra i mercati finanziari forzeranno la Francia a procedere nelle riforme. In tale contesto va focalizzata l’attenzione su un annuncio passato letteralmente inosservato secondi il quale l’European Excange si avvia a permettere la speculazione sul debito dello Stato francese.»
Quando il premier parla col sorrisino compiaciuto (e anche un po’ ebete per la verità) di Europa e di crescita ora sappiamo di cosa davvero parla. E dobbiamo anche sapere cosa pensare di quelli che fanno finta di non vedere e di non sentire.
Italo: il treno dei ricchi pagato dai poveri
Non c’è che dire, Luca Cordero di Motezemolo, magari non riesce a far andare le Ferrari, ma con il suo nuovo treno che da domani è in esercizio, è riuscito a mettere insieme tutte le più moderne tecnologie disponibile nel Paese. No, non parlo dei treni in sé che sono di produzione francese, ma di tutto quello che ci sta attorno, un vero gioiello, preso scegliendo il meglio del liberismo.
Dunque vediamo.
1) Ai lavoratori della Ntv (nuovo trasporti viaggiatori), grazie a Monti, non si applica il contratto nazionale, quindi la società può fare concorrenza sleale nei confronto degli altri gestori, ossia di Trenitalia. Ma anche questo aiutino professorale non servirà a ridurre i prezzi del biglietto perché si sa che nella visione moderna, la concorrenza è stata superata dai cartelli. E dunque l’Italo, nome dei convogli, fa prezzi praticamente uguali a quelli delle ferrovie “normali”. Al massimo costa 2 euro in meno e i tempi di percorrenza sono gli stessi. Il minor costo del personale finisce dunque tutto nelle tasche del medesimo Montezemolo e dei suoi due soci, Della Valle e Punzo.
2) Il nostro Cordero , in tempi più che sospetti, è riuscito ad assicurarsi la posizione di concessionario senza alcuna gara. L’aumento di valore della società è dunque schizzato alle stelle senza bisogno di alcuna particolare progettualità o idea e per di più paga a Trenitalia per l’uso dei binari e di tutto il know how, cifre di gran lunga inferiori a quanto avviene nel resto d’Europa. Ma ancora una volta il risparmio non va in tasca al cliente, ma ai tre porcellini.
3) In questo meraviglioso insieme non potevano mancare le scatole cinesi societarie. La maggioranza di Ntv è infatti detenuta da La MPD Holding, scatola vuota per usi futuri, costituita a sua volta da altre tre srl: la MDP Holding uno, la MDP Holding due e la MDP Holding tre. Le tre aziende appartengono, con quote paritetiche a Della Valle, Montezemolo e Gianni Punzo. Solo che le azioni del nostro ferroviere di lusso sono in realtà in mano ai due figli che ne hanno concesso l’usufrutto al padre, una gabola architettata in caso di discesa in politica di Monteprezzemolo.
Così abbiamo una società privata che sfrutta per pochi soldi le strutture della società pubblica, ossia di Ferrovie dello Stato che alla fine sono pagate da tutti i cittadini, compresi quelli che non potranno mai permettersi l’ Italo, ma in virtù di questa regalia non farà vera concorrenza né sui prezzi, né sui tempi di percorrenza, si “accontenterà ” di sfruttare il minor costo del lavoro. E naturalmente tutti gli ammodernamenti e la manutenzione delle linee sono e saranno in carico al pubblico.
Perfetto, modernissimo. Ma con un possibile finale a sorpresa. Il 20 % abbondante di Ntv appartiene a una società pubblica: non italiana però, ma alla celebre Societè nationale des chemin de fer, ovvero le ferrovie di Stato francesi. Nel caso le cose non dovessero andare bene al gentlemen driver e ai suoi soci, nel senso che potrebbero guadagnare anche meno di 100 volte l’investimento iniziale, ci vorrebbe niente a rifarsi rivendendo passo passo le azioni al colosso transalpino. Così avremmo una società pubblica straniera che sfrutta le strutture di una società pubblica italiana e i soldi dei suoi cittadini, potendo contare su un costo del lavoro inferiore a quelli del contratto nazionale. Più moderno di così si muore, mentre Montezemolo campa a meraviglia.
Dunque vediamo.
1) Ai lavoratori della Ntv (nuovo trasporti viaggiatori), grazie a Monti, non si applica il contratto nazionale, quindi la società può fare concorrenza sleale nei confronto degli altri gestori, ossia di Trenitalia. Ma anche questo aiutino professorale non servirà a ridurre i prezzi del biglietto perché si sa che nella visione moderna, la concorrenza è stata superata dai cartelli. E dunque l’Italo, nome dei convogli, fa prezzi praticamente uguali a quelli delle ferrovie “normali”. Al massimo costa 2 euro in meno e i tempi di percorrenza sono gli stessi. Il minor costo del personale finisce dunque tutto nelle tasche del medesimo Montezemolo e dei suoi due soci, Della Valle e Punzo.
2) Il nostro Cordero , in tempi più che sospetti, è riuscito ad assicurarsi la posizione di concessionario senza alcuna gara. L’aumento di valore della società è dunque schizzato alle stelle senza bisogno di alcuna particolare progettualità o idea e per di più paga a Trenitalia per l’uso dei binari e di tutto il know how, cifre di gran lunga inferiori a quanto avviene nel resto d’Europa. Ma ancora una volta il risparmio non va in tasca al cliente, ma ai tre porcellini.
3) In questo meraviglioso insieme non potevano mancare le scatole cinesi societarie. La maggioranza di Ntv è infatti detenuta da La MPD Holding, scatola vuota per usi futuri, costituita a sua volta da altre tre srl: la MDP Holding uno, la MDP Holding due e la MDP Holding tre. Le tre aziende appartengono, con quote paritetiche a Della Valle, Montezemolo e Gianni Punzo. Solo che le azioni del nostro ferroviere di lusso sono in realtà in mano ai due figli che ne hanno concesso l’usufrutto al padre, una gabola architettata in caso di discesa in politica di Monteprezzemolo.
Così abbiamo una società privata che sfrutta per pochi soldi le strutture della società pubblica, ossia di Ferrovie dello Stato che alla fine sono pagate da tutti i cittadini, compresi quelli che non potranno mai permettersi l’ Italo, ma in virtù di questa regalia non farà vera concorrenza né sui prezzi, né sui tempi di percorrenza, si “accontenterà ” di sfruttare il minor costo del lavoro. E naturalmente tutti gli ammodernamenti e la manutenzione delle linee sono e saranno in carico al pubblico.
Perfetto, modernissimo. Ma con un possibile finale a sorpresa. Il 20 % abbondante di Ntv appartiene a una società pubblica: non italiana però, ma alla celebre Societè nationale des chemin de fer, ovvero le ferrovie di Stato francesi. Nel caso le cose non dovessero andare bene al gentlemen driver e ai suoi soci, nel senso che potrebbero guadagnare anche meno di 100 volte l’investimento iniziale, ci vorrebbe niente a rifarsi rivendendo passo passo le azioni al colosso transalpino. Così avremmo una società pubblica straniera che sfrutta le strutture di una società pubblica italiana e i soldi dei suoi cittadini, potendo contare su un costo del lavoro inferiore a quelli del contratto nazionale. Più moderno di così si muore, mentre Montezemolo campa a meraviglia.
J’accuse: i ricchi sono colpevoli
Anna Lombroso per il Simplicissimus
Mi sembrava di essere stata perfino bonaria nell’aver dato solo della sciocchina a una blasonata e sfrontata ragazza che dall’alto dei suoi immeritati privilegi aveva dileggiato i suoi coetanei, precari, disperati, cornuti e mazziati. Invece sono stata accusata delle peggiori nequizie: invidia, risentimento, rancore, malevolenza e in ultimo perfino moralismo che nella latitanza della morale, sembra essere quella più infamante. Perché, così mi è stato detto, essere ricchi non è una colpa. Come non lo sarebbe essere privilegiati e per questo avere delle facilitazioni.
Deve essersi verificato un penoso stravolgimento di etica, pensiero critico, buongusto e buonsenso se non si coglie la differenza tra la festosa condizione di unti del signore e l’approfittarsene fino all’oltraggio di chi non si trova negli stessi opulenti panni. E nel non voler vedere che chi si compiace di favorirlo a discapito di eleganza integrità e uguaglianza lo fa per motivi non certamente nobili: contiguità coi poteri, interesse più o meno diretto, provocazione. Senza contare che essere un’ereditiera non sarà un crimine. Ma certo è probabile che fortune così cospicue, incrementate da matrimoni e lasciti, oltre che da pingui frequentazioni, possano presentare tra le pieghe, negli interstizi, sotto gli ermellini e i damaschi qualche inquietante sfumatura se non criminale, certo non perfettamente legale. Perché perfino i fan del fasto e della dea bendata - e tendenzialmente ingiusta -dovranno convenire che è difficile sostenere che la via della ricchezza, come quella del potere d’altro canto, possano essere davvero virtuose. ...
Palermo: controlli della Gdf, 97% esercizi non a norma
Nelle giornate a cavallo del “ponte” del 25 aprile, 370 militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Palermo hanno portato a termine una vasta operazione di controllo economico del territorio, con l’obiettivo di tutelare gli operatori regolari e rispettosi delle norme dalla concorrenza sleale esercitata dagli abusivi e da coloro che non rispettano gli obblighi fiscali. Per quanto riguarda i controlli sul rilascio di scontrini e ricevute, l’operazione è stata estesa a tutte le categorie economiche obbligate, compresi gli ambulanti. Complessivamente, su 369 soggetti controllati, sono stati scoperti 229 irregolari (dalla mancata emissione del documento, alla mancata presenza del misuratore fiscale), pari al 62% dei casi; tra gli ambulanti la percentuale è stata del 97%. A Palermo, i controlli hanno riguardato le aree del centro a maggiore vocazione commerciale, i principati mercati rionali, nonché le località costiere come Mondello e Sferracavallo. Nella provincia l’operazione ha riguardato i centri di Bagheria, Termini Imerese, Partinico, Cefalù, Corleone, Lercara Friddi, Petralia Soprana, Carini, Villabate, Santa Flavia, Cerda, Terrasini e altre località.
A Palermo e in provincia, inoltre, 41 esercizi sono stati sottoposti a controlli mirati alla verifica del rispetto delle norme sull’assunzione di manodopera: 31 sono stati i datori di lavoro verbalizzati di cui uno denunciato all’Autorità giudiziaria, pari al 76 % di quelli verificati, per avere nel complesso impiegato 78 lavoratori in nero e altri 33 irregolari, soprattutto per l’impiego in orari superiori a quelli oggetto di contratto o l’erogazione di compensi “fuori busta”.
A Palermo e in provincia, inoltre, 41 esercizi sono stati sottoposti a controlli mirati alla verifica del rispetto delle norme sull’assunzione di manodopera: 31 sono stati i datori di lavoro verbalizzati di cui uno denunciato all’Autorità giudiziaria, pari al 76 % di quelli verificati, per avere nel complesso impiegato 78 lavoratori in nero e altri 33 irregolari, soprattutto per l’impiego in orari superiori a quelli oggetto di contratto o l’erogazione di compensi “fuori busta”.
Attacco ai blog: il bavaglino di Severino
Licia Satirico per il Simplicissimus
La Guardasigilli annuncia controlli su blog e Facebook, filtri alle intercettazioni e punizioni a giornalisti o editori indisciplinati: «i blog possono fare più danni dei giornali», dice Paola Severino al panel “Etica e giornalismo” del Festival internazionale di Perugia, accennando addirittura a norme europee per evitare che i provider si trasferiscano in paesi più accomodanti. La ministra ha toni ominosi nel prospettare forme non meglio precisate di autoregolamentazione: «scrivere su un blog non autorizza a scrivere qualunque cosa, soprattutto se si sta trattando di diritti di altri. Sappiate che quello che fate ad altri potrà essere fatto a voi».
La Guardasigilli annuncia controlli su blog e Facebook, filtri alle intercettazioni e punizioni a giornalisti o editori indisciplinati: «i blog possono fare più danni dei giornali», dice Paola Severino al panel “Etica e giornalismo” del Festival internazionale di Perugia, accennando addirittura a norme europee per evitare che i provider si trasferiscano in paesi più accomodanti. La ministra ha toni ominosi nel prospettare forme non meglio precisate di autoregolamentazione: «scrivere su un blog non autorizza a scrivere qualunque cosa, soprattutto se si sta trattando di diritti di altri. Sappiate che quello che fate ad altri potrà essere fatto a voi».
Un pentito accusa Lombardo: “Santapaola appoggiava il Mpa”
CATANIA – “Mi incontrai con Angelo Santapaola (parente del boss ergastolano Benedetto assassinato dallo stesso clan) e parlammo di portare voti al Movimento per le autonomie, partito che aveva chiesto appoggio al clan, e lui mi disse che portava appoggio a Pippo Limoli”. Lo ha affermato in videoconferenza il pentito Gaetano D’Aquino deponendo al processo per reato elettorale al governatore siciliano e a suo fratello Angelo davanti al Tribunale monocratico di Catania. Il collaboratore ha aggiunto che era “stato sensibilizzato da parte di Alessandro Porto per portare appoggio elettorale a Giovanni Pistorio”. “Con Orazio Pardo – ha aggiunto – successivamente riflettemmo sull’eventualita di votare l’Mpa, ma per l’Mpa non abbiamo avuto nessun vantaggio. Erano stati dati tanti voti. Poi di politica non si parlò più fino al 2008″.
venerdì 27 aprile 2012
H1N1, vaccino aumenta narcolessia bimbi!
(ANSA) – HELSINKI, 29 MAR – Il vaccino contro l’influenza H1N1 Pandemix aumenta nei bambini il rischio di narcolessia (l’addormentarsi all’improvviso in qualunque situazione). E’ quanto emerge da 2 studi stilati da Markku Partinen of the Helsinki Sleep Clinic and Hanna Nohynek del National Institute for Health and Welfare in Finlandia, pubblicati su PLoS ONE.
giovedì 26 aprile 2012
Autoblu, marcia indietro con balle
Il sobrio acquirente di altre 400 auto blu per un totale di 10 milioni, fa marcia indietro. O marcio avanti, a seconda della prospettiva. Dopo il rumore che ha fatto la notizia di questo incredibile e inutile spreco, Palazzo Chigi tenta di metterci una pezza che sa di presa in giro lontano un miglio. Il comunicato è un capolavoro di ipocrisia: ”Il Governo non acquisterà nuove auto blu nel 2012 e auspica, per le amministrazioni territoriali, l’adozione di un’analoga impostazione. Il bando di gara della Consip non determina automaticamente l’acquisto di nuove autovetture. Con l’aggiudicazione delle convenzioni, Consip stipula soltanto un accordo quadro che può essere utilizzato dalle pubbliche amministrazioni per soddisfare le necessità di spostamento sul territorio. Il bando è pensato soprattutto per le esigenze delle Forze dell’Ordine e di quelle che svolgono servizi di utilità sociale che, più di altre, hanno bisogno di mezzi operativi”.
Vuoi l'appalto? Caccia la grana. Tutto legale.
articolo di Valerio Valentini per Byoblu.com
Nel 2000 venne abolito l’Albo nazionale dei costruttori, un organo che aveva il compito di valutare i requisiti tecnico-giuridici delle imprese che intendevano partecipare ai lavori pubblici. Si disse che era soltanto un carrozzone inutile, che alla fine pagava sempre Pantalone e che sopprimerlo avrebbe fatto risparmiare un sacco di soldi ai contribuenti. Giusto! E dunque, cosa ci siamo inventati, in sua sostituzione?Forse in pochi lo sanno, ma un’azienda che oggi volesse ottenere un attestato che le permetta di prendere parte ad una commessa pubblica superiore a 150mila euro, deve rivolgersi alle SOA (Società Organismi di Attestazione). Le quali dovrebbero svolgere una funzione di controllo: verificare, cioè, che l’azienda in questione abbia i requisiti per sostenere l’appalto e portare a termine il lavoro entro tempi brevi e con le modalità stabilite, analizzando l’attività dell’azienda nel corso degli ultimi cinque anni e rilasciando il certificato per la fattispecie di commesse.
Spese folli della Regione siciliana
Palermo – «Ben 454 mila euro per la Zelkova!». Letta la notizia, i siciliani hanno pensato: «Deve essere una slava del giro delle Olgettine». Macché: è una pianta rara che la Regione vuol tutelare iniziando con l’assumere («appurata l’esiguità di personale in organico»: sic) un consulente da 150 mila euro. Fulgido esempio di come le Regioni, in nome dell’autonomia, siano spesso sorde agli appelli a stringere la cinghia. Scrive Raffaele Lombardo sul suo blog che quella varata giorni fa «è una finanziaria di straordinario rigore». Sarà… Ma certo gli stessi giornali isolani denunciano da settimane come l’andazzo sia sempre lo stesso. Ed ecco la decisione di salvare il Cefop (uno dei carrozzoni della «formazione professionale» che da decenni ingoiano da 250 a 400 milioni l’anno dando lavoro a circa ottomila formatori pari al 46% del totale nazionale) seguendo il modello Alitalia con la creazione d’una «bad company» su cui caricare i debiti pari a 82 milioni per dare vita a una nuova società «vergine » da sfamare subito con altri 29 milioni e mezzo.
Il 25 aprile è solo la festa della liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo
Nei giorni scorsi, a Roma, nei tabelloni del comune, sono stati affissi degli immondi manifesti con la foto di brigataccie nere passate in rassegna da Pavolini che è stato l’ultimo segretario del partito fascista.
di Citto Saija
Nel manifesto che porta le date del 25 aprile 1945 e del 25 aprile del 2012 si ricordano i cosiddetti “ragazzi di Salò” dicendo che “gli eroi son tutti giovani e belli” utilizzando la frase di una canzone di Guccini e sul giornale “Il fatto quotidiano” proprio di oggi leggiamo che nel bilancio del Campidoglio sarebbero stati stanziati ben 11 milioni di euro per comprare uno stabile a pochi metri dalla stazione Termini per donarlo a “Casa Pound”.
Di fronte a questi episodi che evidenziano un fascismo latente e che può anche risorgere, bisogna affermare che il 25 aprile è solo la festa della liberazione dal nazi-fascismo e che non può essere contaminata dalla retorica patriottarda e militarista.
Il 25 aprile non è quindi la festa di “tutto il popolo e la nazione italiana”, ma è la festa della gran parte del popolo italiano antifascista e di tutti coloro che hanno rinnegato il fascismo.
Messina, sta fuori due mesi al rientro trova la casa occupata
MESSINA - Si reca a Milano per due mesi e quando ritorna trova la sua abitazione occupata. È accaduto a un messinese. L’uomo, dopo avere fatto rientro a Messina, ha trovato la serratura dell’abitazione cambiata, una nuova targhetta sulla porta e al citofono. Così non gli è rimasto altro da fare che denunciare la circostanza [...]
Idrogel per riparare il cuore
Si tratta dell'invenzione di un team di bioingegneri della Jacobs School of Engineering dell'Università of California, San Diego, che hanno messo a punto un trattamento potenzialmente rivoluzionario per la cura delle patologie del cuore a seguito di infarto.
I ricercatori hanno ideato un idrogel (gel a base d'acqua) che può essere iniettato direttamente nel cuore e, grazie a piccole percentuali di tessuto connettivo cardiaco al suo interno, è in grado di stimolare la rigenerazione tissutale delle zone danneggiate e prevenire ulteriori perdite.
I ricercatori hanno ideato un idrogel (gel a base d'acqua) che può essere iniettato direttamente nel cuore e, grazie a piccole percentuali di tessuto connettivo cardiaco al suo interno, è in grado di stimolare la rigenerazione tissutale delle zone danneggiate e prevenire ulteriori perdite.
mercoledì 25 aprile 2012
400 auto blu per Monti: la sobria beffa
Il governo, quando si tratta di ricchi, vede e provvede: così butterà via dieci milioni di euro per acquistare 400 auto blu, nonostante le promesse di riduzione del gigantesco parco macchine, nonostante la sobrietà simulata nei primi giorni e nonostante il fatto che poco meno di un migliaio di esse giacciano inutilizzate.
Certo sui pensionati, sui lavoratori, sui precari, persino sui malati si risparmia fino all”osso, ma quando si tratta di illustri sederi allora bisogna fare qualcosa per ospitarli in berline simil lussuose o per evitare che appaiano come i cialtroni che sono. Si sa che l’auto blu è trainante nell’immaginario e chissà che qualche nuova Thema la si possa vedere dal vero e non in fotografia. Oddio non è che sia un bello spettacolo, è l’auto ideale del vaccaro dell’Idaho quando va alla predica o a raccogliere ragazze di strada: grandona, suppostosa, americanoide, l’ideale per uno studio sui complessi di compensazione. Ma costa molto meno che produrre un modello decente. Costa meno che avere un un’idea, costa infinitamente meno che essere un vero costruttore di automobili e non un semplice rabdomante di occasioni finanziarie. Certo c’è il rischio di non vendere, ma c’è sempre il Mario pronto a dare una mano con i nostri soldi.
E nemmeno ha bisogno di chiedere il permesso a Frau Merkel: Bmw, Audi e Mercedes non andranno certo in rovina per la Thema di Marchionne. Rischia solo la Lancia. E rischia la residua credibilità di un governo che da sobrio che era si presta a questa inutile e delittuosa emorragia di soldi pubblici così assurda e iniqua da battere persino l’odore di stantio dei vecchi partiti. Altro che auto blu, queste sono proprio marron.
La cocaina fa invecchiare il cervello
Chi fa uso di cocaina è a maggior rischio d’invecchiamento cerebrale rispetto a chi non la utilizza.
Giunge dall’Università di Cambridge questa affermazione in cui si conferma che un utilizzo cronico della sostanza produca un più veloce decadimento delle funzioni cerebrali.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Molecular Psychiatry e descrivono le evidenze riguardo 120 soggetti di pari età, di sesso omologo e con un Qi verbale identico.
Circa il 50% della popolazione in studio presentava una dipendenza dalla sostanza, l’altro 50% no.
Attraverso tecniche di neuro-imaging sono stati misurati i volumi cerebrali dei volontari e si è visto che il volume della sostanza grigia correlato all’età era minore nei cocainomani rispetto agli altri; in altre parole i consumatori di cocaina perdevano il doppio del volume in un anno in confronti a chi uso non ne faceva. (da Italiasalute)
La storia strappata
Licia Satirico per il Simplicissimus
Ogni anno, nella notte tra il 24 e il 25 aprile, rileggo le Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana. È un volume a me particolarmente caro, donatomi dal nonno antifascista cui devo la passione civile e l’etica laica. Mi soffermo sulle parole bellissime di Paolo Braccini detto Verdi, docente universitario fucilato il 5 aprile 1944 da un plotone di militi della GNR: «Gianna, figlia mia adorata, è la prima ed ultima lettera che ti scrivo e scrivo a te per prima in queste ultime ore, perché so che seguito a vivere in te. Sarò fucilato all’alba per un ideale, per una fede che tu, mia figlia, un giorno capirai appieno».
Quella fede è stata contagiosa. Noi, i liberati, siamo figli di Paolo Braccini e di tutti quelli che hanno lottato senza esitazioni per la libertà e la dignità di questo Paese. Siamo i figli della Costituzione nata dalla liberazione dal fascismo: di quella Costituzione troppo spesso ignorata, definita “sovietica”, “obsoleta” e ora umiliata dall’inserimento del pareggio di bilancio come ultimo corpo estraneo.
Da qualche anno il 25 aprile è vissuto in modo schizofrenico: è una festa contestata, negata e rivisitata attraverso imbarazzanti tentativi di condivisione. Mario Monti, visitando il museo di via Tasso, ha tracciato un parallelo ardito tra la lotta di Liberazione e l’uscita dalla crisi economica. Napolitano invita a non dar fiato ai demagoghi dopo le polemiche sul corteo romano dell’Anpi, da cui Polverini e Alemanno, dopo i lanci di limoni dello scorso anno, sono stati esclusi. Il solito Cicchitto rincara la dose: «l’Anpi, a Roma, non farà una manifestazione unitaria ma solo quella di una parte precisa», trasformando i partigiani in estremisti. Anche Pierferdinando Casini, col pensiero rivolto al suo ecumenico Partito della Nazione, non perde un’occasione fondamentale per stare zitto e scrive su Twitter: «il 25 Aprile è ricorrenza importante, non può dividere gli italiani. Rattrista l’esclusione di Alemanno e Polverini dalle celebrazioni. Grande errore!».
Grande errore? Da qualche anno non solo il 25 aprile divide gli italiani, ma li qualifica per ciò che sono diventati dopo quasi un ventennio di berlusconismo populistico e postfascista. Fatti gravi finiscono negli orwelliani Buchi della Memoria, sepolti dagli appelli all’unità nazionale. Eppure risale a poche settimane fa la polemica indegna sulla morte del partigiano Rosario Bentivegna, che partecipò all’attentato di via Rasella. Francesco Storace lo ha definito “assassino” e la cosa è passata quasi sotto silenzio, amplificata anzi da insulti su Facebook alla memoria del partigiano scomparso. In alcuni municipi della Capitale il minuto di silenzio per Bentivegna è stato spartito con quello per la scomparsa del latitante Giorgio Chinaglia, in un grottesco melting pot postumo di antifascismo, calcio e disavventure giudiziarie. A pochi giorni fa risale la contestazione di un partigiano, con sberleffi e striscioni, in un liceo romano.
Se questa è la realtà sociale con cui dobbiamo confrontarci, con buona pace di Casini vogliamo restare divisi e lottare contro ogni rilettura mortificante del 25 aprile. È giunto il momento di dire no alla riconciliazione bipartisan, alle riletture moderate, alla negazione del significato civile della festa della Liberazione. È tempo di dire no all’equiparazione mistificante tra partigiani e combattenti di Salò, alla confusione tra le parti in lotta, alla pacificazione impossibile con valori che hanno mutato forma ma non sostanza. Il fascismo eterno è sempre presente in Italia: si è scorporato nella faccia perbene, in quella xenofobo-pittoresca e in quella irriducibile, ma è più vivo che mai. Non so voi, ma io non ho alcuna voglia di riconciliarmi col fascismo e con le sue mutazioni genetiche. Per me, allora come ora, c’era una parte giusta e una parte sbagliata. La fede di Paolo Braccini è anche la mia ed è offensivo ammorbidirla, blandirla, mutarne il senso in nome dell’unità, della lotta alla crisi o alla demagogia.
A noi resta il compito di continuare la Resistenza, che non è finita: ora più che mai occorre vigilare contro i rigurgiti liberticidi. Viva il 25 aprile, viva la Liberazione.
Ogni anno, nella notte tra il 24 e il 25 aprile, rileggo le Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana. È un volume a me particolarmente caro, donatomi dal nonno antifascista cui devo la passione civile e l’etica laica. Mi soffermo sulle parole bellissime di Paolo Braccini detto Verdi, docente universitario fucilato il 5 aprile 1944 da un plotone di militi della GNR: «Gianna, figlia mia adorata, è la prima ed ultima lettera che ti scrivo e scrivo a te per prima in queste ultime ore, perché so che seguito a vivere in te. Sarò fucilato all’alba per un ideale, per una fede che tu, mia figlia, un giorno capirai appieno».
Quella fede è stata contagiosa. Noi, i liberati, siamo figli di Paolo Braccini e di tutti quelli che hanno lottato senza esitazioni per la libertà e la dignità di questo Paese. Siamo i figli della Costituzione nata dalla liberazione dal fascismo: di quella Costituzione troppo spesso ignorata, definita “sovietica”, “obsoleta” e ora umiliata dall’inserimento del pareggio di bilancio come ultimo corpo estraneo.
Da qualche anno il 25 aprile è vissuto in modo schizofrenico: è una festa contestata, negata e rivisitata attraverso imbarazzanti tentativi di condivisione. Mario Monti, visitando il museo di via Tasso, ha tracciato un parallelo ardito tra la lotta di Liberazione e l’uscita dalla crisi economica. Napolitano invita a non dar fiato ai demagoghi dopo le polemiche sul corteo romano dell’Anpi, da cui Polverini e Alemanno, dopo i lanci di limoni dello scorso anno, sono stati esclusi. Il solito Cicchitto rincara la dose: «l’Anpi, a Roma, non farà una manifestazione unitaria ma solo quella di una parte precisa», trasformando i partigiani in estremisti. Anche Pierferdinando Casini, col pensiero rivolto al suo ecumenico Partito della Nazione, non perde un’occasione fondamentale per stare zitto e scrive su Twitter: «il 25 Aprile è ricorrenza importante, non può dividere gli italiani. Rattrista l’esclusione di Alemanno e Polverini dalle celebrazioni. Grande errore!».
Grande errore? Da qualche anno non solo il 25 aprile divide gli italiani, ma li qualifica per ciò che sono diventati dopo quasi un ventennio di berlusconismo populistico e postfascista. Fatti gravi finiscono negli orwelliani Buchi della Memoria, sepolti dagli appelli all’unità nazionale. Eppure risale a poche settimane fa la polemica indegna sulla morte del partigiano Rosario Bentivegna, che partecipò all’attentato di via Rasella. Francesco Storace lo ha definito “assassino” e la cosa è passata quasi sotto silenzio, amplificata anzi da insulti su Facebook alla memoria del partigiano scomparso. In alcuni municipi della Capitale il minuto di silenzio per Bentivegna è stato spartito con quello per la scomparsa del latitante Giorgio Chinaglia, in un grottesco melting pot postumo di antifascismo, calcio e disavventure giudiziarie. A pochi giorni fa risale la contestazione di un partigiano, con sberleffi e striscioni, in un liceo romano.
Se questa è la realtà sociale con cui dobbiamo confrontarci, con buona pace di Casini vogliamo restare divisi e lottare contro ogni rilettura mortificante del 25 aprile. È giunto il momento di dire no alla riconciliazione bipartisan, alle riletture moderate, alla negazione del significato civile della festa della Liberazione. È tempo di dire no all’equiparazione mistificante tra partigiani e combattenti di Salò, alla confusione tra le parti in lotta, alla pacificazione impossibile con valori che hanno mutato forma ma non sostanza. Il fascismo eterno è sempre presente in Italia: si è scorporato nella faccia perbene, in quella xenofobo-pittoresca e in quella irriducibile, ma è più vivo che mai. Non so voi, ma io non ho alcuna voglia di riconciliarmi col fascismo e con le sue mutazioni genetiche. Per me, allora come ora, c’era una parte giusta e una parte sbagliata. La fede di Paolo Braccini è anche la mia ed è offensivo ammorbidirla, blandirla, mutarne il senso in nome dell’unità, della lotta alla crisi o alla demagogia.
A noi resta il compito di continuare la Resistenza, che non è finita: ora più che mai occorre vigilare contro i rigurgiti liberticidi. Viva il 25 aprile, viva la Liberazione.
Alimentazione e salute: rinvenute tracce di sostanze chimiche nel corpo delle persone che hanno consumato cibo venduto in plastica.
Una ricerca apparsa sulla rivista Environmental Health Perspectives, ha rivelato che sono state rinvenute tracce di sostanze chimiche nel corpo delle persone che hanno consumato cibo venduto in contenitori di plastica.Altre indagini scientifiche hanno dimostrato che gli ftalati utilizzati per aumentare la flessibilità, la longevità e la trasparenza della plastica sono stati rinvenuti negli alimenti a seguito del contatto con attrezzature alimentari.
Anche se le quantità trovate corrispondono a cifre molto basse non viene eseguito alcun test aggiuntivo per conoscerne gli effetti a lungo termine. Meglio tornare alle buone prassi alimentari di una volta utilizzando contenitori in vetro, piatti in porcellana.
Plastica: sempre un pericolo per la salute
Anche se le quantità trovate corrispondono a cifre molto basse non viene eseguito alcun test aggiuntivo per conoscerne gli effetti a lungo termine. Meglio tornare alle buone prassi alimentari di una volta utilizzando contenitori in vetro, piatti in porcellana.
Plastica: sempre un pericolo per la salute
25 aprile: libertà è partecipazione
Monti paragona la liberazione del 25 aprile alla sofferenza attuale contro la crisi. Forse la vera liberazione non è mai avvenuta, il fascismo è rimasto, i crimini anche successivi in buona parte impuniti. In ogni caso è azzardato paragonare l'attuale crisi al dramma del fascismo che portò l'Italia nell'abbisso. Non può comunque essere questo Presidente del Consiglio a indicarci la strada, visto che le sue manovre hanno lasciato intatti i grandi patrimoni degli evasori e nulla è stato fatto contro la corruzione dilagante, da lui stesso riconosciuta. L'attuale condizione è figlia dello stesso metodo di allora, troppa gente ha smesso di ragionare e partecipare...
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martedì 24 aprile 2012
Salute in Sicilia: Tar condanna assessorato e boccia due concorsi
(ASCA) - Palermo, 24 apr - Condannato dal Tribunale amministrativo regionale l'assessorato regionale alla Salute.Anche al pagamento delle spese. Il Tar ha infatti bocciato due concorsi della sanita' siciliana per complessivi 552 posti (514 per infermiere, 38 per tecnico di radiologia).
Motivo: l'amministrazione regionale prima di indire i concorsi avrebbe dovuto ricorrere alla cosiddetta mobilita'.
In altre parole, l'assessorato alla Salute avrebbe dovuto 'pescare' le nuove professionalita' all'interno del suo stesso organico o di altre Regioni che registrano richieste di trasferimento in Sicilia da parte di alcuni lavoratori.
Cosi' non e' andato quindi, tutto da rifare.
Fusi e refusi di governo
Licia Satirico per il Simplicissimus
Dopo il refuso dei ticket sanitari per i disoccupati, il governo Monti fa nuovamente dietrofront sulla tassazione delle borse di studio di importo superiore a 11.500 euro: prevista in prima battuta dagli emendamenti al testo di conversione del decreto fiscale, la nuova imposta – che avrebbe colpito i precari della ricerca già massacrati dalla legge Gelmini – è stata ripensata dopo la vibrata protesta dei medici specializzandi. In attesa che la spending review permetta all’esecutivo in carica di assumere – con una certa urgenza – un correttore di bozze, è il caso di riflettere con attenzione sul curioso fenomeno della tassazione a tentoni.
Nell’era dei tecnici, suffragata dalla glorificazione mediatica dell’Agenzia delle Entrate, si inaugura il rito-seppuku della tassa del giorno, non si sa se per dolo o per pasticcio. Dopo le prime iniziative impopolari su equità e sacrifici il governo tecnico si è mosso con maggiore cautela, trasformando la ricerca di nuovi balzelli in un paziente lavoro da ergastolani. L’Imu soffre di schizofrenia e può sdoppiarsi, le bollette di acqua, luce e gas sono aumentate, le accise sulla benzina sono taglienti, le addizionali regionali e comunali Irpef sono una stangata, l’Iva raggiungerà a breve il record del 23%. Ma sono in arrivo anche le tasse di imbarco sugli aerei e persino quelle di sbarco sulle isole minori.
Dopo il refuso dei ticket sanitari per i disoccupati, il governo Monti fa nuovamente dietrofront sulla tassazione delle borse di studio di importo superiore a 11.500 euro: prevista in prima battuta dagli emendamenti al testo di conversione del decreto fiscale, la nuova imposta – che avrebbe colpito i precari della ricerca già massacrati dalla legge Gelmini – è stata ripensata dopo la vibrata protesta dei medici specializzandi. In attesa che la spending review permetta all’esecutivo in carica di assumere – con una certa urgenza – un correttore di bozze, è il caso di riflettere con attenzione sul curioso fenomeno della tassazione a tentoni.
Nell’era dei tecnici, suffragata dalla glorificazione mediatica dell’Agenzia delle Entrate, si inaugura il rito-seppuku della tassa del giorno, non si sa se per dolo o per pasticcio. Dopo le prime iniziative impopolari su equità e sacrifici il governo tecnico si è mosso con maggiore cautela, trasformando la ricerca di nuovi balzelli in un paziente lavoro da ergastolani. L’Imu soffre di schizofrenia e può sdoppiarsi, le bollette di acqua, luce e gas sono aumentate, le accise sulla benzina sono taglienti, le addizionali regionali e comunali Irpef sono una stangata, l’Iva raggiungerà a breve il record del 23%. Ma sono in arrivo anche le tasse di imbarco sugli aerei e persino quelle di sbarco sulle isole minori.
“Zittiti non dalla mafia ma dal digitale”
PALERMO – Con il passaggio al sistema digitale Telejato, la storica emittente antimafia di Partinico (Palermo), chiuderà. “Per mano dello Stato accadrà ciò che la mafia voleva”, dice ora il direttore Giuseppe Maniaci che dal 1999 gestisce e dirige l’emittente più minacciata e più denunciata d’Italia: con il suo tg quotidiano, che dura circa due [...]
L'arroganza di Formigoni
L'arroganza del potere ormai è senza confini. I giornalisti non fanno più le domande anche perché tanto le risposte non arrivano. Se un cronista, per sbaglio, non si accontenta del solito giro di parole fumoso che non risponde e pretende di esaurire la questione, viene umiliato.
Roberto Formigoni, quello che se-non-fai-le-vacanze-di-gruppo, possibilmente alle Antille mangiando aragoste, sei uno sfigato (del resto ieri Ombretta Colli da Lerner è stata chiara: "Alzi la mano chi non ha mai fatto le vacanze in barca?"), è stato apostrofato da una giornalista di Telelombardia. La poveretta gli ha chiesto se i soldi con i quali Daccò gli pagava le vacanze li avesse restituiti con sistemi tracciabili o meno. Il presidente della Regione Lombardia, con tutta l'arroganza della seconda Repubblica che tramonta, ha continuato a rispondere fischi per fiaschi. Ffinché, vista l'inaudita insistenza della signorina, l'ha invitata a prendere lezioni di giornalismo. Forse ha dimenticato di aggiungere "prezzolato", che è la sola branca di pennivendoli con cui in Italia i politici siano disposti a dialogare.
Alla fine, requisito il microfono, si è risposto da solo, confortevolmente, come voleva lui. Una scena in cui è racchiuso un intero ventennio, quello berlusconiano, che ci ha consegnati mani e piedi legati nelle mani di Mario Monti e della speculazione internazionale. I colpevoli ce li avete davanti agli occhi, mentre fingono di non avere ancora capito che i loro giorni sono finiti.
Meglio sarebbe se, oltre a defilarsi alla chetichella, venisse istituito un tribunale per addebitare loro l'ignavia o l'incompetenza con le quali hanno permesso che tutto ciò accadesse, senza muovere un dito. In Islanda li stanno processando proprio in questi giorni.
Roberto Formigoni, quello che se-non-fai-le-vacanze-di-gruppo, possibilmente alle Antille mangiando aragoste, sei uno sfigato (del resto ieri Ombretta Colli da Lerner è stata chiara: "Alzi la mano chi non ha mai fatto le vacanze in barca?"), è stato apostrofato da una giornalista di Telelombardia. La poveretta gli ha chiesto se i soldi con i quali Daccò gli pagava le vacanze li avesse restituiti con sistemi tracciabili o meno. Il presidente della Regione Lombardia, con tutta l'arroganza della seconda Repubblica che tramonta, ha continuato a rispondere fischi per fiaschi. Ffinché, vista l'inaudita insistenza della signorina, l'ha invitata a prendere lezioni di giornalismo. Forse ha dimenticato di aggiungere "prezzolato", che è la sola branca di pennivendoli con cui in Italia i politici siano disposti a dialogare.
Alla fine, requisito il microfono, si è risposto da solo, confortevolmente, come voleva lui. Una scena in cui è racchiuso un intero ventennio, quello berlusconiano, che ci ha consegnati mani e piedi legati nelle mani di Mario Monti e della speculazione internazionale. I colpevoli ce li avete davanti agli occhi, mentre fingono di non avere ancora capito che i loro giorni sono finiti.
Meglio sarebbe se, oltre a defilarsi alla chetichella, venisse istituito un tribunale per addebitare loro l'ignavia o l'incompetenza con le quali hanno permesso che tutto ciò accadesse, senza muovere un dito. In Islanda li stanno processando proprio in questi giorni.
La Cassazione: “Marcello Dell’Utri fu il mediatore fra Berlusconi e la mafia”.
Pubblicate le motivazioni della sentenza che ha annullato, con rinvio, la condanna per concorso esterno. “Convergenti interessi” del Cavaliere e di Cosa nostra “in cambio del quale sono state versate cospicue somme in favore del sodalizio mafioso”.
Il senatore Marcello Dell’Utri è stato il “mediatore” dell’accordo protettivo per il quale Berlusconi pagò alla mafia “cospicue somme” per la sua sicurezza e quella dei suoi familiari. E ha contribuito al “rafforzamento dell’associazione mafiosa”. A scriverlo nero su bianco è la Cassazione.
Il senatore Marcello Dell’Utri è stato il “mediatore” dell’accordo protettivo per il quale Berlusconi pagò alla mafia “cospicue somme” per la sua sicurezza e quella dei suoi familiari. E ha contribuito al “rafforzamento dell’associazione mafiosa”. A scriverlo nero su bianco è la Cassazione.
lunedì 23 aprile 2012
Proteina aumenta il colesterolo in presenza di parodontite
In presenza di una patologia a carico delle gengive, la proteina CD36 – coinvolta in alcuni processi infiammatori - mostra di aumentare in maniera significativa il rischio di insorgenza di placche nei vasi sanguigni.
A scoprirlo è una ricerca della Cleveland Clinic, che definisce meglio il ruolo della proteina CD36 in relazione allo sviluppo e all’aumento del colesterolo cattivo. La proteina, in particolare, ne aumenterebbe gli effetti negativi.
I ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti su modello murino, alimentando con cibi grassi alcune cavie infettate con il batterio che provoca la parodontite. I topi infettati mostravano un accumulo di placche nei vasi sanguigni molto maggiore rispetto agli animali nei quali il gene che produce la proteina CD36 era stato disattivato, nonostante condividessero le altre condizioni di base, ovvero l’infezione e la sovralimentazione.
Lo studio è stato presentato nel corso di un convegno organizzato dall’American Heart Association e tenutosi a Chicago.
A scoprirlo è una ricerca della Cleveland Clinic, che definisce meglio il ruolo della proteina CD36 in relazione allo sviluppo e all’aumento del colesterolo cattivo. La proteina, in particolare, ne aumenterebbe gli effetti negativi.
I ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti su modello murino, alimentando con cibi grassi alcune cavie infettate con il batterio che provoca la parodontite. I topi infettati mostravano un accumulo di placche nei vasi sanguigni molto maggiore rispetto agli animali nei quali il gene che produce la proteina CD36 era stato disattivato, nonostante condividessero le altre condizioni di base, ovvero l’infezione e la sovralimentazione.
Lo studio è stato presentato nel corso di un convegno organizzato dall’American Heart Association e tenutosi a Chicago.
C’era una volta il diritto alla salute
Ticket, tagli nei trasferimenti alle regioni, drastica riduzione dei servizi agli anziani e all’infanzia. Il rapporto “Osservasalute” documenta l’agonia del Servizio Sanitario Nazionale. Che sconteremo sulla nostra pelle.
E pensare che il nostro era tra i migliori Servizi sanitari del mondo. Che gli italiani svettano nelle classifiche internazionali per lunghezza della vita e della vita libera da malattie. Che ci venivano dall’estero a vedere com’era bello ed equo il nostro servizio (anche se con le consuete disparità ben note, con i picchi alti in Emilia-Romagna e Toscana e quelli più bassi in Campania o in Calabria). Piange il cuore a vedere che politici (e professori) incompetenti, rapaci e troppo ricchi per capirne il valore lo stiano uccidendo. Ed eravamo stati facili profeti noi de “L’Espresso” con la nostra cover story “Ci tagliano la salute” (numero 20 del 2011). Avevamo fatto un po’ di conti e scoperto che, nonostante i mille proclami, c’erano sempre meno soldi per il servizio sanitario pubblico. Così è stato. Oggi il rapporto della Cattolica “Osservasalute” dà conto dello scempio avvenuto.
E pensare che il nostro era tra i migliori Servizi sanitari del mondo. Che gli italiani svettano nelle classifiche internazionali per lunghezza della vita e della vita libera da malattie. Che ci venivano dall’estero a vedere com’era bello ed equo il nostro servizio (anche se con le consuete disparità ben note, con i picchi alti in Emilia-Romagna e Toscana e quelli più bassi in Campania o in Calabria). Piange il cuore a vedere che politici (e professori) incompetenti, rapaci e troppo ricchi per capirne il valore lo stiano uccidendo. Ed eravamo stati facili profeti noi de “L’Espresso” con la nostra cover story “Ci tagliano la salute” (numero 20 del 2011). Avevamo fatto un po’ di conti e scoperto che, nonostante i mille proclami, c’erano sempre meno soldi per il servizio sanitario pubblico. Così è stato. Oggi il rapporto della Cattolica “Osservasalute” dà conto dello scempio avvenuto.
Vi si legge di come la crisi impatta sulla qualità dell’alimentazione degli italiani. Di come, storicamente, in tempi di crisi aumentano le malattie mentali ( e già lo psichiatra veronese Michele Tansella lo aveva scritto sul nostro giornale del 29-03-2012, “Se la crisi batte in testa”). Ma, soprattutto, vi si legge chiaramente che i soldi per il Ssn sono sempre meno. E sempre meno saranno: «è stimato in 17 miliardi di euro nel 2015 il gap cumulato totale tra le risorse necessarie per coprire i bisogni sanitari dei cittadini e i soldi pubblici, che presumibilmente il SSN avrà a disposizione».
A rimetterci è in primo luogo la prevenzione: le regioni alle corde limitano gli screening contro i tumori, tagliano i fondi alle attività che frenano infarti e ictus, e così via. Ne moriremo? Penso di sì. Ma non solo: a rimetterci sono poi gli anziani. Meno residenze assistite convenzionate vuol dire più vecchietti in carico alle famiglie o abbandonati. Meno fondi all’assistenza domicialiare vuol dire chiaramente che chi non ha i soldi muore prima.
Sento già i soliti scemi tirar fuori il discorso degli sprechi in sanità che di certo ci sono, ma a me sembra miope usarli per fornire argomenti a chi vorrebbe smantellare il Ssn e sostituirlo con cliniche private e assicurazioni sanitarie. Mi piacerebbe invece che si identificassero con precisione millimetrica e si eliminassero, come in gran parte si è fatto in alcune regioni. Come mi piacerebbe che andassero in galera tutti quelli che lucrano sui soldi pubblici destinati alla salute degli italiani. Perché sono convinta che sprechi e ruberie sono solo effetti collaterali della migliore delle cure possibili, il sistema sanitario universale (ovvero per tutti).
E poi, anche se non si condivide il mio entusiasmo per il ssn, resta il fatto inoppugnabile che la crescita della spesa sanitaria pubblica in Ialia è molto al sotto della media della Ue a 15. Insomma: per mantenere la gente in salute servono soldi e ne servono sempre di più perché le nostre popolazioni invecchiano (e non solo per questo). Gli altri paesi europei lo riconoscono, l’Italia no. E c’è da scommettere che tra qualche anno le statistiche di mortalità e morbilità lo rileveranno contando morti e feriti sul campo.
Consulenza conferma pericolosità delle protesi PIP
Il consulente tecnico della Procura di Torino, incaricato di analizzare le protesi al seno prodotte dalla ditta francese Pip, ha confermato i risultati delle analisi svolte dalla Afssaps (agenzia pubblica francese che certifica la sicurezza dei prodotti sanitari), che aveva stabilito che le protesi Pip sono pericolose per la salute.
Liste d'attesa, 'trasparenti' in 1 Asl su 2. Puglia maglia nera
(ASCA) - Roma, 23 apr - Da alcuni anni le Asl hanno preso a pubblicare online, in modo accessibile agli utenti, le liste d'attesa per le prestazioni da loro erogate. Ma al 2011 solo il 57% delle Asl offre questo servizio di trasparenza. Lo riferisce il Rapporto Osservasalute.
Di tutte le regioni maglia nera e' la Puglia per la quale solo una delle sue 7 Asl (14%) pubblica le liste; segue il Lazio dove le Asl trasparenti sono 2 su 12 (17%): Regioni virtuose sono la Lombardia in cui tutte le 15 Asl pubblicano online le attese (100%), il Friuli (6 Asl, 100%), Bolzano (4 Asl 100%), Val d'Aosta (1 Asl 100%), Trento (1 Asl 100%) e Molise (1 Asl 100%).
Quanto agli ospedali, emerge che nel 2011 solo il 44% di tutte le Aziende Osedaliere italiane pubblica online i dati sulle attese. I dati maggiori si osservano, a pari merito, in Piemonte e Friuli Venezia Giulia (100%), Lombardia (62%) e Veneto (50%). Per il Sud e le Isole, il dato migliore e' quello della Sicilia (50%). E' rilevante la situazione di molte regioni meridionali nelle quali le AO non utilizzano il web per pubblicare i propri dati. (Agenzia di Stampa Asca)
E quante cliniche private convenzionate pubblicano i tempi d'attesa?? Quasi zero!! Le regioni dovrebbero sanzionare pubblici e privati che non adottano la trasparenza imposta per legge.
Di tutte le regioni maglia nera e' la Puglia per la quale solo una delle sue 7 Asl (14%) pubblica le liste; segue il Lazio dove le Asl trasparenti sono 2 su 12 (17%): Regioni virtuose sono la Lombardia in cui tutte le 15 Asl pubblicano online le attese (100%), il Friuli (6 Asl, 100%), Bolzano (4 Asl 100%), Val d'Aosta (1 Asl 100%), Trento (1 Asl 100%) e Molise (1 Asl 100%).
Quanto agli ospedali, emerge che nel 2011 solo il 44% di tutte le Aziende Osedaliere italiane pubblica online i dati sulle attese. I dati maggiori si osservano, a pari merito, in Piemonte e Friuli Venezia Giulia (100%), Lombardia (62%) e Veneto (50%). Per il Sud e le Isole, il dato migliore e' quello della Sicilia (50%). E' rilevante la situazione di molte regioni meridionali nelle quali le AO non utilizzano il web per pubblicare i propri dati. (Agenzia di Stampa Asca)
E quante cliniche private convenzionate pubblicano i tempi d'attesa?? Quasi zero!! Le regioni dovrebbero sanzionare pubblici e privati che non adottano la trasparenza imposta per legge.
domenica 22 aprile 2012
Fegato e reni a rischio con troppe proteine
L’eccesso di proteine può mettere a rischio il fegato e i reni. L’allarme arriva da un’indagine nutrizionale dell’INRAN condotta recentemente, che ha messo in evidenza come il consumo di proteine in Italia (1,2 grammi al giorno per chilogrammo corporeo) sia superiore a quanto previsto dagli organi istituzionali e internazionali (Oms), che suggeriscono 1 grammo al chilo al giorno.
I dietisti italiani invitano perciò a stare in guardia da regimi alimentari iperproteici, come ad esempio per aumentare la propria massa muscolare o la dieta Dukan, salita agli onori della cronaca dopo le dichiarazioni di Kate Middleton, tuttavia ripudiata da lei stessa a distanza di qualche mese. (medicinalive)
Prove di democrazia diretta
“Si tratta di un’iniziativa di democrazia diretta – ha spiegato Marco Bosi, capolista del Movimento 5 stelle a Parma – troppo spesso nella politica italiana a governare finiscono persone incompetenti e non qualificate a svolgere l’incarico per il quale sono state nominate. A Parma, per risolvere i problemi della città, crediamo invece che ci sia bisogno di assessori capaci. Questo sistema – ha aggiunto Bosi – nelle aziende, nel mercato del lavoro, funziona da sempre. I dipendenti vengono selezionati, ai colloqui, per il loro merito e non perché fanno parte di un gruppo”.
Mafia a Salemi, Sgarbi "responsabile" L'accusa nella relazione del Viminale
Nell’infiltrazione mafiosa nel Comune di Salemi “il sindaco ha precise responsabilità”. Il sindaco è Vittorio Sgarbi, critico d’arte, polemista televisivo, politico ed ex onorevole di area berlusconiana. E a scrivere questo atto d’accusa è il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, nella relazione sullo scioglimento dell’amministrazione della cittadina in provincia di Trapani. “Ritardi e inerzie nell’assegnazione e gestione dei beni confiscati, formazione degli atti fuori dalle sedi istituzionali, libera determinazione fortemente ostacolata, applicazione di facciata dei protocolli di legalità”. Tutto a favore dei voleri delle cosche mafiose locali. Un’amministrazione controllata da un ex sorvegliato speciale, l’ex deputato regionale della Dc, l’andreottiano Pino Giammarinaro. “Puparo e regista nemmeno tanto occulto” di Rino Giacalone (Il Fatto)
I fenicotteri sono salvi
articolo di Maria Ferdinanda Piva per Byoblu.com
A volte parlare e scrivere delle cose è utile. I Moratti non potranno trivellare il paradiso, come avevamo denunciato su questo blog il 21 marzo scorso. Non subito e non così facilmente, almeno.La strada della perforazione ora è sbarrata da un ostacolo mica da ridere: la procedura di Via prevede il coinvolgimento delle comunità locali e, ad Arborea, è nato un comitato contro il pozzo. La sua filosofia è “prevenire gli effetti negativi legati alla realizzazione dei progetti” (ovvero: consentire di fare solo le cose che non causano danni). La sua stella polare è “la dissociazione tra la crescita economica e il suo impatto ambientale, il rispetto di condizioni di stabilità ecologica, la salvaguardia della biodiversità”.
Significa, stringi stringi, che il business non può avvenire a spese dell'ambiente. I fenicotteri, a questo punto, non dovrebbero più avere nulla da temere. E neppure i sardi, che al 98% bevono il latte vaccino proveniente proprio da Arborea.
Muore al pronto soccorso del Papardo tra forti dolori, in attesa di visita, indagano i Carabinieri
Al pronto soccorso sono giunti alle 4,20. Secondo quanto indicato nella denuncia hanno spiegato la situazione al personale addetto al servizio di ricezione ma sono stati invitati ad attendere.
Un’attesa di circa mezz’ora in sala d’aspetto fra dolori lancinanti e richieste di soccorso. Quando non ce l’ha fatta più si è accasciato su se stesso sotto gli occhi del padre. Così è morto, secondo il racconto dei familiari Daniele Santamaria, ex guardia giurata, disoccupato, che stamattina si è recato al pronto soccorso del Papardo dopo aver accusato dolori ad un braccio e ad una spalla. La moglie oggi stesso ha presentato una denuncia ai Carabinieri della Compagnia Messina centro.
Per l'Ospedale Papardo replica il direttore di presidio Francesca Parrinello dichiarando che "Il paziente ha atteso solo 10 minuti prima di essere ricevuto. I medici hanno valutato il caso come codice verde, non ritenendolo grave. I sanitari dopo il malore hanno provato invano a rianimarlo"
Dichiarazioni stucchevoli. Evidente che il codice verde assegnato era assolutamente errato ed ogni minuto è andato sprecato, bisogna ammetterlo. I familiari insistono che l'attesa è durata oltre 30 minuti e la sfrontata difesa della Parrinello diventa poco credibile.
Leggi gli aggiornamenti....
Un’attesa di circa mezz’ora in sala d’aspetto fra dolori lancinanti e richieste di soccorso. Quando non ce l’ha fatta più si è accasciato su se stesso sotto gli occhi del padre. Così è morto, secondo il racconto dei familiari Daniele Santamaria, ex guardia giurata, disoccupato, che stamattina si è recato al pronto soccorso del Papardo dopo aver accusato dolori ad un braccio e ad una spalla. La moglie oggi stesso ha presentato una denuncia ai Carabinieri della Compagnia Messina centro.
Per l'Ospedale Papardo replica il direttore di presidio Francesca Parrinello dichiarando che "Il paziente ha atteso solo 10 minuti prima di essere ricevuto. I medici hanno valutato il caso come codice verde, non ritenendolo grave. I sanitari dopo il malore hanno provato invano a rianimarlo"
Dichiarazioni stucchevoli. Evidente che il codice verde assegnato era assolutamente errato ed ogni minuto è andato sprecato, bisogna ammetterlo. I familiari insistono che l'attesa è durata oltre 30 minuti e la sfrontata difesa della Parrinello diventa poco credibile.
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sabato 21 aprile 2012
Sinusite: antibiotici solo quando è severa
Dopo una revisione dei risultati delle metanalisi degli ultimi dieci anni, la conclusione è che gli antibiotici non andrebbero prescritti per sinusiti da lievi a moderate nel corso della prima settimana di malattia: evitare gli antibiotici ridurrebbe gli effetti avversi legati a questi farmaci, l’antibioticoresistenza e i costi dell’assistenza. Gli antibiotici andrebbero prescritti solo in presenza di segni di sinusite severa.
L'Assessore alla Salute siciliana Russo e i migliori direttori
"Concordo sull'idea di selezionare i migliori professionisti - spiega Russo al 2° convegno nazionale dell'Academy of Healthcare Management and Economics- ma si deve diventare direttori generali non per concorso, bensì per scelta politica. Perchè è la politica che ci deve mettere la faccia." Va bene. Allora quando arrivano gli scandali e si scoprono direttori corrotti, che operano solo a fini di tutelare interessi di alcuni, lo stesso assessore dovrebbe prendersi tutta la responsabilità e se il caso dimettersi.
L'assessore consolida l'affermazione: "la politica sanitaria deve, infatti, essere realizzata da una persona di mia fiducia, ma la scelta deve avvenire tra i migliori''. Conclude con auspici senza assumere veri impegni: "albi nazionali per i top manager della sanità e non ho nulla in contrario ad una maggiore mobilità dei direttori, quindi a scegliere per Asl e ospedali direttori provenienti da altre regioni, se sono i migliori".
Questi direttori generali da lui scelti sarebbero dunque i migliori??? Difficile capire come Poli possa farne parte. Tanto per fare un esempio. Non sarà poi un giro di valzer regionale a farli diventare migliori.
L'assessore consolida l'affermazione: "la politica sanitaria deve, infatti, essere realizzata da una persona di mia fiducia, ma la scelta deve avvenire tra i migliori''. Conclude con auspici senza assumere veri impegni: "albi nazionali per i top manager della sanità e non ho nulla in contrario ad una maggiore mobilità dei direttori, quindi a scegliere per Asl e ospedali direttori provenienti da altre regioni, se sono i migliori".
Questi direttori generali da lui scelti sarebbero dunque i migliori??? Difficile capire come Poli possa farne parte. Tanto per fare un esempio. Non sarà poi un giro di valzer regionale a farli diventare migliori.
Tangenti AIAS Messina: mazzette su disabili, chiesto processo
Il sostituto della Dda di Messina ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex assessore regionale alla Sanità, Sebastiano Sanzarello, originario di Mistretta (ME): secondo l’accusa, avrebbe incassato oltre un miliardo di vecchie lire di tangenti dall”Aias’, l’ente di assistenza disabili di Barcellona Pozzo di Gotto, in cambio di finanziamenti o contribuiti regionali. A pagare le tangenti, secondo l’accusa, sarebbero stati i dirigenti dell”Aias’, commissariato dopo essere finito in dissesto nel 2010. (ANSA).
Sanità in Lombardia: “Ai privati 176 milioni in 3 anni, 84 finiti a S. Raffaele e Maugeri”
I dati diffusi dal consigliere regionale del Pd Alessandro Alfieri. A disporre i finanziamenti la cosiddetta "legge Daccò", il faccendiere arrestato che per tre anni ha pagato un resort di lusso a Formigoni. A partire dall'anno in cui è stata varata la legge regionale: nel 2008 i due istituti hanno ricevuto 33 milioni su 5Milioni di euro pubblici per finanziare miglioramenti alle strutture sanitarie private della Lombardia. È questo lo scopo della “legge Daccò”, così ribattezzata dal nome del lobbista ciellino solito a ospitare sul suo yacht il governatore Roberto Formigoni. E passare con lui vacanze da sogno in resort caraibici extra lusso. Una legge regionale che in tre anni, dal 2008 al 2010, ha assegnato 176 milioni di euro e 84 – quasi metà – hanno avuto come destinatari la Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor e la Fondazione Salvatore Maugeri. Proprio le due istituzioni da cui Pierangelo Daccò, secondo i magistrati, ha ricevuto denaro (poi trasformato in fondi neri) al centro dell’inchiesta della procura di Milano sulla sanità lombarda.
venerdì 20 aprile 2012
Incentivi per termovalorizzatori
Visto che c'è crisi, siete pronti ad aiutare concretamente i proprietari di cementifici e impianti industriali? Aiutarli coi vostri sempre più scarsi e sudati quattrini, sia chiaro! No, perchè questo è il senso del decreto annunciato dal ministro dell'ambiente Clini per permettere di bruciare nei loro impianti i cosiddetti CCS, alias “combustibili solidi secondari”, alias monnezza. Non è solo una questione di ambiente e di salute: è anche una questione di soldi. Di soldi nostri che prendono il volo.
La faccenda dell'ambiente e della salute, sia chiaro, non è affatto secondaria, ma riguarda solo (si fa per dire) chi vive in prossimità degli impianti. Così almeno risulta da uno studio pubblicato pochi giorni fa dall'Arpa Toscana (l'agenzia regionale per la protezione ambientale, non un comitato civico di attivisti) secondo il quale coloro che abitano vicino agli inceneritori di Forlì, e in particolare le donne, si ammalano più frequentemente di cancro. Bazzecole per pochi sfigati. Ma la faccenda dei soldi invece no: quella riguarda tutti.articolo di Maria Ferdinanda Piva per Byoblu.com
Sanità: Ministero sospende oncologia Policlinico Palermo
Sanità: Ministero sospende oncologia Policlinico Palermo: Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, e l’assessore alla Sanità della Regione siciliana, Massimo Russo, hanno disposto la sospensione temporanea delle attività dell’Unità operativa complessa di oncologia medica del Policlinico ”Giaccone” di Palermo. La decisione è stata assunta in seguito ai risultati dell’ispezione congiunta del Ministero e della Regione, effettuata nel reparto dopo il decesso, nel dicembre scorso, di una paziente per un errore nella chemioterapia. (Ansa.it)
Antitrust: multa all’Oréal per la pubblicità Dercos, “- 72% caduta capelli”, tutto falso.
Per il Garante è ingannevole, ingenera “nei consumatori falsi affidamenti circa l’efficacia del prodotto”. Si tratta di “destinatari particolarmente vulnerabili in conseguenza dello stato patologico in cui si trovano, ragion per cui si richiede una valutazione rigorosa circa la veridicita’, trasparenza e correttezza dei messaggi pubblicitari veicolati dagli operatori del settore”
L’Antitrust multa L’Oréal Italia per 200mila euro per pratiche commerciali scorrette relativamente a un prodotto a marchio Dercos contro la caduta dei capelli. Un prodotto che si presentava rivoluzionario, in grado di fermare la caduta dei capelli con una percentuale di successo elevatissima (-72%). Spiega infatti l’Autorità Antitrust: “Dalle evidenze istruttorie e, in particolare, dalla documentazione e dalle informazioni rese dallo stesso professionista, è emerso invece il contesto limitato e specifico all’interno del quale il prodotto appare produrre effetti, vale a dire che si tratta di un prodotto con una valenza meramente cosmetica e, quindi, efficace solo sulla caduta dei capelli di tipo temporaneo e di entità lieve o moderata. In particolare, in risposta all’onere della prova il professionista ha depositato uno studio condotto soltanto su soggetti affetti da una caduta di capelli “lieve o moderata” e non con riferimento a casi di manifestazioni patologiche di alopecia e/o di diradamento abbondante o grave”.
L’Antitrust multa L’Oréal Italia per 200mila euro per pratiche commerciali scorrette relativamente a un prodotto a marchio Dercos contro la caduta dei capelli. Un prodotto che si presentava rivoluzionario, in grado di fermare la caduta dei capelli con una percentuale di successo elevatissima (-72%). Spiega infatti l’Autorità Antitrust: “Dalle evidenze istruttorie e, in particolare, dalla documentazione e dalle informazioni rese dallo stesso professionista, è emerso invece il contesto limitato e specifico all’interno del quale il prodotto appare produrre effetti, vale a dire che si tratta di un prodotto con una valenza meramente cosmetica e, quindi, efficace solo sulla caduta dei capelli di tipo temporaneo e di entità lieve o moderata. In particolare, in risposta all’onere della prova il professionista ha depositato uno studio condotto soltanto su soggetti affetti da una caduta di capelli “lieve o moderata” e non con riferimento a casi di manifestazioni patologiche di alopecia e/o di diradamento abbondante o grave”.
giovedì 19 aprile 2012
Scandalo Maugeri e le cliniche private di Formigoni
(di Daniela Minerva - l'Espresso)
Lo scandalo Maugeri palesa ancora una volta un sistema disumano dove i malati sono clienti e la sanità è un business. Con tanti soldi che finiscono chissà dove.
Il Governatore della Lombardia Roberto Formigoni scandisce davanti alle telecamere la sua versione dei fatti come fosse un mantra: «Da privati a privati». (Privati vero, ma i soldi li mette la regione!! ndr) E parla del vorticoso giro di milioni che passava per le mani di “privati”, appunto: il duo Simone-Daccò, gli uomini della Maugeri, e tutti quei figuri a mezza strada tra il Pirellone e il Lussemburgo protagonisti del nuovo scandalo che investe la sanità lombarda.Vuol dire che né a lui né ai politici è mai arrivato un euro. Non so se sia vero, ma certo molti euro sono a disposizione di quei “privati” che lui ha eletto attori primari del business primario, la sanità.
I migliori direttori generali della Sicilia
"Concordo sull'idea di selezionare i migliori professionisti - spiega Russo - ma si deve diventare direttori generali non per concorso, bensì per scelta politica. Perchè è la politica che ci deve mettere la faccia." Va bene, ma allora quando arrivano gli scandali e si scoprono DG corrotti che operano solo a fini di interessi di alcuni lo stesso assessore non ci mette tutta la Responsabilità che lo riguarda. Secondo l'assessore "la politica sanitaria deve infatti essere realizzata da una persona di mia fiducia, ma la scelta deve avvenire tra i migliori''.
"albi nazionali per i top manager della sanità - conclude - e non ho nulla in contrario ad una maggiore mobilità dei direttori, quindi a scegliere per asl e ospedali direttori provenienti da altre regioni, se sono i migliori".
Quelli da lui scelti sarebbero i migliori?????? Difficile capire come Poli possa farne parte, tanto per fare un esempio. Non sarà certo un giro di valzer regionale a farli promuovere.
"albi nazionali per i top manager della sanità - conclude - e non ho nulla in contrario ad una maggiore mobilità dei direttori, quindi a scegliere per asl e ospedali direttori provenienti da altre regioni, se sono i migliori".
Quelli da lui scelti sarebbero i migliori?????? Difficile capire come Poli possa farne parte, tanto per fare un esempio. Non sarà certo un giro di valzer regionale a farli promuovere.
Ministero dell'Ambiente diffida raffineria Milazzo contro sostanze tossiche e cancerogene
Palermo, 19 apr.- (Adnkronos) - Su proposta di Ispra e Arpa Sicilia, il Ministero dell'Ambiente ha diffidato la raffineria di Milazzo ad adempiere ad una serie di prescrizioni riguardanti l'abbattimento di sostanze maleodoranti e moleste (idrocarburi non metanici, mercaptani e disolfuri). Dovra' inoltre essere sviluppato, entro trenta giorni, uno studio di tutte le sorgenti emissive, causa di odori molesti e si dovra' produrre una relazione tecnica sugli interventi da attuare. Sono questi alcuni dei risultati dell'attivita' svolta dall'Agenzia regionale protezione dell'Ambiente nella zona di Milazzo e intensificata negli ultimi mesi.
A rischio il comizio di Grillo a Palermo. Negata la piazza. – Nuti: “Ci boicottano, hanno paura di noi”
Niente piazza Castelnuovo per il comizio-show di Beppe Grillo, previsto per il 29 aprile a Palermo. A pochi giorni dall’arrivo del popolare showman genovese, la Sovrintendenza sbarra la strada a militanti e simpatizzanti del Movimento Cinque Stelle e nega l’ok per l’allestimento del palco che ospiterà Grillo e numerosi artisti locali. “La piazza – dice Riccardo Nuti, candidato sindaco del Movimento Cinque Stelle – è stata concessa ad un’altra manifestazione per la quale non risulta nessuna richiesta al Comune, cosa che invece abbiamo regolarmente fatto noi. La trafila per ottenere il via libera prevede infatti la richiesta al Comune, che per dare il sì deve avere il nullaosta della Sovrintendenza e del gabinetto del sindaco. L’assurdo è che chi rispetta le regole veda sbattersi la porta in faccia e chi cerca le scorciatoie debba venire premiato».
Al movimento è stata proposta in alternativa una soluzione di ripiego, con il dirottamento del comico e del popolo a Cinque Stelle in una piazza vicina. Cosa che Nuti e compagni rifiutano categoricamente.
“E’ la terza volta che l’esibizione di Grillo viene spostata all’ultimo minuto. E’ già successo nel 2008 e nel 2009 e sempre all’ultimo momento, con la conseguenza che molti simpatizzanti sono rimasti spiazzati e hanno disertato giocoforza l’appuntamento. Questa volta, però, non ci daremo per vinti. La piazza deve essere concessa a chi ha le carte a posto. E al momento quelli siamo solo noi”.
L’ennesimo disco rosso sbattuto in faccia a Grillo, intanto, fa gridare al complotto gli attivisti del Movimento. Da nuovosoldo.net
Un grande Beppe Grillo in tour elettorale accusa la politica corrotta
Al movimento è stata proposta in alternativa una soluzione di ripiego, con il dirottamento del comico e del popolo a Cinque Stelle in una piazza vicina. Cosa che Nuti e compagni rifiutano categoricamente.
“E’ la terza volta che l’esibizione di Grillo viene spostata all’ultimo minuto. E’ già successo nel 2008 e nel 2009 e sempre all’ultimo momento, con la conseguenza che molti simpatizzanti sono rimasti spiazzati e hanno disertato giocoforza l’appuntamento. Questa volta, però, non ci daremo per vinti. La piazza deve essere concessa a chi ha le carte a posto. E al momento quelli siamo solo noi”.
L’ennesimo disco rosso sbattuto in faccia a Grillo, intanto, fa gridare al complotto gli attivisti del Movimento. Da nuovosoldo.net
Un grande Beppe Grillo in tour elettorale accusa la politica corrotta
Sei disoccupato? Paga il ticket. Poi dicono: è un refuso
I disoccupati pagheranno i ticket sanitari. Come in un bollettino di guerra ogni giorno arriva una qualche cattiva notizia, un perfezionamento dell’iniquità, un qualche nuovo pasticcio. Combinato per incompetenza o magari nel tentativo di far passare cose abominevoli. E sarà sempre peggio perché si sono presi con incredibile leggerezza impegni che non possono essere onorati se non con la recessione e anzi la distruzione del tessuto produttivo del Paese. Così lo spread rimane altissimo condannando i nostri conti pubblici e in più bisogna trovare i soldi per il fiscal compact e per il fondo salva stati. E a ogni raccolta di fondi raschiando il barile il dei diritti e delle speranze, il pil si abbassa rendendo necessari nuovi sacrifici. Non basta mai.
Ma questa cosa che i disoccupati, anche il 90% che l’Aspi non lo vedrà mai, visto che l’accesso a questo minimo sostegno riguarderà solo una piccola platea di persone, è qualcosa in più di un incidente o di una sobria carognata, è il segnale preciso che si vuole smantellare la sanità pubblica o il suo accesso gratuito. Non è l’entità della somma, anche se ormai i ticket sulle prestazioni specialistiche e sugli esami hanno raggiunto cifre consistenti, ma un principio che viene meno: quello che la salute è un diritto e non una concessione a pagamento da richiedere comunque anche a chi non può permetterselo.
Qualcosa che certamente non è nella sensibilità di questi tecnici del nulla che ormai cominciano ad essere spaventati da ciò che stanno combinando e , come nel caso dei ticket, fanno marcia indietro all’ultimo momento intraprendendo la strada delle bugie a raffica. Ma non sembra più esserlo nemmeno in quella della politica che ormai si è abbandonata al suo fallimento ideale oltre che ai suoi truogoli. Ma prima o poi anche i ticket vengono al pettine.
“Averla è facile”: il lavoro-merce avanza
“Averla è facile. Chiedimi come” La commessa obbligatoriamente in tacchi alti e minigonna deve appuntarsi questa spilla dal significato equivoco e, come se non bastasse, come se non fosse già sufficiente la volgare strizzata d’occhio, deve appiccicarsi un tvtb, in color fucsia, al petto. Accade alla Rinascente e la cosa da avere facilmente è un tessera fedeltà per i clienti, ma smerciata con una sfacciata improntitudine sessista.
A Firenze le commesse si stanno ribellando, mentre l’azienda tace. Anzi fa di peggio, parla. La responsabile dell’operazione, dice «Rimango stupita, non ho ricevuto nessuna protesta da altre parti d’Italia. Mi sembra pretestuosa, sono una donna anch’io ma non mi sarebbe mai venuto in mente. Comunque se la direttrice di Firenze me lo chiederà non avrò niente in contrario a ripensarci». Insomma la signora, che nientemeno è capo della comunicazione dell’azienda, non aveva afferrato l’ambiguità del messaggio. Caspita qui delle due l’una: o la signora è a quel posto per meriti che hanno molto a che vedere con la spilla essendo del tutto negata alla comunicazione, oppure ci troviamo di fronte all’ennesima tracotanza di un’azienda che ritiene il proprio personale una proprietà senza diritti.
Mi chiedo anche se una di queste commesse si rifiutasse di portare la spilla cosa succederebbe. Probabilmente verrebbe licenziata su due gambe e visto che si vuole distruggere il concetto stesso di giusta causa, dal momento che non si può far valere un minimo di dignità e non possono essere posti argini alla libertà delle aziende. In molte delle quali si pratica la filosofia della spilletta anche in entrata. E naturalmente la ministra Fornero, così sollecita a fare vacui discorsi di genere, ora che avrebbe l’occasione di parlare, tace. Ma questa è la filosofia di governo: senza diritti tutti sono in vendita. E’ facile e non c’è nemmeno bisogno di chiedere come.
Ecco il mondo che stiamo preparando e che non riguarda affatto il genere, anche se in certi casi esso diventa una facile spia: il mondo in cui ogni cosa è merce.
A Firenze le commesse si stanno ribellando, mentre l’azienda tace. Anzi fa di peggio, parla. La responsabile dell’operazione, dice «Rimango stupita, non ho ricevuto nessuna protesta da altre parti d’Italia. Mi sembra pretestuosa, sono una donna anch’io ma non mi sarebbe mai venuto in mente. Comunque se la direttrice di Firenze me lo chiederà non avrò niente in contrario a ripensarci». Insomma la signora, che nientemeno è capo della comunicazione dell’azienda, non aveva afferrato l’ambiguità del messaggio. Caspita qui delle due l’una: o la signora è a quel posto per meriti che hanno molto a che vedere con la spilla essendo del tutto negata alla comunicazione, oppure ci troviamo di fronte all’ennesima tracotanza di un’azienda che ritiene il proprio personale una proprietà senza diritti.
Mi chiedo anche se una di queste commesse si rifiutasse di portare la spilla cosa succederebbe. Probabilmente verrebbe licenziata su due gambe e visto che si vuole distruggere il concetto stesso di giusta causa, dal momento che non si può far valere un minimo di dignità e non possono essere posti argini alla libertà delle aziende. In molte delle quali si pratica la filosofia della spilletta anche in entrata. E naturalmente la ministra Fornero, così sollecita a fare vacui discorsi di genere, ora che avrebbe l’occasione di parlare, tace. Ma questa è la filosofia di governo: senza diritti tutti sono in vendita. E’ facile e non c’è nemmeno bisogno di chiedere come.
Ecco il mondo che stiamo preparando e che non riguarda affatto il genere, anche se in certi casi esso diventa una facile spia: il mondo in cui ogni cosa è merce.
Balduzzi firma decreto, 220 farmaci in vendita fuori dalle farmacie
Il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha firmato ieri, nel rispetto del termine di 120 giorni previsto dalla legge, il decreto che dà attuazione a quanto previsto dall’art. 32 del decreto-legge ”Salva-Italia” (n. 101/2011) sul regime di vendita dei medicinali appartenenti alla classe C, cioè a totale carico del cittadino. Il provvedimento, che è stato adottato a seguito delle valutazioni tecniche compiute dall’AIFA (Agenzia italiana del farmaco), prende in considerazione tutti i medicinali di classe C finora vendibili soltanto dietro presentazione di ricetta medica.
Tutti a Roma in bicicletta il 28 per campagna mondiale “Salvaiciclisti”
Appuntamento a Roma, il 28 aprile, per la campagna mondiale “Salvaiciclisti”.
A partire dalle 15, in contemporanea con Londra, si svolge la manifestazione che aderisce alla campagna internazionale “Cities for Fit Cycling” lanciata dal ‘Times’ di Londra in seguito a un grave incidente stradale che ha coinvolto una giornalista del quotidiano britannico mentre stava andando in redazione in bicicletta.
In Italia la campagna è stata ripresa da 34 cicloblogger, che hanno trasformato “Salvaiciclisti”, via social media, in un’iniziativa virale, a cui hanno aderito finora migliaia di cittadini, tanti personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, da Jovanotti a Margherita Hack, e anche diversi sindaci di piccoli centri e grandi città nonché diverse amministrazioni provinciali, come quella di Roma.
A partire dalle 15, in contemporanea con Londra, si svolge la manifestazione che aderisce alla campagna internazionale “Cities for Fit Cycling” lanciata dal ‘Times’ di Londra in seguito a un grave incidente stradale che ha coinvolto una giornalista del quotidiano britannico mentre stava andando in redazione in bicicletta.
In Italia la campagna è stata ripresa da 34 cicloblogger, che hanno trasformato “Salvaiciclisti”, via social media, in un’iniziativa virale, a cui hanno aderito finora migliaia di cittadini, tanti personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, da Jovanotti a Margherita Hack, e anche diversi sindaci di piccoli centri e grandi città nonché diverse amministrazioni provinciali, come quella di Roma.
Asp5 di Messina: assistito in colera aggredisce anche i Carabinieri.
Negli uffici dell’Asp di Pistunina un assistito in collera blocca il normale lavoro. Intervenuti i Carabinieri su richiesta dei dipendenti dell’azienda sanitaria provinciale.
Salvatore Tamagno, 38 anni intorno alle 11 di ieri, dopo essersi presentato presso gli uffici dell’ASP5 di Pistunina (ME) per il rilascio della documentazione per un proprio congiunto, è andato in escandescenza. Quando i militari sono arrivati negli uffici, hanno trovato Tamagno in preda all'ira. Nonostante gli inviti alla calma Tamagno si è scagliato contro i Carabinieri colpendoli più volte, riuscendo a divincolarsi e fuggire. Poi raggiunto da una volante è stato arrestato per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale ed interruzione di pubblico servizio.
Salvatore Tamagno, 38 anni intorno alle 11 di ieri, dopo essersi presentato presso gli uffici dell’ASP5 di Pistunina (ME) per il rilascio della documentazione per un proprio congiunto, è andato in escandescenza. Quando i militari sono arrivati negli uffici, hanno trovato Tamagno in preda all'ira. Nonostante gli inviti alla calma Tamagno si è scagliato contro i Carabinieri colpendoli più volte, riuscendo a divincolarsi e fuggire. Poi raggiunto da una volante è stato arrestato per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale ed interruzione di pubblico servizio.
Commissione antimafia europea: Sonia Alfano nominata presidente. Uno dei suoi quattro vice sarà l’altro siciliano Rosario Crocetta
STRASBURGO - È l’eurodeputata Sonia Alfano (Idv) la presidente della Commissione speciale “antimafia” (Crim) del Parlamento europeo che si è costituita ufficialmente ieri a Strasburgo. Siciliani anche uno dei quattro vicepresidenti, Rosario Crocetta (Pd), e il relatore Salvatore Iacolino (PdL). Gli altri vicepresidenti sono il verde portoghese Tavares, il conservatore britannico Kirkhope ed il danese della Sinistra unita Soendergaard. Tutte le nomine sono state fatte all’unanimità dei 45 membri della Commissione contro criminalità organizzata, corruzione e riciclaggio.
Il mandato della Crim avrà la durata di un anno, rinnovabile per una volta. L’obiettivo è quello di predisporre un piano di contrasto a livello europeo, con la previsione di un testo unico antimafia puntando in particolare ad aggredire i patrimoni criminali e contrastare corruzione e riciclaggio. L’elezione, secondo la Alfano, è «una chiara manifestazione di volontà del Parlamento per l’attuazione della politica antimafia europea». Dal canto suo, il capogruppo PdL, Mario Mauro, ha affermato che l’istituzione della Crim «riconosce il carattere transnazionale del crimine organizzato». «Siamo certi – ha aggiunto – che il riconoscimento del modello italiano, che ha permesso di ottenere risultati senza precedenti durante il governo Berlusconi, consentirà anche in Europa un intervento organico sull’aggressione ai patrimoni della criminalità organizzata».
Il mandato della Crim avrà la durata di un anno, rinnovabile per una volta. L’obiettivo è quello di predisporre un piano di contrasto a livello europeo, con la previsione di un testo unico antimafia puntando in particolare ad aggredire i patrimoni criminali e contrastare corruzione e riciclaggio. L’elezione, secondo la Alfano, è «una chiara manifestazione di volontà del Parlamento per l’attuazione della politica antimafia europea». Dal canto suo, il capogruppo PdL, Mario Mauro, ha affermato che l’istituzione della Crim «riconosce il carattere transnazionale del crimine organizzato». «Siamo certi – ha aggiunto – che il riconoscimento del modello italiano, che ha permesso di ottenere risultati senza precedenti durante il governo Berlusconi, consentirà anche in Europa un intervento organico sull’aggressione ai patrimoni della criminalità organizzata».
mercoledì 18 aprile 2012
Le cooperative che lavorano per Esselunga, dove è vietato scioperare
Safra è un consorzio di cooperative che lavora nei magazzini di Esselunga. Con loro 200 stranieri. Alcuni dipendenti sei mesi fa hanno deciso di protestare contro carichi di lavoro e orari ritenuti insostenibili. Il consorzio ha risposto sospendendo i rappresentanti sindacali e licenziando 25 dipendenti. "Nei fatti c`è il caporalato. Con ricatti e minacce abbassano il costo del lavoro".
Studenti in gita alla base Nato che arricchì la camorra
Scuole italiane sempre più armate e militarizzate. Incontri e lezioni in classe con generali ed ammiragli, gemellaggi con i college per i figli dei militari Usa, attività didattiche sponsorizzate da forze armate e Finmeccanica, visite guidate a caserme e basi navali. L’educazione alla guerra è ormai una delle materie più gettonate dai licei, ma nessuno avrebbe mai immaginato che una delle basi radar ad alto impatto elettromagnetico, oggetto degli appetiti della camorra, sarebbe divenuta la meta delle gite primaverili di centinaia di studenti campani. A Giugliano (Napoli), grazie ad un accordo tra il sindaco Giovanni Pianese, l’assessora alla pubblica istruzione Angela Rispo ed il comandante del 22° Gruppo Radar dell’Aeronautica militare (GRAM) Sergio Cannas, i cancelli della stazione radar di Licola verranno aperti per tutto aprile agli studenti delle scuole secondarie di 2° grado del comune. “La convenzione – spiega il sindaco - prevede la realizzazione di una visita guidata gratuita per i ragazzi frequentanti l’ultimo anno presso la struttura che, sebbene poco nota, costituisce un’eccellenza nell’organizzazione della Difesa Aerea Nazionale”. Complessivamente saranno circa 250 i ragazzi di Giugliano che raggiungeranno la base con bus messi a disposizione dai militari. - INCHIESTA DI ANTONIO MAZZEO
martedì 17 aprile 2012
Il Governo tassa il junk food. Balduzzi: “Prima la salute, poi la cassa”
In arrivo tasse anche per le merendine e il cosiddetto Junk Food, il cibo spazzatura ricco di grassi che alimenta ancor di più il problema dell’obesità che colpisce la maggior parte degli occidentali.
Incentivi per termovalorizzatori
Visto che c'è crisi, siete pronti ad aiutare concretamente i proprietari di cementifici e impianti industriali? Aiutarli coi vostri sempre più scarsi e sudati quattrini, sia chiaro! No, perchè questo è il senso del decreto annunciato dal ministro dell'ambiente Clini per permettere di bruciare nei loro impianti i cosiddetti CCS, alias “combustibili solidi secondari”, alias monnezza. Non è solo una questione di ambiente e di salute: è anche una questione di soldi. Di soldi nostri che prendono il volo.
La faccenda dell'ambiente e della salute, sia chiaro, non è affatto secondaria, ma riguarda solo (si fa per dire) chi vive in prossimità degli impianti. Così almeno risulta da uno studio pubblicato pochi giorni fa dall'Arpa Toscana (l'agenzia regionale per la protezione ambientale, non un comitato civico di attivisti) secondo il quale coloro che abitano vicino agli inceneritori di Forlì, e in particolare le donne, si ammalano più frequentemente di cancro. Bazzecole per pochi sfigati. Ma la faccenda dei soldi invece no: quella riguarda tutti.articolo di Maria Ferdinanda Piva per Byoblu.com
Medici specializzandi in rivolta contro tassazione borsa di studio
Medici specializzandi in rivolta contro tassazione borsa di studio:
Lunedì 16 Aprile, i giovani medici in formazione specialistica del Policlinico di Messina “G.Martino” incroceranno le braccia e si riuniranno in assemblea permanente presso l’Aula del I piano della Torre Biologica.
A seguire la nota congiunta del Segretariato Italiano Giovani Medici (S.I.G.M.) e della Confederazione Nazionale delle Associazioni dei Medici Specializzandi (FederSpecializzandi):
Lunedì 16 Aprile, i giovani medici in formazione specialistica del Policlinico di Messina “G.Martino” incroceranno le braccia e si riuniranno in assemblea permanente presso l’Aula del I piano della Torre Biologica.
A seguire la nota congiunta del Segretariato Italiano Giovani Medici (S.I.G.M.) e della Confederazione Nazionale delle Associazioni dei Medici Specializzandi (FederSpecializzandi):
Palermo, le Fs convivono con la mafia Cantieri infiltrati, ma il metrò va avanti
L’impresa che ha in appalto i lavori della metropolitana di Palermo per oltre 600 milioni di euro è infiltrata dalla mafia? Niente paura, può continuare a scavare come se nulla fosse accaduto: rescindere totalmente il contratto costerebbe troppo, al committente e alla collettività, e sarebbe dunque “sconveniente”. E’ la tesi, assai singolare, di Rete Ferroviaria Italiana, che ha deciso di revocare solo una piccola parte dell’appalto, portandolo da poco più di 596 milioni di euro a 465 milioni - di Giuseppe Lo Bianco
Milazzo va al funerale dell'aria pulita «Città uccisa dall'inquinamento»
MESSINA – Centinaia di persone hanno sfilato oggi in corteo per le vie di Milazzo (Messina), nonostante la pioggia battente, per chiedere alle istituzioni la difesa della salute e la salvaguardia dell'ambiente, dopo le notizie sugli ultimi dati registrati dall’Arpa Sicilia che evidenziano nella zona continui superamenti dei valori di Pm 10 e la presenza di inquinanti. Alla manifestazione hanno partecipato numerose associazioni ambientaliste, sindaci dei paesi del comprensorio della Valle del Mela, studenti e semplici cittadini. Il corteo è stato organizzato dall’ Adasc, Associazione per la Difesa dell'Ambiente e della Salute dei Cittadini. (Corriere della Sera)
LA RIFLESSIONE di FABIO MAZZEO: “Il Moro”, che sapeva correre assieme al dolore
Morosini è la storia di un ragazzo che correva con la morte al suo fianco. Quella di Piermario è stata una di quelle storie che raccontata non ci credi e intanto, mentre lo dici che non ci credi, le lacrime ti riempiono gli occhi e ti bagnano il viso. Morosini ha sempre giocato a pallone. Anche mentre suo padre stava morendo per un male incurabile. Mario, lo chiamavano così, aveva 14 anni, che doveva fare se non continuare a correre per il suo sogno, anche perché gli allenatori gli dicevano che aveva talento, che lui poteva davvero sfondare. E così ha continuato a correre e giocare. Poi due anni dopo gli è morta la madre. Ma il nome di Morosini era già stampato sulle maglie dell’Atalanta, allora il miglior vivaio del calcio italiano. Lui aveva 16 anni e il suo allenatore gli disse di non fermarsi, di correre ancora, perché la mamma non c’era più ma il calciatore poteva essere il suo mestiere, anche per tenere in piedi la famiglia perché sì, c’era la famiglia anche senza papà e mamma. C’era una zia, che accudiva suo fratello e sua sorella, entrambi disabili. Col calcio “il Moro” ci sapeva fare e quando arrivò il primo contratto vero, con l’Udinese, arrivò anche la notizia che il fratello aveva deciso di farla finita, si era suicidato. Fu allora che Morosini confidò: “Non capisco perché questo dolore tutto per me. Non lo capisco e mi fa ancora più male”. Ma non si fermò. Il dolore correva con lui, un peso in più inseguendo il pallone. Sei anni in giro per l’Italia. Ritiro, allenamenti, nazionale Under 21, grandi speranze. Si, grandi speranze nonostante il dolore. E poi Anna, la sua ragazza, i progetti di una vita “perché la vita va avanti –diceva - non posso fermarmi”. Oggi l’autopsia non ha detto perché la vita lo ha fermato. Arresto cardiaco, d’accordo. Tutti ci fermiamo per quello. Cosa lo abbia determinato non si sa, l’autopsia non ha rilevato cause eclatanti. Tra una settimana il referto, giovedì il funerale. E in mezzo mille dubbi. Perché non si capisce un calcio milionario che non si attrezza di defibrillatori nei campi. Costano meno di duemila euro e per usarli correttamente basta un corso di sei ore. Lo avrebbe salvato?
Vaccino trivalente causa autismo?
Il vaccino per il morbillo sarebbe la causa della Sindrome di Kanner, meglio nota come: autismo. Questa la sentenza emessa un mese fa dal Tribunale di Rimini che ha condannato il ministero della Salute a risarcire la famiglia del piccolo B.V., riconoscendo un nesso di causalità tra il classico vaccino trivalente (contro morbillo, parotite e rosolia) a cui venne sottoposto nel 2004 e l’autismo insorto successivamente. Ed è immediato lo scontro fra giustizia e medicina.
Insorge la comunità medica: "Ci si è rifatti ad un articolo del '98 pubblicato sulla rivista Lancet e ritrattato dodici anni dopo dai suoi autori", spiegano dal board scientifico di sanità pubblica Calendario Vaccinale della Vita, "così si rischia solo di perdere fiducia in uno strumento preventivo per la salute dei bimbi e di tutta la popolazione"
Insorge la comunità medica: "Ci si è rifatti ad un articolo del '98 pubblicato sulla rivista Lancet e ritrattato dodici anni dopo dai suoi autori", spiegano dal board scientifico di sanità pubblica Calendario Vaccinale della Vita, "così si rischia solo di perdere fiducia in uno strumento preventivo per la salute dei bimbi e di tutta la popolazione"
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